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| - Albergo laicale dei poveri
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| - Albergo laicale dei poveri
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| - Nel 1764 il sacerdote Giovanni Battista Madaschi, vicario di S. Michele dell'Arco, aveva avviato un istituto in una casa in affitto in Borgo S. Leonardo per accogliere "fanciulle vagabonde e oziose". Con ducale 27 luglio 1769 fu istituito un altro Albergo per ospitarvi "questuanti, malviventi e oziosi d'ambo i sessi". Le due istituzioni furono quindi concentrate. L'amministrazione era curata da un presidente (prefetto), sette nobili, quattro mercanti facoltosi e quattro artigiani. Nel 1776 l'istituto passò nei locali del soppresso convento dei Riformati di S. Maria. Nel 1787 l'istituto fu ampliato per ospitare 150 fanciulle e dopo il 18 maggio 1797 ottenne i beni dei soppressi agostiniani. Il 22 dello stesso mese lo stesso accadde con i beni dei francescani e domenicani. Nel 1812 l'istituto si unì all'Ospedale laico delle orfane sotto la denominazione di Orfanotrofio femminile, la cui gestione nel 1864 fu affidata al nuovo Consiglio degli Orfanotrofi. L'istituto giunse ad ospitare fino a 250 fanciulle. Bibliografia: E. BRESSAN, "Le istituzioni del sociale", in "Storia economica e sociale di Bergamo", vol. IV: "Dalla fine del Settecento all'avvio dello Stato unitario", Bergamo, 1994; U. FINAZZI, "L'orfanotrofio di S. Martino dei Padri Somaschi in Bergamo dalle origini alla soppressione napoleonica", tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a.a. 1969-70; G. ALESSANDRETTI, "Il fondo degli Istituti educativi nell'Archivio di Stato di Bergamo", in "Archivio Storico Bergamasco", 1987, vol. 12, pp. 125 - 156
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dc:date
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ha date esistenza
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ha luogo Ambito Territoriale
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ha statusProvenienza
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abstract
| - Nel 1764 il sacerdote Giovanni Battista Madaschi, vicario di S. Michele dell'Arco, aveva avviato un istituto in una casa in affitto in Borgo S. Leonardo per accogliere "fanciulle vagabonde e oziose". Con ducale 27 luglio 1769 fu istituito un altro Albergo per ospitarvi "questuanti, malviventi e oziosi d'ambo i sessi". Le due istituzioni furono quindi concentrate. L'amministrazione era curata da un presidente (prefetto), sette nobili, quattro mercanti facoltosi e quattro artigiani. Nel 1776 l'istituto passò nei locali del soppresso convento dei Riformati di S. Maria. Nel 1787 l'istituto fu ampliato per ospitare 150 fanciulle e dopo il 18 maggio 1797 ottenne i beni dei soppressi agostiniani. Il 22 dello stesso mese lo stesso accadde con i beni dei francescani e domenicani. Nel 1812 l'istituto si unì all'Ospedale laico delle orfane sotto la denominazione di Orfanotrofio femminile, la cui gestione nel 1864 fu affidata al nuovo Consiglio degli Orfanotrofi. L'istituto giunse ad ospitare fino a 250 fanciulle. Bibliografia: E. BRESSAN, "Le istituzioni del sociale", in "Storia economica e sociale di Bergamo", vol. IV: "Dalla fine del Settecento all'avvio dello Stato unitario", Bergamo, 1994; U. FINAZZI, "L'orfanotrofio di S. Martino dei Padri Somaschi in Bergamo dalle origini alla soppressione napoleonica", tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a.a. 1969-70; G. ALESSANDRETTI, "Il fondo degli Istituti educativi nell'Archivio di Stato di Bergamo", in "Archivio Storico Bergamasco", 1987, vol. 12, pp. 125 - 156
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altra denominazione produttore
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scheda provenienza href
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scheda SAN
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ha luogoProduttore
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eac-cpf:hasPlace
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ha luogo Sede
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è produttore di
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ha sottotipologia ente
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forma autorizzata produttore
| - Albergo laicale dei poveri
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| - Albergo laicale dei poveri
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record provenienza id
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sistema provenienza
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is ha produttore
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