rdf:type
rdfs:label
  • Archivio di Stato di Modena
sameAs
dc:title
  • Archivio di Stato di Modena
dc:description
  • L'AS Modena [Nei dati relativi alla consistenza totale sono state segnalate circa 17.000 pergamene, ma finora la ricognizione è stata eseguita per 14.258. Per quanto riguarda la biblioteca si segnala che, oltre alla GG0510026534raccolta dei manoscritti , in essa si conservano: due incunaboli, centoundici statuti a stampa ed una collezione di gazzette, giornali e periodici di notevole rilevanza specie dai punto di vista qualitativo, come emerge, fra l'altro, da U. BELLOCCHI, Storia del giornalismo italiano, Bologna 1974-1977, voll. 6] deve la sua particolare fisionomia alla singolare longevità e continuità della dinastia d'Este (poi d'Austria-Este) e alla circostanza che gli Estensi, quando dovettero abbandonare Ferrara e trasferire a Modena la capitale dei loro stati nel 1598, vi trasferirono altresì pressoché intatte le proprie tradizioni di famiglia, di amministrazione e di governo e pressoché integro il relativo patrimonio archivistico. Questo patrimonio - che continuò a crescere a Modena praticamente senza alcuna cesura apprezzabile e che, ancora nel sec. XIX, trovò un diretto prolungamento in quello formatosi durante il dominio austro-estense - può infatti considerarsi il nucleo costitutivo dell'Archivio di Stato; il quale di conseguenza, per la parte preunitaria, si presenta in primo luogo (anche se ovviamente non soltanto) come il depositario della storia degli Estensi e del loro principato, quali che ne siano state di tempo in tempo la capitale e la configurazione territoriale [Delle complesse vicende territoriali del potentato estense basterà richiamare qui le tappe fondamentali, prescindendo naturalmente dal periodo presignorile, durante il quale gli interessi feudali della dinastia, pur spaziando in una vasta zona dell'Italia settentrionale e centrale, finirono col gravitare soprattutto sul basso Padovano. Esse possono come segue riassumersi. Domini acquistati e perduti prima del 1598: possesso di Rovigo e Polesine (eretto in contea nel 1452) dalle origini al 1395, poi dal 1438 al 1484; signoria di Parma dal 1409 al 1420. Domini acquistati in varie epoche e perduti il 12 gennaio 1598: signoria definitiva di Ferrara (e Ferrarese, compreso Comacchio) dal 1264, riconosciuta dal papa come vicariato nel 1332 poi elevata a ducato del 1471; possesso di Argenta, con alterne vicende, dal sec. XIII; possesso a vario titolo, consolidatosi in genere verso la metà del sec. XV, di alcune terre dell'attuale provincia di Ravenna costituenti la cosiddetta Romagna estense (Conselice, Massalombarda, Bagnacavallo, Lugo, Cotignola, ecc.); possesso per investitura pontificia di cento e Pieve di cento dal 1501. Domini acquistati in varie epoche e mantenuti fino al 1796: signoria di Modena e relativo distretto dal 1288 al 1306, poi definitivamente confermata nel 1336 insieme col Frignano, riconosciuta dall'impero come vicariato e in seguito elevata a ducato dal 1452 (parentesi di occupazione pontificia 1510-1527); signoria di Reggio (Reggio nell'Emilia) e relativo distretto dal 1289 al 1306, poi definitivamente confermata nel 1421 insieme con la montagna reggiana, elevata in ducato nel 1452 (parentesi di occupazione pontificia 1512- 1523); possesso per permuta di Brescello dalla fine del sec. XV; possesso per dedizioni avvenute tra il 1429 e il 1450 di gran parte della Garfagnana (escluso il territorio di Barga e le vicarie lucchesi di Gallicano, Castiglione e Minucciano); possesso della terra di varano in Lunigiana dal principio del sec. XV; possesso di Carpi dal 1527, eretto in principato nel 1535; acquisizione del principato di Correggio nel 1635; acquisizione del ducato della Mirandola nel 1710; acquisizione della contea di Novellara e Bagnolo nel 1737. Per le vicende posteriori alla restaurazione (1814- 1859) si vedano la GG0510026021premessa al periodo austro-estense e la relativa nota a pie' di pagina] cosa tanto più vera se si considera che del complesso non fa parte l'archivio del comune, vale a dire dell'unico altro ente di antiche e autonome tradizioni che a Modena abbia avuto sede [L'archivio storico comunale di Modena è tuttora integralmente conservato presso il comune] Non bisogna credere però che a questa fondamentale unità storico-istituzionale corrispondesse fin dal principio un organismo archivistico unitario. Al contrario, prima dell'unificazione nazionale, non si era sentita affatto nella capitale estense quell'esigenza di dar vita a un archivio generale dello Stato che, viceversa, si era manifestata in altre capitali. E quando il Bonaini vi si recò nel 1860, con l'incarico di vedere come costituire " un archivio centrale sulle norme del Fiorentino ", si trovò di fronte a non meno di tredici complessi archivistici da lui definiti " governativi " [BONAINI, pp. 108-109] il più importante dei quali si trovava ancora a palazzo, ove era stato gelosamente conservato fino ad allora col nome di Reale archivio segreto. L'attuale Archivio di Stato, chiamato dapprincipio governativo, nacque appunto, tra il 1860 e il 1863, dalla concentrazione della quasi totalità di questi fondi nell'edificio che ne è tuttora la sede; ma rimase per allora articolato in due sezioni amministrativamente distinte, l'una detta " diplomatica " e accentrata attorno a quello che era stato il Reale archivio segreto, l'altra detta " di deposito " e costituita dal rimanente materiale. La partizione, da archivistico-burocratica, si trasformò però ben presto in cronologico-classificatoria: nel senso che la sezione diplomatica, diventata " storica ", si venne arricchendo di quasi tutte le scritture anteriori alla conquista napoleonica, fatta eccezione per gli archivi giudiziari, entrati più tardi (e rimasti separati, come a suo tempo si vedrà), mentre quella di deposito, col nuovo nome di " moderna ", rimase limitata al periodo 1796-1860. In seguito, sostituita nel 1874 la denominazione di Archivio governativo con quella appunto di Archivio di Stato e scomparsa l'originaria suddivisione in sezioni (mentre continuava il processo di concentrazione e iniziavano le operazioni di versamento), lo schema generale di classificazione subì naturalmente numerosi e talora radicali mutamenti; i quali tuttavia operarono più sulla carta che sulle carte. Il risultato, già consegnato alle stampe nella Relazione del 1883 citata in bibliografia, è quello al quale ci rifaremo, salvo alcuni emendamenti intesi alla riesumazione di complessi archivistici originari, nella presentazione dei fondi, i cui raggruppamenti riflettono effettivamente, per la massi ma parte, le grandi periodizzazioni della storia degli Stati estensi
è conservatore di
Raw Data in: CSV | RDF ( N-Triples N3/Turtle JSON XML ) | OData ( Atom JSON ) | Microdata ( JSON HTML) | JSON-LD     Browse in: LodLive
This material is Open Knowledge   W3C Semantic Web Technology [RDF Data] Valid XHTML + RDFa
OpenLink Virtuoso version 06.01.3127, on Win32 (i686-generic-win-32), Standard Edition
Data on this page belongs to its respective rights holders.