"http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-conservatore?codiSan=san.cat.sogC.4922&id=4922" . . "via Michele Morcaldi" . . "IT-SA0276" . . "Archivio di Stato di Napoli. Sezione della Badia di Cava" . "Archivio di Stato di Napoli. Sezione della Badia di Cava" . "Quando, dopo la Restaurazione la legge organica del 1818 diede all'Archivio generale di Napoli il nome di Grande Archivio del Regno, ne dichiar\u00F2 sezioni i tre archivi delle badie benedettine di Cava, Montevergine e Montecassino, rimasti nelle loro sedi. I documenti dell'archivio cavense riguardano la badia e le sue numerose dipendenze sparse nell'Italia meridionale. Di particolare importanza sono gli oltre seicento documenti anteriori alla stessa fondazione dell'abbazia, provenienti da altri monasteri: S. Massimo, fondato in Salerno nell'865 e donato a Cava nel 1086, S. Maria de Domno, pure in Salerno, edificato nel 989 e dato a Cava nel 1091, S. Nicola de Gallocanta, tra Vietri e Salerno, costruito nel 980 per monaci greci e pervenuto a Cava nel 1148. Oltre alle pergamene latine vi sono 101 pergamene greche relative a varie chiese e monasteri greci della Basilicata e della Calabria, che pervennero alla badia di Cava sullo scorcio del sec. XII ad opera dei normanni. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1807, all'abbazia fu affidato in custodia l'archivio della certosa di Padula comprendente anche le pergamene di Pisticcie di S. Maria di Cadossa presso Buonabitacolo, per un totale di circa 1.500 pergamene e 6 codici. Si aggiunsero nel 1820 le pergamene (1267-1698) del convento di S. Francesco di Eboli e quelle dei celestini di Nova Velia (tutti e due in provincia di Salerno). In epoca postunitaria l\u2019archivio della badia di Cava si \u00E8 arricchito di altra documentazione: 122 pergamene (1025-1568) della badia di S. Maria di Materdomini provenienti dal comune di Nocera (in provincia di Salerno), 76 pergamene (1391-1572) di Roccagloriosa (in provincia di Salerno) donate dal barone Fernando de Caro e 49 pergamene (1508-1793) donate dal dottor Vincenzo Rubini di Capaccio (in provincia di Salerno). Il fondo pergamenaceo \u00E8 completato da 101 pergamene (secc. XIV-XV) utilizzate in precedenza come copertine di protocolli notarili. Durante il governo borbonico don Ignazio Rossi, dopo aver separato il materiale pergamenaceo da quello cartaceo, si dedic\u00F2 alla compilazione di un nuovo inventario, la cui ultima stesura \u00E8 del 1850. Un esemplare di questo inventario \u00E8 conservato nel Museo dell\u2019AS di Napoli: le pergamene sono regestate in ordine cronologico. Nel 1869 l\u2019abate Michele Morcaldi diede inizio alla pubblicazione integrale dei documenti in ordine cronologico. Solo in tempi pi\u00F9 recenti \u00E8 invece iniziata la sistemazione del materiale cartaceo." . "Lun. sab.: 8,30 - 13,00" . "Quando, dopo la Restaurazione la legge organica del 1818 diede all'Archivio generale di Napoli il nome di Grande Archivio del Regno, ne dichiar\u00F2 sezioni i tre archivi delle badie benedettine di Cava, Montevergine e Montecassino, rimasti nelle loro sedi. I documenti dell'archivio cavense riguardano la badia e le sue numerose dipendenze sparse nell'Italia meridionale. Di particolare importanza sono gli oltre seicento documenti anteriori alla stessa fondazione dell'abbazia, provenienti da altri monasteri: S. Massimo, fondato in Salerno nell'865 e donato a Cava nel 1086, S. Maria de Domno, pure in Salerno, edificato nel 989 e dato a Cava nel 1091, S. Nicola de Gallocanta, tra Vietri e Salerno, costruito nel 980 per monaci greci e pervenuto a Cava nel 1148. Oltre alle pergamene latine vi sono 101 pergamene greche relative a varie chiese e monasteri greci della Basilicata e della Calabria, che pervennero alla badia di Cava sullo scorcio del sec. XII ad opera dei normanni. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1807, all'abbazia fu affidato in custodia l'archivio della certosa di Padula comprendente anche le pergamene di Pisticcie di S. Maria di Cadossa presso Buonabitacolo, per un totale di circa 1.500 pergamene e 6 codici. Si aggiunsero nel 1820 le pergamene (1267-1698) del convento di S. Francesco di Eboli e quelle dei celestini di Nova Velia (tutti e due in provincia di Salerno). In epoca postunitaria l\u2019archivio della badia di Cava si \u00E8 arricchito di altra documentazione: 122 pergamene (1025-1568) della badia di S. Maria di Materdomini provenienti dal comune di Nocera (in provincia di Salerno), 76 pergamene (1391-1572) di Roccagloriosa (in provincia di Salerno) donate dal barone Fernando de Caro e 49 pergamene (1508-1793) donate dal dottor Vincenzo Rubini di Capaccio (in provincia di Salerno). Il fondo pergamenaceo \u00E8 completato da 101 pergamene (secc. XIV-XV) utilizzate in precedenza come copertine di protocolli notarili. Durante il governo borbonico don Ignazio Rossi, dopo aver separato il materiale pergamenaceo da quello cartaceo, si dedic\u00F2 alla compilazione di un nuovo inventario, la cui ultima stesura \u00E8 del 1850. Un esemplare di questo inventario \u00E8 conservato nel Museo dell\u2019AS di Napoli: le pergamene sono regestate in ordine cronologico. Nel 1869 l\u2019abate Michele Morcaldi diede inizio alla pubblicazione integrale dei documenti in ordine cronologico. Solo in tempi pi\u00F9 recenti \u00E8 invece iniziata la sistemazione del materiale cartaceo." . "Archivio di Stato di Napoli. Sezione della Badia di Cava"^^ . "1"^^ . "" . .