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  • Diocesi di Acqui. Archivio storico diocesano Don Pompeo Ravera - Don Angelo Siri
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  • Diocesi di Acqui. Archivio storico diocesano Don Pompeo Ravera - Don Angelo Siri
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  • L'archivio storico vescovile di Acqui trovò negli anni '60 la sua collocazione nei locali al pian terreno della casa diocesana dell'Azione Cattolica, dove ancor oggi è conservato. Prima dell'attuale sede le carte si trovavano nel Palazzo vescovile, affidate alla cura di don Ivaldi, predecessore di don Pompeo Ravera. Il canonico Ravera fu nominato archivista agli inizi degli anni '70 e da quel momento iniziò l'opera di riordino che diede all'archivio la forte impronta che ancor oggi lo caratterizza. Fra le carte dell'archivio è conservato un inventario di secolo XVI che testimonia un riordino probabilmente post-tridentino, ma nessuna segnatura o condizionamento riconduce a questa fase antica di sistemazione dell'archivio vescovile. Le uniche segnature (tracce di regesti e di numerazioni) sono riconducibili alla mano di don Ivaldi, predecessore di don Pompeo, il quale di fatto mise mano alle carte; l'ordinamento del canonico Ravera testimonia un lavoro trentennale che ci ha messo subito di fronte ad una situazione particolare e difficilmente rinnovabile. L'archivio vescovile infatti era stato minuziosamente scandagliato, regestato, diviso e sottodiviso per fondi, "serie", carte, che il canonico conservava in pacchi legati con una fettuccia. All'interno di questi pacchi le carte erano state segnate (a matita e a biro) una ad una e all'inizio del riordino, con la presenza costante e vigile del canonico non ci è stato possibile riordinare se non seguendo l'ordine dato alle carte all'interno delle cartelle e dei fascicoli (per questo motivo le carte spesso non sono in ordine cronologico). A parte il mancato utilizzo del criterio cronologico, il lavoro di don Pompeo ha facilitato enormemente il nostro riordino, che non ha potuto far altro che seguire l'impronta data all'archivio dal canonico: un archivio "vivo" che presentava serie aperte ad esempio per ogni parrocchia della Diocesi (il fondo parrocchie è il più consistente), incrementato costantemente e per questo motivo, ma anche per comodità di consultazione ogni parrocchia ha una numerazione aperta (da 1 a n). Oltre al "Fondo Parrocchie" l'Archivio vescovile conserva il fondo del Capitolo della Cattedrale, che da subito è parso solo un lacerto di quello che doveva essere l'archivio di un ente così antico ed importante, ad oggi di fatto disperso: questo fondo è stato inserito nell'Archivio Storico miscellaneo, insieme ad altri documenti vari (vedi indice del volume), la cui numerazione è chiusa. Altri "Fondi aggregati" sono ad esempio le visite pastorali, le carte del Seminario, della Curia vescovile, di alcune Opere Pie; gli stati delle anime; l'anagrafe parrocchiale, conservata in scatole e divisa per parrocchie, all'interno delle quali ci sono i registri degli atti di battesimo, matrimonio, morte; le ordinazioni (con le costituzioni di patrimonio, i concorsi); i documenti matrimoniali. Le pergamene dell'Archivio vescovile di Acqui hanno subito nei secoli vicende che hanno portato allo smembramento e perdita di un patrimonio prezioso per la storia della Diocesi e del territorio: trascritte dal Moriondo che ne portò a casa in parte per affrontare il lavoro immane, finirono con vari passaggi alla Biblioteca Vaticana che le conserva ancora oggi. Un altro nucleo di pergamene (un numero imprecisato) furono consegnate ancora alla Biblioteca vaticana agli inizi del secolo XX per restauri e non sono più state restituite nonostante le richieste di don Pompeo. In ultimo il furto dell'inverno 2001 ha privato l'archivio di gran parte delle pergamene rimaste, che erano in corso di riordino.
ha tipologia
codice ISIL
  • IT-AL0304
indirizzo
  • Piazza Duomo
altro accesso
  • N.A.
scheda SAN
ha luogoConservatore
ha sito web
consultazione
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descrizione
  • L'archivio storico vescovile di Acqui trovò negli anni '60 la sua collocazione nei locali al pian terreno della casa diocesana dell'Azione Cattolica, dove ancor oggi è conservato. Prima dell'attuale sede le carte si trovavano nel Palazzo vescovile, affidate alla cura di don Ivaldi, predecessore di don Pompeo Ravera. Il canonico Ravera fu nominato archivista agli inizi degli anni '70 e da quel momento iniziò l'opera di riordino che diede all'archivio la forte impronta che ancor oggi lo caratterizza. Fra le carte dell'archivio è conservato un inventario di secolo XVI che testimonia un riordino probabilmente post-tridentino, ma nessuna segnatura o condizionamento riconduce a questa fase antica di sistemazione dell'archivio vescovile. Le uniche segnature (tracce di regesti e di numerazioni) sono riconducibili alla mano di don Ivaldi, predecessore di don Pompeo, il quale di fatto mise mano alle carte; l'ordinamento del canonico Ravera testimonia un lavoro trentennale che ci ha messo subito di fronte ad una situazione particolare e difficilmente rinnovabile. L'archivio vescovile infatti era stato minuziosamente scandagliato, regestato, diviso e sottodiviso per fondi, "serie", carte, che il canonico conservava in pacchi legati con una fettuccia. All'interno di questi pacchi le carte erano state segnate (a matita e a biro) una ad una e all'inizio del riordino, con la presenza costante e vigile del canonico non ci è stato possibile riordinare se non seguendo l'ordine dato alle carte all'interno delle cartelle e dei fascicoli (per questo motivo le carte spesso non sono in ordine cronologico). A parte il mancato utilizzo del criterio cronologico, il lavoro di don Pompeo ha facilitato enormemente il nostro riordino, che non ha potuto far altro che seguire l'impronta data all'archivio dal canonico: un archivio "vivo" che presentava serie aperte ad esempio per ogni parrocchia della Diocesi (il fondo parrocchie è il più consistente), incrementato costantemente e per questo motivo, ma anche per comodità di consultazione ogni parrocchia ha una numerazione aperta (da 1 a n). Oltre al "Fondo Parrocchie" l'Archivio vescovile conserva il fondo del Capitolo della Cattedrale, che da subito è parso solo un lacerto di quello che doveva essere l'archivio di un ente così antico ed importante, ad oggi di fatto disperso: questo fondo è stato inserito nell'Archivio Storico miscellaneo, insieme ad altri documenti vari (vedi indice del volume), la cui numerazione è chiusa. Altri "Fondi aggregati" sono ad esempio le visite pastorali, le carte del Seminario, della Curia vescovile, di alcune Opere Pie; gli stati delle anime; l'anagrafe parrocchiale, conservata in scatole e divisa per parrocchie, all'interno delle quali ci sono i registri degli atti di battesimo, matrimonio, morte; le ordinazioni (con le costituzioni di patrimonio, i concorsi); i documenti matrimoniali. Le pergamene dell'Archivio vescovile di Acqui hanno subito nei secoli vicende che hanno portato allo smembramento e perdita di un patrimonio prezioso per la storia della Diocesi e del territorio: trascritte dal Moriondo che ne portò a casa in parte per affrontare il lavoro immane, finirono con vari passaggi alla Biblioteca Vaticana che le conserva ancora oggi. Un altro nucleo di pergamene (un numero imprecisato) furono consegnate ancora alla Biblioteca vaticana agli inizi del secolo XX per restauri e non sono più state restituite nonostante le richieste di don Pompeo. In ultimo il furto dell'inverno 2001 ha privato l'archivio di gran parte delle pergamene rimaste, che erano in corso di riordino.
forma autorizzata conservatore
  • Diocesi di Acqui. Archivio storico diocesano Don Pompeo Ravera - Don Angelo Siri
orario
  • Martedì: Mattino 9.00 - 13.00 Pomeriggio 14.00 - 18.00 ; Venerdì: Mattino 8.30 - 13.00. Poiché gli orari di apertura possono essere soggetti a variazioni, si consiglia di consultare anche il sito dell'Istituzione all'indirizzo sotto indicato
servizi
  • Fotocopie; Fotografie; Copie elettroniche; Microforme; Altro; ; Servizio Guadaroba; Visite guidate; Servizio libreria; Servizio Caffetteria; Servizi igienici; Laboratorio didattico
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