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| - Giacomo Contarini (1536-1596) di Pietro, del ramo dei santi Apostoli trasferitosi però a San Samuele, fu un tipico patrizio veneziano della tarda rinascenza, dedito al servizio dello Stato nelle più alte magistrature e negli studi, amico di Galileo. Il suo studio (museo privato) tra i più celebri di Venezia, comprendente libri, manoscritti, opere d'arte, " anticaglie ", strumenti scientifici, fu nel testamento (1 lu. 1595) assoggettato a fidecomisso, salva devoluzione alla repubblica all'estinguersi della linea maschile di quel ramo del casato, condizione verificatasi nel 1713. Fatti eseguire gli inventari (parte 1 febbr. 1714), il senato destinò le raccolte alla Pubblica libreria (oggi Biblioteca nazionale marciana), che fungeva anche da museo, mentre le carte di interesse politico furono assegnate alla secreta (parte 27 febbr. 1715), senza che la separazione fosse tuttavia rigorosa. Alcun altri dei manoscritti accolti a palazzo ducale passarono successivamente alla Pubblica libreria, insieme ad altri di varia provenienza, per decreto del senato 29 dic. 1790
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| - Giacomo Contarini (1536-1596) di Pietro, del ramo dei santi Apostoli trasferitosi però a San Samuele, fu un tipico patrizio veneziano della tarda rinascenza, dedito al servizio dello Stato nelle più alte magistrature e negli studi, amico di Galileo. Il suo studio (museo privato) tra i più celebri di Venezia, comprendente libri, manoscritti, opere d'arte, " anticaglie ", strumenti scientifici, fu nel testamento (1 lu. 1595) assoggettato a fidecomisso, salva devoluzione alla repubblica all'estinguersi della linea maschile di quel ramo del casato, condizione verificatasi nel 1713. Fatti eseguire gli inventari (parte 1 febbr. 1714), il senato destinò le raccolte alla Pubblica libreria (oggi Biblioteca nazionale marciana), che fungeva anche da museo, mentre le carte di interesse politico furono assegnate alla secreta (parte 27 febbr. 1715), senza che la separazione fosse tuttavia rigorosa. Alcun altri dei manoscritti accolti a palazzo ducale passarono successivamente alla Pubblica libreria, insieme ad altri di varia provenienza, per decreto del senato 29 dic. 1790
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