descrizione contes...ico istituzionale
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Già ducato longobardo Trento fu capoluogo di marca carolingia. Nel 952 questa marca, assieme a quella di Verona, fu unita da Ottone I al ducato di Carantania ed entrò a far parte del regno di Germana. Gli imperatori tennero ad assicurarsi il controllo della via dell'Isarco e dell'Adige unendo il potere temporale a quello ecclesiastico mediante investiture della regione concesse a vescovi conti. si costituì così al principio del sec. XI il principato ecclesiastico <note>La prima concessione feudale al vescovo viene datata 1004 da quasi tutti gli storici; ma il diploma relativo è andato perduto </note> di Trento che - con diploma del 31 maggio 1027 - l'imperatore Corrado II riconfermava e ampliava. Il principato venne a ricomprendere quasi tutto il bacino dell'Adige, fino alla Chiusa di Verona <note> Questi confini del principato non coincidevano con quelli della diocesi di cui il vescovo era il capo spirituale </note> e durò per quasi otto secoli fino alla sua definitiva, formale secolarizzazione del 1803.<lb/>
Restavano però fuori del principato i paesi della Valsugana da Roncegno a Tezze e tutta la conca di Tesino e quella di Primiero: paesi questi compresi nel dominio temporale e spirituale del vescovo di Feltre, ma passati, dopo altre varie temporanee dominazioni tra la fine del sec. XIV e il principio del sec. XV, in potere degli Asburgo divenuti anche conti del Tirolo. Nelle valli dell'Avisio il confine fino al 1100 circa passava poco a nord di Predazzo e non molto dopo fu spostato poco a nord di Moena, restando la rimanente Val di Fassa sotto il dominio temporale e spirituale dei vescovi di Bressanone.<lb/>
Il principato vescovile, come tutte le signorie ecclesiastiche, doveva servirsi in particolari affari temporali (ad es. contese giudiziarie) di un rappresentante laico, detto avvocato della Chiesa. Questa carica, all'inizio solo di rappresentanza, assunse con il tempo sempre maggiore importanza, fino a divenire, con i conti del Tirolo - che ottennero addirittura l'ereditarietà di tale ufficio (1240) - un vero e proprio esercizio del potere temporale. Contemporaneamente all'accrescersi del loro potere e dell'influenza sul principe vescovo, i conti del Tirolo iniziarono con Mainardo II (1265) ad occupare di fatto gran parte del territorio del principato, limitando in tal modo il dominio del principe vescovo. Alla morte del giovane Mainardo III, nel 1363, la madre Margherita, detta Moultasch, cedette i suoi possessi tirolesi a Rodolfo IV duca d'Austria, che aggiunse agli altri titoli anche quello di conte del Tirolo. Nello stesso anno le " compattate " del 18 sett. 1363, tra Rodolfo IV e il vescovo di Trento Alberto di Ortenburg, sancivano tale stato di fatto con una serie di clausole che tutelavano soprattutto i diritti e gli interessi dei conti del Tirolo, i quali da allora in poi avrebbero governato direttamente larga parte del principato.<lb/>
Furono da loro, fra l'altro, recuperati al Tirolo possedimenti che erano appartenuti al principato: così, nel 1509, riebbero dai veneziani, oltre a Rovereto, anche i quattro vicariati di Ala, Avio, Brentonico e Mori; questi ultimi tornati però nel 1532 al principato.<lb/>
Il territorio del principato nei primi secoli era diviso in gastaldie con a capo un gastaldo, amministratore dei redditi del principe vescovo, giudice in affari civili e, se necessario, capo militare.<lb/>
verso la fine del sec. XIII ai gastaldi subentrarono i capitani o vicari (in seguito, a volte, sostituiti da luogotenenti o commissari), coadiuvati da un assessore (giudice) e da un massaro (amministratore delle entrate vescovili).<lb/>
Alcuni territori furono amministrati talvolta solo per alcuni periodi direttamente da funzionari vescovili (così, ad esempio, Castelcorno, le Giudicarie, Levico, Lodrone, Pergine, Riva, Borgo di Storo, Tenno, Trento, la al di Fiemme, la al di Ledro, le valli di Non e di Sole), mentre altre furono concesse in feudo dal principe vescovo a famiglie nobili trentine: Beseno e Caldonazzo ai Trapp, Castellano e Castelnuovo ai Lodron, Fai e Zambana agli Spaur, Grumès ai Barbi, Lodrone ai Lodron, Masi di Vigo e Tuenetto ai Thunn, i Quattro vicariati ai Castelbarco, Rabbi ai Thunn e Segonzano agli a Prato.<lb/>
Anche le prime circoscrizioni amministrative e giudiziarie che si vennero costituendo nei domini dei conti del Tirolo erano rette da capitani o vicari ed anche in questo caso alcune furono rette direttamente da funzionari dipendenti dai conti del Tirolo (Folgaria e pretura di Rovereto) ed altre invece concesse in feudo a nobili: Arco, Penede e Drena agli Arco, Arsio agli Arsio, Belfort ai saracini, Castelfondo ai Thunn, Castellalto ai Buffa, Castello di Fiemme agli Zenobio, Fiera di Primero ai Welsperg, Fiavon e Sporo agli Spaur, Gresta ai Castelbarco, Konigsberg e Cembra agli Zenobio, Ivano e Tesino ai Wolkenstein, Mezzocorona ai Firmian, Nomi ai Fedrigazzi e Telvana ai Giovanelli.
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