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  • Ricovero di Santa Valeria, convertite
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  • Ricovero di Santa Valeria, convertite
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  • Secondo una breve "cronaca" stampata su foglio volante, pubblicata forse nel primo trentennio del Settecento dai deputati amministratori di Santa Valeria e riportata integralmente dal Latuada per conservarne memoria, nel 1532 alcuni cittadini milanesi di agiata condizione sociale risolsero di dare la possibilità alle donne in difficoltà di trovare assistenza acquistando per loro una casa situata presso la chiesa di Santa Valeria, da cui il ricovero prese il nome. L'anno successivo il duca Francesco II Sforza riconobbe ufficialmente l'istituzione con apposito privilegio, affidandone l'amministrazione ad alcuni deputati. Nel 1535 sempre un diploma ducale concesse alle ricoverate di poter uscire dal ricovero o di rimanervi vita natural durante; a queste ultime venne data una regola da seguire. Nel 1539 i deputati ottennero dall'imperatore Carlo V di poter accedere al beneficio dei luoghi pii secolari della città. Il ricovero s'allargò nel tempo e a partire dal 1574 circa, all'epoca dell'arcivescovo Carlo Borromeo, accolse anche, per volontà del presule, monache velate che avevano mancato ai voti e dato scandalo; fu qui che nel secolo successivo fu rinchiusa la manzoniana "monaca di Monza", suor Virginia Maria de Leyva (proveniente dal monastero di Santa Margherita), dopo il processo e la condanna subita (1608), e vi rimase fino al 1622. In quell'anno il ricovero di Santa Valeria fu interamente parificato agli altri luoghi pii secolari di Milano. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
dc:date
  • 1532
  • 1786
ha qualificazioni relazioni Cpf
ha date esistenza
ha statusProvenienza
abstract
  • Secondo una breve "cronaca" stampata su foglio volante, pubblicata forse nel primo trentennio del Settecento dai deputati amministratori di Santa Valeria e riportata integralmente dal Latuada per conservarne memoria, nel 1532 alcuni cittadini milanesi di agiata condizione sociale risolsero di dare la possibilità alle donne in difficoltà di trovare assistenza acquistando per loro una casa situata presso la chiesa di Santa Valeria, da cui il ricovero prese il nome. L'anno successivo il duca Francesco II Sforza riconobbe ufficialmente l'istituzione con apposito privilegio, affidandone l'amministrazione ad alcuni deputati. Nel 1535 sempre un diploma ducale concesse alle ricoverate di poter uscire dal ricovero o di rimanervi vita natural durante; a queste ultime venne data una regola da seguire. Nel 1539 i deputati ottennero dall'imperatore Carlo V di poter accedere al beneficio dei luoghi pii secolari della città. Il ricovero s'allargò nel tempo e a partire dal 1574 circa, all'epoca dell'arcivescovo Carlo Borromeo, accolse anche, per volontà del presule, monache velate che avevano mancato ai voti e dato scandalo; fu qui che nel secolo successivo fu rinchiusa la manzoniana "monaca di Monza", suor Virginia Maria de Leyva (proveniente dal monastero di Santa Margherita), dopo il processo e la condanna subita (1608), e vi rimase fino al 1622. In quell'anno il ricovero di Santa Valeria fu interamente parificato agli altri luoghi pii secolari di Milano. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
altra denominazione produttore
  • monastero di Santa Valeria
scheda provenienza href
scheda SAN
ha luogoProduttore
eac-cpf:hasPlace
ha luogo Sede
è produttore di
ha sottotipologia ente
forma autorizzata produttore
  • Ricovero di Santa Valeria, convertite
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  • Ricovero di Santa Valeria, convertite
record provenienza id
  • MIDB000521
sistema provenienza
  • LBC-Archivi
dc:coverage
  • Milano porta Vercellina
is ha relazione con Soggetto Produttore of
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