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| - Il Decennio francese determinò nel Regno di Napoli un'evoluzione repentina da un modello organizzativo periferico incentrato sul potere della feudalità ad una struttura amministrativa e burocratica moderna e complessa. La legge 2 agosto 1806 n. 130, abolì la feudalità con tutte le sue attribuzioni e ricondusse nell'ambito della sovranità statale le giurisdizioni baronali. Tutte le città e le terre del Regno furono dunque assoggettate ad un governo e ad una legge comune. La legge 8 agosto 1806 n. 132 ripartì il territorio in tredici province ognuna con una propria capitale, e suddivise le province in distretti aventi ciascuno un capoluogo. Nell'ambito dei distretti furono collocati i comuni, che furono sottoposti al controllo degli intendenti e dei consigli generali a livello provinciale, e dei sottointendenti e dei consigli distrettuali a livello distrettuale. Gli intendenti provinciali vigilavano sulla corretta applicazione ed esecuzione delle leggi e dei regolamenti ministeriali da parte dei comuni, e nell'esercizio delle loro funzioni dipendevano dai ministeri competenti per materia; speciali attribuzioni erano loro conferite nell'ambito dell'amministrazione civile, di quella finanziaria e della pubblica sicurezza, di cui rispondevano rispettivamente ai ministeri dell'Interno, delle Finanze e della Polizia generale. Gli intendenti erano inoltre incaricati di visitare ogni biennio i comuni della loro provincia, per accogliere le loro istanze, dirimere eventuali contr...
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