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| - <strong>Nascita della Provincia di Piacenza</strong> Nel 1859, dopo che la Lombardia si unì al Regno Sardo, i Plebisciti continuarono in Emilia e Romagna e in Toscana. Il risultato dei Plebisciti portò al Decreto Reale 18 Marzo 1860 che aggregò al nuovo Stato le Province dell'Emilia. Nasceva così la Provincia di Piacenza alla quale fu assegnato il territorio dell'ex Ducato di Piacenza compresi i comuni di Bardi e di Boccolo dei Tassi. Facevano parte della Provincia 47 comuni divisi in due Circondari. Il Circondario di Piacenza comprendeva i comuni di: Agazzano, Bettola, Borgonovo, Borgo San Bernardino, Calendasco, Castelsangiovanni, Coli, Ferriere, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Mortizza, Nibbiano, Pecorara, Piacenza, Pianello, Podenzano, Pomaro Piacentino, Ponte dell'Olio, Pontenure, Rivalta, Travo, Rivergaro, Rottofreno, San Giorgio Piacentino, San Lazzaro Alberoni, San Antonio a Trebbia, Sarmato, Vicomarino, Vigolzone. L'altro circondario, quello di Fiorenzuola, comprendeva i comuni di: Alseno, Bardi, Besenzone, Boccolo dei Tassi, Cadeo, Caorso, Carpaneto, Castell'Arquato, Castelvetro, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gropparello, Lugagnano, Monticelli d'Ongina, Morfasso, Polignano, Vernasca, Villanova sull'Arda. Solo successivamente, con Decreto Reale 8 Luglio 1923, n. 1726 vennero aggregati alla Provincia i comuni di Bobbio, Ottone, Zerba, Cortebrugnatella, Cerignale, Caminata, Trebecco, Romagnese, Ruino e Zavattarello. I comuni di Zavattarello, Romagnese e Ruino vennero poi, nel 1926, riassegnati alla Provincia di Pavia (D.R. 24 dicembre 1926, n.2246). <strong>Composizione e vicende del Consiglio Provinciale</strong> Al suo sorgere l'Amministrazione della Provincia, secondo la legge 23 ottobre 1859 in vigore negli Stati sardi ed estesa a mano a mano alle Province annesse, era costituita da un Consiglio Provinciale elettivo composto da 40 membri da eleggersi a suffragio ristretto attraverso Collegi elettorali precostituiti. Secondo la legge del 1859, il Consiglio Provinciale durava in carica per cinque anni ed era rinnovato per sorteggio per la quinta parte ogni anno. Il Consiglio aveva un proprio ufficio di Presidenza composto da un Presidente, da un Vice Presidente, da un Segretario e da un Vice Segretario da eleggersi dal Consiglio nel proprio seno, ogni anno, nella prima seduta di sessione ordinaria. Nel 1860 il primo ufficio di Presidenza del Consiglio eletto in seduta 21 marzo 1860 venne così costituito: Avv. Prof. Filippo Grandi - Presidente Cav. Giuseppe Mischi - Vice Presidente Avv. Carlo Fioruzzi - Segretario Avv. Amato Pattoni - Vice Segretario. <strong>La prima Seduta del Consiglio Provinciale</strong> Sabato 21 Marzo 1860 veniva convocato il primo Consiglio Provinciale con l'obiettivo di eleggere il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario, il Vice Segretario e la Deputazione Provinciale. Il consiglio avrebbe avuto luogo nel Palazzo Mandelli che la Provincia affittò dal Demanio nel 1860 al fine di adibirlo a sede della Prefettura e degli Uffici Provinciali. <strong>Origine e mutamenti della Deputazione Provinciale</strong> Nel 1860, accanto al Consiglio Provinciale, era prevista la Deputazione Provinciale, organo in parte deliberante ed in parte esecutivo, composto di quattro membri effettivi e due supplenti e che fu dapprima presieduta dal Prefetto ed aveva compiti di vigilanza e controllo sugli atti dei Comuni. Queste attribuzioni furono conservate fino al 1889 quando, in seguito all'emanazione della legge 30 dicembre 1888, fu istituita la Giunta Provinciale amministrativa presieduta dal Prefetto, come organo di tutela sugli atti delle Amministrazioni Provinciali e Comunali e fu contemporaneamente stabilito che la Deputazione Provinciale avesse un proprio Presidente da eleggersi, insieme ai Deputati Provinciali, dal Consiglio Provinciale. Il Cav. Avv. Carolippo Guerra fu il primo Presidente elettivo della Deputazione Provinciale; furono Presidenti della Deputazione Provinciale, dopo l'Avv. Guerra, l'Avv. Francesco Achille, il march. Avv. Giovanni Pavesi Negri, l'Ing. Enrico Ranza, l'Avv. Marco Boscarelli, l'Avv. Giuseppe Cavallini, il Col. Aurelio De Francesco, il Dott. Fausto Marchesi, il conte Francesco Pallastrelli. Durante il regime fascista, il Consiglio Provinciale e la Deputazione Provinciale furono soppressi e sostituiti da un Rettorato Provinciale coi poteri del Consiglio e da un Preside coi poteri della soppressa Deputazione Provinciale e del Presidente. Dopo la Liberazione, l'Amministrazione della Provincia, in seguito a Decreto Luogotenenziale 4 aprile 1944, n. 111, fu provvisoriamente affidata ad un Presidente ed a una Deputazione Provinciale nominati dal Prefetto. Tale regime di carattere provvisorio fu soppresso con la legge 9 marzo 1951 n. 122, che riconfermava il Consiglio Provinciale elettivo come organo deliberativo principale, salvo sopprimere l'Ufficio di Presidenza previsto dalle leggi anteriori, in quanto tale Presidenza fu affidata al Presidente di quella che fu denominata Giunta Provinciale al posto di Deputazione Provinciale e ciò allo scopo di non creare equivoci e confusioni con la denominazione di " deputato" riservata soltanto ai Deputati al Parlamento. La prima Giunta è stata presieduta dall'Ing. Ettore Martini ( 1951-1956) poi dal Sen. Avv. Alfredo Conti ( 1956-1958). <strong>La sede della Provincia di Piacenza</strong> Nel 1887 gli Uffici Provinciali e la Prefettura vennero trasferiti nel Palazzo Vigoleno, acquistato dalla Provincia di Piacenza dagli eredi del conte Vigoleno nel 1877. Presso l'Archivio di Stato di Piacenza è conservato il Decreto Reale che autorizzò la Provincia all'acquisto. Da subito la Provincia investì nel nuovo palazzo: abbiamo memoria di ciò nel verbale del Consiglio Provinciale di Piacenza riunitosi in sessione straordinaria il 4 Aprile 1888. Il quindicesimo punto all'ordine del giorno consisteva infatti nell'approvazione dei contratti d'acquisto delle case da abbattersi in via Garibaldi per «dare decoroso accesso da detta via al palazzo provinciale, - urgendo che i contratti stessi sieno resi definitivi entro il più breve termine possibile, dovendo avere esecuzione col giorno 11 Maggio p.v.». Il 14mo punto all'ordine del giorno della sessione straordinaria di Consiglio Provinciale del 27 Gennaio 1912 consisteva nella proposta di costruire un edificio per gli Uffici Provinciali, le Poste, i Telegrafi ed i Telefoni e per la sistemazione dei locali ad uso delle Guardie di città e degli uffici della Regia Prefettura. Fu durante la Seduta - in sessione straordinaria - del Consiglio Proviciale del 4 maggio del 1912 che venne, dalla Deputazione, presentato il progetto definitivo per la costruzione, già deliberata con atto del 16 Marzo 1912, dell'edificio per gli Uffici provinciali, le Poste, i Telegrafi ed i Telefoni, e per la sistemazione dei locali ad uso delle guardie di Città e degli uffici della Prefettura. Il progetto per la facciata del nuovo Palazzo Provinciale verso via Vigoleno fu affidato all'architetto Manfredo Manfredi, conte, all'epoca deputato per la Provincia di Piacenza a Roma. Il Progetto costò alla Provincia… un servizio d'argento di thè e caffè del valore di 5.000 lire. Infatti, nonostante numerose sollecitazioni da parte della Provincia affinchè l'architetto Manfredi facesse pervenire alla Provincia la propria parcella, l'architetto rifiutò considerando già un onore il fatto che la Provincia si fosse rivolta a lui. La consegna del Palazzo era prevista per il mese di Settembre 1913 ma la data non fu rispettata. I lavori, anche a causa della Guerra, furono ritardati e ultimati, secondo dichiarazioni dell'impresa che li eseguì, il 30 giugno 1917 - purtroppo non ci fu nessun documento che lo provò e quelle che seguirono furono annose controversie fra la Provincia e la ditta vincitrice dell'appalto: l'impresa Cascione e Buzzetti. I lavori di costruzione vennero ultimati nel 1918 ed il trasferimento degli uffici provinciali ebbe luogo nel 1921.
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ha date esistenza
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abstract
| - <strong>Nascita della Provincia di Piacenza</strong> Nel 1859, dopo che la Lombardia si unì al Regno Sardo, i Plebisciti continuarono in Emilia e Romagna e in Toscana. Il risultato dei Plebisciti portò al Decreto Reale 18 Marzo 1860 che aggregò al nuovo Stato le Province dell'Emilia. Nasceva così la Provincia di Piacenza alla quale fu assegnato il territorio dell'ex Ducato di Piacenza compresi i comuni di Bardi e di Boccolo dei Tassi. Facevano parte della Provincia 47 comuni divisi in due Circondari. Il Circondario di Piacenza comprendeva i comuni di: Agazzano, Bettola, Borgonovo, Borgo San Bernardino, Calendasco, Castelsangiovanni, Coli, Ferriere, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Mortizza, Nibbiano, Pecorara, Piacenza, Pianello, Podenzano, Pomaro Piacentino, Ponte dell'Olio, Pontenure, Rivalta, Travo, Rivergaro, Rottofreno, San Giorgio Piacentino, San Lazzaro Alberoni, San Antonio a Trebbia, Sarmato, Vicomarino, Vigolzone. L'altro circondario, quello di Fiorenzuola, comprendeva i comuni di: Alseno, Bardi, Besenzone, Boccolo dei Tassi, Cadeo, Caorso, Carpaneto, Castell'Arquato, Castelvetro, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gropparello, Lugagnano, Monticelli d'Ongina, Morfasso, Polignano, Vernasca, Villanova sull'Arda. Solo successivamente, con Decreto Reale 8 Luglio 1923, n. 1726 vennero aggregati alla Provincia i comuni di Bobbio, Ottone, Zerba, Cortebrugnatella, Cerignale, Caminata, Trebecco, Romagnese, Ruino e Zavattarello. I comuni di Zavattarello, Romagnese e Ruino vennero poi, nel 1926, riassegnati alla Provincia di Pavia (D.R. 24 dicembre 1926, n.2246). <strong>Composizione e vicende del Consiglio Provinciale</strong> Al suo sorgere l'Amministrazione della Provincia, secondo la legge 23 ottobre 1859 in vigore negli Stati sardi ed estesa a mano a mano alle Province annesse, era costituita da un Consiglio Provinciale elettivo composto da 40 membri da eleggersi a suffragio ristretto attraverso Collegi elettorali precostituiti. Secondo la legge del 1859, il Consiglio Provinciale durava in carica per cinque anni ed era rinnovato per sorteggio per la quinta parte ogni anno. Il Consiglio aveva un proprio ufficio di Presidenza composto da un Presidente, da un Vice Presidente, da un Segretario e da un Vice Segretario da eleggersi dal Consiglio nel proprio seno, ogni anno, nella prima seduta di sessione ordinaria. Nel 1860 il primo ufficio di Presidenza del Consiglio eletto in seduta 21 marzo 1860 venne così costituito: Avv. Prof. Filippo Grandi - Presidente Cav. Giuseppe Mischi - Vice Presidente Avv. Carlo Fioruzzi - Segretario Avv. Amato Pattoni - Vice Segretario. <strong>La prima Seduta del Consiglio Provinciale</strong> Sabato 21 Marzo 1860 veniva convocato il primo Consiglio Provinciale con l'obiettivo di eleggere il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario, il Vice Segretario e la Deputazione Provinciale. Il consiglio avrebbe avuto luogo nel Palazzo Mandelli che la Provincia affittò dal Demanio nel 1860 al fine di adibirlo a sede della Prefettura e degli Uffici Provinciali. <strong>Origine e mutamenti della Deputazione Provinciale</strong> Nel 1860, accanto al Consiglio Provinciale, era prevista la Deputazione Provinciale, organo in parte deliberante ed in parte esecutivo, composto di quattro membri effettivi e due supplenti e che fu dapprima presieduta dal Prefetto ed aveva compiti di vigilanza e controllo sugli atti dei Comuni. Queste attribuzioni furono conservate fino al 1889 quando, in seguito all'emanazione della legge 30 dicembre 1888, fu istituita la Giunta Provinciale amministrativa presieduta dal Prefetto, come organo di tutela sugli atti delle Amministrazioni Provinciali e Comunali e fu contemporaneamente stabilito che la Deputazione Provinciale avesse un proprio Presidente da eleggersi, insieme ai Deputati Provinciali, dal Consiglio Provinciale. Il Cav. Avv. Carolippo Guerra fu il primo Presidente elettivo della Deputazione Provinciale; furono Presidenti della Deputazione Provinciale, dopo l'Avv. Guerra, l'Avv. Francesco Achille, il march. Avv. Giovanni Pavesi Negri, l'Ing. Enrico Ranza, l'Avv. Marco Boscarelli, l'Avv. Giuseppe Cavallini, il Col. Aurelio De Francesco, il Dott. Fausto Marchesi, il conte Francesco Pallastrelli. Durante il regime fascista, il Consiglio Provinciale e la Deputazione Provinciale furono soppressi e sostituiti da un Rettorato Provinciale coi poteri del Consiglio e da un Preside coi poteri della soppressa Deputazione Provinciale e del Presidente. Dopo la Liberazione, l'Amministrazione della Provincia, in seguito a Decreto Luogotenenziale 4 aprile 1944, n. 111, fu provvisoriamente affidata ad un Presidente ed a una Deputazione Provinciale nominati dal Prefetto. Tale regime di carattere provvisorio fu soppresso con la legge 9 marzo 1951 n. 122, che riconfermava il Consiglio Provinciale elettivo come organo deliberativo principale, salvo sopprimere l'Ufficio di Presidenza previsto dalle leggi anteriori, in quanto tale Presidenza fu affidata al Presidente di quella che fu denominata Giunta Provinciale al posto di Deputazione Provinciale e ciò allo scopo di non creare equivoci e confusioni con la denominazione di " deputato" riservata soltanto ai Deputati al Parlamento. La prima Giunta è stata presieduta dall'Ing. Ettore Martini ( 1951-1956) poi dal Sen. Avv. Alfredo Conti ( 1956-1958). <strong>La sede della Provincia di Piacenza</strong> Nel 1887 gli Uffici Provinciali e la Prefettura vennero trasferiti nel Palazzo Vigoleno, acquistato dalla Provincia di Piacenza dagli eredi del conte Vigoleno nel 1877. Presso l'Archivio di Stato di Piacenza è conservato il Decreto Reale che autorizzò la Provincia all'acquisto. Da subito la Provincia investì nel nuovo palazzo: abbiamo memoria di ciò nel verbale del Consiglio Provinciale di Piacenza riunitosi in sessione straordinaria il 4 Aprile 1888. Il quindicesimo punto all'ordine del giorno consisteva infatti nell'approvazione dei contratti d'acquisto delle case da abbattersi in via Garibaldi per «dare decoroso accesso da detta via al palazzo provinciale, - urgendo che i contratti stessi sieno resi definitivi entro il più breve termine possibile, dovendo avere esecuzione col giorno 11 Maggio p.v.». Il 14mo punto all'ordine del giorno della sessione straordinaria di Consiglio Provinciale del 27 Gennaio 1912 consisteva nella proposta di costruire un edificio per gli Uffici Provinciali, le Poste, i Telegrafi ed i Telefoni e per la sistemazione dei locali ad uso delle Guardie di città e degli uffici della Regia Prefettura. Fu durante la Seduta - in sessione straordinaria - del Consiglio Proviciale del 4 maggio del 1912 che venne, dalla Deputazione, presentato il progetto definitivo per la costruzione, già deliberata con atto del 16 Marzo 1912, dell'edificio per gli Uffici provinciali, le Poste, i Telegrafi ed i Telefoni, e per la sistemazione dei locali ad uso delle guardie di Città e degli uffici della Prefettura. Il progetto per la facciata del nuovo Palazzo Provinciale verso via Vigoleno fu affidato all'architetto Manfredo Manfredi, conte, all'epoca deputato per la Provincia di Piacenza a Roma. Il Progetto costò alla Provincia… un servizio d'argento di thè e caffè del valore di 5.000 lire. Infatti, nonostante numerose sollecitazioni da parte della Provincia affinchè l'architetto Manfredi facesse pervenire alla Provincia la propria parcella, l'architetto rifiutò considerando già un onore il fatto che la Provincia si fosse rivolta a lui. La consegna del Palazzo era prevista per il mese di Settembre 1913 ma la data non fu rispettata. I lavori, anche a causa della Guerra, furono ritardati e ultimati, secondo dichiarazioni dell'impresa che li eseguì, il 30 giugno 1917 - purtroppo non ci fu nessun documento che lo provò e quelle che seguirono furono annose controversie fra la Provincia e la ditta vincitrice dell'appalto: l'impresa Cascione e Buzzetti. I lavori di costruzione vennero ultimati nel 1918 ed il trasferimento degli uffici provinciali ebbe luogo nel 1921.
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