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| - È la più antica biblioteca d'uso pubblico del Lazio meridionale, essendo stata istituita a favore della città, il 20 gennaio 1773, dal prelato e giurista monsignor Vittorio Giovardi in accordo col vescovo di Veroli e con i rappresentanti del Seminario cittadino, nel cui edificio la Giovardiana ha sede. Essa mantiene inalterato l'assetto architettonico e decorativo originario, conferitole dall'architetto romano Niccolò Fagiuoli. Come è caratteristico delle biblioteche settecentesche italiane, gli ambienti principali sono due: un salone - di vaste proporzioni - per la consultazione e per la conservazione degli stampati; e un secondo ambiente per i manoscritti e per i materiali che necessitano di particolari cure nella conservazione. I volumi sono ordinati in scaffali chiusi, posti lungo le mura perimetrali ed accessibili - nella parte superiore - per mezzo di balconate. La mobilia è tuttora quella voluta dal fondatore e l'estetica della biblioteca è completata dai ritratti dei più insigni personaggi storici locali. La Biblioteca è ricca di circa 20.000 volumi (non solo di carattere religioso, filosofico, teologico e giuridico, ma anche storico, letterario e scientifico), di 10 manoscritti in pergamena con pregevoli miniature (dal sec. XII al XVI), di circa 280 manoscritti cartacei, di 42 incunaboli del XV secolo, di centinaia di pergamene, di cinquecentine, di un migliaio di incisioni, di disegni di Carlo Maratta e di altri pittori ignoti dei secoli XVI-XVII-XVIII. Nel pi...
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è conservatore di
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ha tipologia
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codice ISIL
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indirizzo
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altro accesso
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scheda SAN
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ha luogoConservatore
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consultazione
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descrizione
| - È la più antica biblioteca d'uso pubblico del Lazio meridionale, essendo stata istituita a favore della città, il 20 gennaio 1773, dal prelato e giurista monsignor Vittorio Giovardi in accordo col vescovo di Veroli e con i rappresentanti del Seminario cittadino, nel cui edificio la Giovardiana ha sede. Essa mantiene inalterato l'assetto architettonico e decorativo originario, conferitole dall'architetto romano Niccolò Fagiuoli. Come è caratteristico delle biblioteche settecentesche italiane, gli ambienti principali sono due: un salone - di vaste proporzioni - per la consultazione e per la conservazione degli stampati; e un secondo ambiente per i manoscritti e per i materiali che necessitano di particolari cure nella conservazione. I volumi sono ordinati in scaffali chiusi, posti lungo le mura perimetrali ed accessibili - nella parte superiore - per mezzo di balconate. La mobilia è tuttora quella voluta dal fondatore e l'estetica della biblioteca è completata dai ritratti dei più insigni personaggi storici locali. La Biblioteca è ricca di circa 20.000 volumi (non solo di carattere religioso, filosofico, teologico e giuridico, ma anche storico, letterario e scientifico), di 10 manoscritti in pergamena con pregevoli miniature (dal sec. XII al XVI), di circa 280 manoscritti cartacei, di 42 incunaboli del XV secolo, di centinaia di pergamene, di cinquecentine, di un migliaio di incisioni, di disegni di Carlo Maratta e di altri pittori ignoti dei secoli XVI-XVII-XVIII. Nel pi...
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forma autorizzata conservatore
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is ha conservatore
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