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| - Santa Chiara di Treviso, clarisse
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| - Santa Chiara di Treviso, clarisse
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| - Il primo insediamento delle clarisse o damianite o "monache rinchiuse" dell´ordine di S. Damiano a Treviso risale ai primi decenni del XIII sec.: dal 1230 è attestata la loro presenza nel monastero («cella») sito fuori le mura, sulla Piovesella, in località chiamata da allora "la Cella". Dal 1247 le monache abbandorano la professione della regola benedettina per adottare la regola innocenziana sottoponendosi così alla giurisdizione dell´ordine dei frati minori. A seguito delle distruzioni subite durante la guerra di Chioggia e le incursioni ungare dei primi anni del ´400, le clarisse decisero di ritirarsi entro le mura cittadine, ottenendo di costruire chiesa e monastero in piazza S. Martino, parrocchia di S. Stefano. La sede fu ripristinata alla Cella nel 1436 per iniziativa della badessa Felicita da Verona, chiamata a Treviso per recuperare lo spirito della comunità e per riorganizzare il cenobio. Con d.r.i. 28 luglio 1806 la comunità fu incorporata a S. Pietro di Asolo e il monastero soppresso. Bibliografia: Anagrafe Informatizzata degli Archivi di Stato Italiani, 1999; L. PESCE, La chiesa di Treviso nel primo Quattrocento, in «Italia sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica», 1987, 37, pp. 615-620; A. DA MOSTO, L'Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Roma, 1940, t. II, p. 200; G. NETTO, Gli archivi delle corporazioni religiose trevigiane soppresse, in Per una storia del Trevigiano in età moderna: guida agli archivi, a cura di D. GASPARINI, L. PUTTIN, in «Studi trevisani», II (1985), 3, p. 189
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| - Il primo insediamento delle clarisse o damianite o "monache rinchiuse" dell´ordine di S. Damiano a Treviso risale ai primi decenni del XIII sec.: dal 1230 è attestata la loro presenza nel monastero («cella») sito fuori le mura, sulla Piovesella, in località chiamata da allora "la Cella". Dal 1247 le monache abbandorano la professione della regola benedettina per adottare la regola innocenziana sottoponendosi così alla giurisdizione dell´ordine dei frati minori. A seguito delle distruzioni subite durante la guerra di Chioggia e le incursioni ungare dei primi anni del ´400, le clarisse decisero di ritirarsi entro le mura cittadine, ottenendo di costruire chiesa e monastero in piazza S. Martino, parrocchia di S. Stefano. La sede fu ripristinata alla Cella nel 1436 per iniziativa della badessa Felicita da Verona, chiamata a Treviso per recuperare lo spirito della comunità e per riorganizzare il cenobio. Con d.r.i. 28 luglio 1806 la comunità fu incorporata a S. Pietro di Asolo e il monastero soppresso. Bibliografia: Anagrafe Informatizzata degli Archivi di Stato Italiani, 1999; L. PESCE, La chiesa di Treviso nel primo Quattrocento, in «Italia sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica», 1987, 37, pp. 615-620; A. DA MOSTO, L'Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Roma, 1940, t. II, p. 200; G. NETTO, Gli archivi delle corporazioni religiose trevigiane soppresse, in Per una storia del Trevigiano in età moderna: guida agli archivi, a cura di D. GASPARINI, L. PUTTIN, in «Studi trevisani», II (1985), 3, p. 189
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| - Santa Chiara di Treviso, clarisse
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| - Santa Chiara di Treviso, clarisse
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