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| - Di istituzione certamente aragonese anche se ne rimane incerta la data, che peraltro può essere fissata intorno al 1450, nacque come organo consultivo, caratterizzandosi poi, in breve volger di tempo, soprattutto come supremo organo dell'ordine giudiziario sulle orme di un processo non inconsueto, sfociante nella tendenziale vocazione dei corpi amministrativi ad attribuirsi competenze giurisdizionali. Assorbì, infatti, gran parte delle competenze della gran corte della vicaria la quale si vide sottrarre tutte le vertenze feudali e tra feudatari, sia civili che criminali. Il sacro regio consiglio agiva per lo più quale tribunale di ultima istanza, ma per cause di maggior rilievo era competente anche in primo grado. Le decisioni del consiglio, pur non essendo soggette a gravame, erano passibili di revisione da parte dell'organo stesso. Composto originariamente da un presidente, nove consiglieri dottori e due consiglieri assistenti, fu da Carlo V suddiviso in due ruote, in seguito portate a quattro, con venti consiglieri, un segretario, un suggellatore, alcuni mastrodatti, scrivani, tavolari e portieri
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dc:date
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ha contesto storico istituzionale
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abstract
| - Di istituzione certamente aragonese anche se ne rimane incerta la data, che peraltro può essere fissata intorno al 1450, nacque come organo consultivo, caratterizzandosi poi, in breve volger di tempo, soprattutto come supremo organo dell'ordine giudiziario sulle orme di un processo non inconsueto, sfociante nella tendenziale vocazione dei corpi amministrativi ad attribuirsi competenze giurisdizionali. Assorbì, infatti, gran parte delle competenze della gran corte della vicaria la quale si vide sottrarre tutte le vertenze feudali e tra feudatari, sia civili che criminali. Il sacro regio consiglio agiva per lo più quale tribunale di ultima istanza, ma per cause di maggior rilievo era competente anche in primo grado. Le decisioni del consiglio, pur non essendo soggette a gravame, erano passibili di revisione da parte dell'organo stesso. Composto originariamente da un presidente, nove consiglieri dottori e due consiglieri assistenti, fu da Carlo V suddiviso in due ruote, in seguito portate a quattro, con venti consiglieri, un segretario, un suggellatore, alcuni mastrodatti, scrivani, tavolari e portieri
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