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  • REGNO DI NAPOLI (1806 - 1815)
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  • REGNO DI NAPOLI (1806 - 1815)
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  • 1806 - 1815
ha date contesto storico istituzionale
denominazione cont...ico istituzionale
  • REGNO DI NAPOLI (1806 - 1815)
descrizione contes...ico istituzionale
  • <bioghist> <p> <emph render="underline">30 mar. 1806-lug. 1808:</emph> con decreto imperiale 30 mar. 1806 Napoleone affida la corona del Regno di Napoli, dichiarato indipendente, al fratello Giuseppe Bonaparte; si delineano subito insorgenze antifrancesi con una mobilitazione delle masse, già sperimentate nel 1799; contro la rivolta in Calabria viene inviato il gen. Massena che vi riporta l’ordine entro la fine dell’anno alle segreterie di Stato subentrano i ministeri della giustizia, del culto, degli affari esteri, delle finanze, della guerra; il 31 marzo viene istituito il Ministero dell’interno cui spettano la direzione e la vigilanza dell’amministrazione provinciale e comunale, le competenze in materia di agricoltura, industria e commercio, lavori pubblici, istruzione, opere pie e istituti di pubblica utilità, belle arti, igiene e prigioni, mentre al Ministero della polizia generale, spettano compiti di informazione, prevenzione e repressione; nell’apr. 1807 viene soppresso il Ministero di Casa e siti reali e, in luogo degli intendenti dei siti reali, viene nominato un solo Intendente generale; vengono uniti il Ministero dell’ecclesiastico e culto con quello della marina; nell’apr. 1806 vengono istituiti a Napoli quattro Tribunali temporanei, ciascuno con competenza su tre province, con il compito di sbrigare in due mesi tutti i processi pendenti, avviati all’inizio del 1805 dalle giunte o commissioni istituite dal precedente regime; si realizza in sostanza un sistema fortemente accentrato, semplificato e uniformato, la cui caratteristica determinante è la separazione dell’amministrazione civile dal potere giudiziario; con decreto 15 mag. 1806 era stato istituito il Consiglio di Stato, presieduto dal re o suo delegato e composto di non più di ventiquattro membri, con il compito di esaminare tutte le questioni poste da ogni ministro ed esprimere parere obbligatorio sulle questioni tributarie, che viene modificato con decreti successivi del 1806-1807; con decreto 2 ago. 1806 viene soppresso il sistema feudale in base al quale tutte le terre del Regno debbono essere governate “secondo la legge comune”; le università continuano ad esercitare in nome del governo giurisdizioni e diritti di cui già erano in possesso e aggiungono le giurisdizioni sottratte ai feudatari, lasciando a questi i titoli di nobiltà e beni e diritti che non avessero carattere demaniale; l’applicazione della legge di soppressione della feudalità pone complesse difficoltà, i cui strascichi si protraggono per tutto il sec. XIX, con un contenzioso affidato dapprima ai tribunali ordinari e poi a due commissioni, la Commissione feudale e la Commissione per la legittimità dei diritti suscettibili di indennizzo; con ulteriori provvedimenti del set. 1806 e del giu. 1807 viene deciso che tutti i terreni demaniali (feudali, comunali, ecclesiastici e di luoghi pii) su cui erano esercitati usi civici siano assegnati ai fruitori di quegli usi in proporzione della quota di gradimento, con alcune eccezioni e secondo determinati criteri; le relative operazioni, affidate alle Intendenze, vengono esaminate da una Commissione speciale, nominata il 30 giu. 1807; con l. 15 mar. 1807 vengono aboliti i fedecommessi, mentre con l. 21 mag. 1806 erano state disposte per la Dogana di Foggia la censuazione di terre salde a coltura fra i coloni e loro attuali possessori a fini fiscali e altre misure per favorire la mobilizzazione delle proprietà e lo scioglimento di antiche servitù, cui consegue la soppressione del Tribunale e Dogana delle pecore di Foggia, cui subentra il Tavoliere di Puglia; con l. 24 gen. 1807 vengono sottoposte a censuazione le terre in proprietà dei luoghi pii e con vari provvedimenti si procede alla soppressione della Compagnia di Gesù e poi di altri ordini religiosi, con avocazione dei rispettivi beni allo Stato, lasciando alle tre maggiori abbazie benedettine di Cava dei tirreni, di Montevergine e di Montecassino il privilegio di conservare in loco i loro archivi e le loro biblioteche; la questione del Debito pubblico comporta la rapida costituzione di un fondo di “beni nazionali” derivante dai beni ecclesiastici incamerati e l’avocazione allo Stato degli arredamenti e di altri cespiti; con l. 27 giu. 1806 e l. 31 lug. 1806 viene costituito il Demanio dello Stato e organizzata la sua amministrazione con l’istituzione di una Commissione per la liquidazione del debito pubblico e di una Cassa di ammortizzazione del debito pubblico, nonché di una Cassa delle rendite e di un pubblico registro detto Gran libro del debito pubblico; seguono una riorganizzazione degli istituti finanziari che abilita il solo Banco di San Giacomo come banco di Corte, cioè a servizio del governo, e la riforma tributaria che fa della riforma fiscale parte integrante della sovranità e diritto inalienabile dello Stato, mutando radicalmente l’amministrazione finanziaria; vengono via via istituite le amministrazioni delle imposte dirette, delle imposte indirette, del demanio e del debito pubblico, in sostituzione di uffici della Camera della sommaria, soppressa nel dic. 1807, e sostituita dalla regia Corte dei conti, inaugurata il 3 feb. 1808; dal Ministero delle finanze dipendono le Direzioni delle imposte, istituite nelle province, i Controllori nei distretti e i Ripartitori comunali; al Ministero dell’interno fa capo la direzione e la vigilanza dell’amministrazione provinciale e comunale, disciplinata con l. 8 ago. 1806 che organizza il territorio del Regno di Napoli in quattro dipartimenti, Terra di Lavoro, Capitanata, Abruzzo e Calabria, e questi in tredici province, Napoli, tre Abruzzi, due Calabrie, due Principati, Terra di Lavoro, Capitanata, Bari, Otranto e Basilicata; con l. 27 set. 1806 il Molise è staccato dalla Capitanata; le province sono articolate in distretti e affidate a Intendenze con ampi poteri sui rispettivi territori; vengono istituiti Consigli di intendenza, Consigli generali provinciali per il contenzioso amministrativo, Consigli distrettuali per il riparto del carico tributario; viene uniformata l’organizzazione dei comuni, con sindaci, amministratori e Consigli comunali (Decurionati) eletti dalle assemblee o parlamenti comunali (poi sorteggiati tra i proprietari locali, in base a l. 18 ott. 1806), anche se rigidamente controllati dalle amministrazioni di livello superiore; a Napoli viene mantenuto uno statuto speciale; il Corpo della città di Napoli sostituisce il Senato e, successivamente, vi viene istituito anche il Decurionato come nelle altre città; con provvedimento 2 mar. 1808 vengono emanate norme per i rendiconti morali e materiali degli amministratori locali; con l. 20 mag. 1808 viene approvato un nuovo ordinamento giudiziario articolato in giudici di pace, in ogni comune (a Napoli uno per quartiere), tribunali di primo grado, uno per ciascuna nelle quattordici province, e quattro tribunali di appello (Napoli, Chieti, Altamura, Catanzaro), tribunali di commercio, tribunali criminali, uno per ciascuna nelle quattordici province, e una Corte di cassazione; seguono ulteriori provvedimenti sulla giustizia e, con decreto 22 giu. 1808 viene adottato il Codice napoleonico; con decreto 29 mar. 1807 viene introdotta la leva obbligatoria, mentre si cerca di ricostituire un esercito nazionale; con provvedimenti del lug. 1806 erano stati istituiti il Corpo del genio e la Guardia reale, viene riordinata l’Accademia militare della Nunziatella, sciolta nel 1805, come Scuola politecnica militare, disciplinate le polveri e la fabbrica di armi, nonché la ferriera della Mongiana in Calabria; destinato al trono di Spagna, Giuseppe Bonaparte, in data 20 giu. 1808, emana da Bayonne uno “statuto costituzionale del Regno” che in 11 articoli delinea le norme per l’ordinamento dello Stato e della Corona, stabilendo la religione cattolica come religione di Stato<lb/> <emph render="underline">5 lug. 1808-20 mag. 1815:</emph> a seguito di un trattato del 5 lug. 1808 tra Napoleone e Giuseppe Bonaparte, l’imperatore cede al fratello tutti i suoi diritti alla corona di Spagna e delle Indie, mentre Giuseppe restituisce i suoi diritti alla corona delle Due Sicilie; con successivo trattato del 15 luglio si assegna a Gioacchino Murat, grande ammiraglio di Francia, il regno delle Due Sicilie; il 12 ago. 1808 Murat arriva a Napoli e assume i poteri il 15 seguente; nel mese di ottobre Murat riconquista Capri, occupata dagli inglesi, e pensa immediatamente a una spedizione in Sicilia, per la quale tuttavia non ottiene l’assenso dell’imperatore; la difficile posizione del Murat, consapevole della sudditanza del Regno alla Francia, avvia un progressivo incrinarsi dei rapporti con Napoleone; impiega circa un anno per una soddisfacente composizione del governo e nel frattempo si dedica alla riorganizzazione della Guardia nazionale e, più in generale, alla riorganizzazione delle forze armate e con decreto 7 mar. 1809 ordina la coscrizione; l’adozione del Codice napoleonico nel Regno, predisposta già da Giuseppe Bonaparte, comporta discussioni in ordine a esigenze di adattamento a situazioni locali e in materia di matrimonio, per l’introduzione del divorzio; solo dal 1° apr. 1809 entrano in vigore il codice di procedura civile e il codice di commercio, mentre il Codice penale francese viene introdotto con decreto 23 apr. 1812; sotto il Murat si avvia l’applicazione della riforma dell’ordinamento giudiziario approvato con l. 20 mag. 1808; il 17 dic. 1808 viene soppressa la real Camera di Santa Chiara, il 20 tutti gli altri tribunali, primi fra tutti la Gran corte della vicaria e il Sacro consiglio; vengono istituite la Camera di disciplina notarile, con provvedimento 3 gen. 1809, dopo la soppressione dell’Ufficio di mastrodatti dei notai, e il 15 luglio la Camera di disciplina degli avvocati di Napoli, che di massima aderivano in precedenza alla congregazione laicale di Sant’Ivone; già dal 1786 esisteva l’Archivio generale pubblico per la registrazione e conservazione dei contratti e, pertanto, con la Camera di disciplina notarile si perfeziona l’organizzazione della professione dei notai, dichiarati pubblici ufficiali e nominati a vita dal re; Murat dà impulso all’attività della Commissione feudale, istituita dal re Giuseppe, che riesce a concludere i suoi lavori nell’agosto 1810; con l. 7 ago. 1809 Murat realizza la soppressione di tutti gli ordini religiosi che siano in possesso di beni, salvo provvisoriamente gli Scolopi e gli ospedalieri; ulteriori disposizioni vengono prese per il consolidamento e la conversione del debito pubblico; con l. 24 feb. 1809 viene approvata una organica riforma dell’amministrazione delle imposte dirette e, nel 1810, si procede alla soppressione di 36 dogane interne, mentre l’adesione di Napoleone al “blocco continentale” (divieto di commerciare con la Gran Bretagna) per colpire gli inglesi induce aumenti di tariffe contrari ai positivi effetti delle liberalizzazioni realizzate; la riforma fiscale, che si basava sulla contribuzione fondiaria e d’industria, migliora le finanze dello Stato ma non risolve inconvenienti e carenze, cui si cerca di ovviare con il decreto 4 apr. 1809 istitutivo della Giunta delle contribuzioni dirette che però non raggiunge gli obiettivi prefissati e, tra varie misure, si introduce una tassa personale poi abolita nel 1814, a partire dal 1° gen. 1815; Murat istituisce il Banco nazionale delle Due Sicilie, nel quale confluisce anche il Banco di San Giacomo; sia sotto il regno di Giuseppe che con Murat vengono istituite molte scuole pubbliche i cui risultati, tuttavia, non sono positivi e quindi, con decreto 27 gen. 1809, viene istituita una Commissione per l’istruzione con il fine di proporre un testo di legge per un sistema di istruzione pubblica diffuso nel territorio che conclude i suoi lavori con un progetto così costoso da risultare impraticabile; ad altro progetto realizzato presso il Ministero dell’interno, segue la costituzione di una nuova Commissione che elabora un progetto posto a base del decreto organico per l’istruzione pubblica emanato il 29 nov. 1811, con il quale diventa gratuita l’istruzione primaria, già riordinata con decreto 15 set. 1810; vengono riaperti istituti di ordini religiosi se dediti all’istruzione; vengono istituite ulteriori importanti istituzioni culturali; nel corso del 1814 vengono istituite quattro Commissioni per la riforma dei codici, delle finanze pubbliche, delle amministrazioni comunali e dell’esercito; vengono approvate misure per la liberalizzazione dei commerci e il 18 ago. 1814 si decide il ritorno al vecchio sistema monetario dei ducati; con decreti 21 e 22 mag. 1814 viene abolita la coscrizione obbligatoria; a livello periferico si mantiene l’ordinamento approvato da Giuseppe Bonaparte e vengono acquisite al Regno Benevento e Pontecorvo, già enclaves pontificie nello Stato napoletano; erano ripresi, nel corso del 1809, il brigantaggio e ribellioni locali, mentre Murat si propone di organizzare la spedizione in Sicilia, anche se il delinearsi di un’altra guerra della Francia con Vienna ne impongono il rinvio (vittoria di Napoleone sulla quinta coalizione, composta da Inghilterra e Austria, conclusa con la pace di Vienna del 14 ott. 1809, che segna la massima espansione del potere della Francia); a una fallita spedizione anglo-sicula contro il Regno, segue un’ulteriore intensificarsi del brigantaggio fomentato sia dagli inglesi che dai Borboni, rifugiati in Sicilia, mentre i rapporti di Murat con Napoleone si inaspriscono anche dopo aver ricevuto l’autorizzazione imperiale all’impresa siciliana, la cui conclusione infelice acuisce le tensioni con l’imperatore; alla moderazione cui si era improntata la lotta contro il brigantaggio seguono due decreti del set. 1809 che istituiscono le Commissioni militari per una dura repressione che impegna il governo per circa due anni; nel corso del 1811 Murat cerca di accentuare l’indipendenza del Regno da Napoleone e mira alla ricomposizione effettiva del regno delle Due Sicilie; il 7 giu. 1811 viene soppresso l’ufficio di Governatore generale retto da un francese e, con decreto 14 giu. 1811, costringe i quadri francesi dell’amministrazione del Regno a lasciare i loro uffici o ad acquisire la cittadinanza napoletana; Napoleone con decreto 6 lug. 1811 neutralizza l’efficacia del decreto muratiano e affida al gen. Grenier il comando delle truppe francesi nel Regno; nonostante i rapporti tesi, Murat partecipa alla disastrosa campagna di Russia; quando si costituisce la sesta coalizione, cui prendono parte Gran Bretagna, Russia, Prussia, Svezia e, dopo un tentativo di mediazione, l’Austria, che inizia l’offensiva nel feb. 1813, Murat, che non sembra ancora avere un disegno di monarchia italiana sotto di lui, l’11 gen. 1814 stringe un trattato di alleanza con l’Austria che gli garantisce il mantenimento del Regno in cambio della collaborazione tra i due eserciti sulla penisola, e poi un accordo con la Gran Bretagna; il 23 gen. 1814 Murat parte da Napoli e il 31 gennaio stabilisce a Bologna il suo quartier generale occupando tutta la Romagna e le Marche, mentre altre sue truppe avanzano in Toscana fino a Pisa e Lucca; istituisce il Ministero dei dipartimenti italici con il compito di amministrare i territori dell’Italia centro-settentrionale occupati nel periodo gen. 1814-mag. 1815; liberato da Napoleone, giunge a Bologna anche il papa Pio VII che, ottenuto dal Murat il recupero di Roma e delle terre del Patrimonio lasciando a questi il governo degli altri territori ex-pontifici, si trasferisce a Cesena; l’invasione della Francia toglie peso all’intervento di Murat che deve anche fronteggiare ribellioni nel suo Stato; il delinearsi della sconfitta di Napoleone e la stipulazione della Quadruplice alleanza (Gran Bretagna, Russia, Prussica e Austria) il 6 apr. 1814 per gestire il nuovo assetto europeo indeboliscono ulteriormente la posizione di Murat; Napoleone abdica senza condizioni e i Borbone tornano sul trono di Francia; il 20 apr. 1814, in seguito a una convenzione con Parma, Murat restituisce la Toscana a Ferdinando III di Asburgo Lorena, senza neanche preoccuparsi dello Stato dei Presidi che la corona napoletana perde; a seguito della pace di Parigi (30 mag. 1814) i vincitori decidono di affidare a un Congresso delle potenze il futuro assetto dell’Europa, esiliando Napoleone all’isola d’Elba; accordi segreti stabiliti il 30 maggio prevedono la decadenza di tutti i regnanti della famiglia Bonaparte e la rivendicazione da parte dei Borboni che alla loro Casa vengano restituite la Spagna, Napoli e Parma, mentre il papa reclama le Marche occupate dai napoletani e le Legazioni occupate dagli austriaci; in sostanza sia il papa che tutte le potenze europee sono ostili al Murat, il quale riallaccia rapporti con Napoleone e ne appoggia il progetto avventuroso, nella convinzione di poter a sua volta realizzare il proprio disegno italiano; nell’aprile 1815 Murat risale la penisola, stabilendo il quartier generale ad; alla fine di marzo aveva annesso le Marche con i distretti di Urbino, Pesaro e Gubbio; l’Inghilterra, il 9 aprile, e l’Austria il 12 gli dichiarano guerra, quando tutta la penisola fino alla Toscana, all’Emilia e alle Romagne erano cadute in suo potere; dal 15 aprile inizia il ripiegamento che culmina nello scontro di Tolentino (4 mag. 1815) quando già sono perdute la Toscana e Roma e gli austriaci invadono l’Abruzzo; nello Stato si agitano rivolte di Carbonari, mentre ai primi di maggio viene resa nota una costituzione pubblicata da Murat a Rimini il 30 marzo; ma ormai gli austriaci sono a Capua, sei province sono in mano ai Borboni e le altre sembrano attendere il re Ferdinando, pronto a salpare da Messina; affidato l’incarico del comando dell’esercito al Carascosa che con il Colletta deve trattare con i vincitori, Murat lascia Napoli nella notte tra il 19 e il 20 maggio; il 20 maggio viene concluso un armistizio con gli austriaci e gli inglesi che è in sostanza una resa completa con la consegna del Regno ai vincitori, salvo Ancona, Pescara e Gaeta in cui si trovano ancora truppe muratiane; salvo pochi disordini le clausole del trattato-armistizio che prevedono una sostanziale amnistia per tutta la popolazione e misure di salvaguardia per il debito pubblico e il mantenimento delle vendite dei beni dello Stato trovano puntuale applicazione dopo il ritorno dei Borboni.</p> <list> <head>legge 8 ago. 1806:</head> <item>Napoli</item> <item>Abruzzo Citeriore (Chieti)</item> <item>Abruzzo Ulteriore Primo (Teramo)</item> <item>Abruzzo Ulteriore Secondo (Aquila)</item> <item>Calabria Citeriore (Cosenza)</item> <item>Calabria Ulteriore (Monteleone)</item> <item>Principato Citeriore (Salerno)</item> <item>Principato Ulteriore (Avellino)</item> <item>Terra di Lavoro (Santa Maria di Capua, ora Santa Maria Capua Vetere)</item> <item>Capitanata (Foggia)</item> <item>Molise (Campobasso, la provincia del Molise è separata da Capitanata con l. 27 set. 1806)</item> <item>Terra di Bari</item> <item>Terra d’Otranto (Lecce)</item> <item>Basilicata (Potenza)</item> </list> </bioghist> <bioghist> <head>Ripartizione territoriale</head> <p> <table> <head>Legge “sulla divisione amministrativa delle province del regno”, 8 agosto 1806 n. 132</head> <tgroup cols="3"> <thead> <row> <entry>Province</entry> <entry>Capitali</entry> <entry>Capoluoghi dei distretti</entry> </row> </thead> <tbody> <row> <entry>Napoli</entry> <entry>Napoli</entry> <entry>Napoli; Pozzuoli; Castellammare<note>Castellammare di Stabia. Il decreto 28 gennaio 1809 n.271 previde un ulteriore distretto con capoluogo Casoria.</note> </entry> </row> <row> <entry>Prima d'Abruzzo ulteriore</entry> <entry>Teramo</entry> <entry>Teramo; Civita di Penne<note>Penne, ora in provincia di Pescara.</note> </entry> </row> <row> <entry>Seconda d'Abruzzo ulteriore</entry> <entry>Aquila (L'Aquila)</entry> <entry>Aquila (L'Aquila); Civita Ducale<note>Città ducale, ora in provincia di Rieti.</note>; Sulmona</entry> </row> <row> <entry>Abruzzo Citeriore</entry> <entry>Chieti</entry> <entry>Chieti; Lanciano</entry> </row> <row> <entry>Terra di Lavoro</entry> <entry>S. Maria</entry> <entry>Santa Maria<note>Santa Maria Capua Vetere. Con decreto 26 settembre 1808 n. 182 l'Intendenza fu trasferita a Capua.</note>; Gaeta; Sora<note>Il decreto 8 giugno 1810 n. 661 stabilì un quarto distretto con capoluogo Nola.</note> </entry> </row> <row> <entry>Principato citeriore</entry> <entry>Salerno</entry> <entry>Salerno; Bonati (Vibonati); Sala (Sala Consilina)</entry> </row> <row> <entry>Principato ulteriore</entry> <entry>Avellino</entry> <entry>Avellino; Montefusco; Ariano (Ariano Irpino)</entry> </row> <row> <entry>Capitanata e Contado di Molise<note>Con legge 27 settembre 1806 n. 189, il Contado di Molise fu separato dalla Capitanata ed eretto in provincia a parte, la sede dell'Intendenza fu fissata in Campobasso, fu prevista una Sottointendenza in Isernia.</note> </entry> <entry>Foggia</entry> <entry>Foggia; Manfredonia; Campobasso; Isernia</entry> </row> <row> <entry>Terra di Bari</entry> <entry>Bari<note>In seguito al decreto 26 settembre 1808 n. 182 l'Intendenza di Terra di Bari fu trasferita da Bari a Trani. Il successivo decreto 7 novembre 1808 n. 205, peraltro, revocò la precedente disposizione, sancendo il ritorno dell'ufficio in Bari.</note> </entry> <entry>Bari; Barletta; Altamura</entry> </row> <row> <entry>Terra di Otranto</entry> <entry>Lecce</entry> <entry>Lecce; Taranto; Mesagne</entry> </row> <row> <entry>Basilicata</entry> <entry>Potenza</entry> <entry>Potenza; Matera; Lagonegro</entry> </row> <row> <entry>Calabria citeriore</entry> <entry>Cosenza</entry> <entry>Cosenza; Rossano (Rossano Calabro); Castrovillari; Amantea</entry> </row> <row> <entry>Calabria ulteriore</entry> <entry>Monteleone (Vibo Valentia)</entry> <entry>Monteleone (Vibo Valentia); Catanzaro; Reggio (Reggio di Calabria); Gerace</entry> </row> </tbody> </tgroup> </table> <table> <head>Decreto 4 maggio 1811 n. 922, "per la nuova circoscrizione delle quattordici province del Regno di Napoli"</head> <tgroup cols="3"> <thead> <row> <entry>Province</entry> <entry>Capitali</entry> <entry>Capoluoghi dei distretti</entry> </row> </thead> <tbody> <row> <entry>Napoli</entry> <entry>Napoli</entry> <entry>Napoli (distretto urbano); Napoli (distretto extraurbano); Casoria; Pozzuoli; Castellamare</entry> </row> <row> <entry>Terra di Lavoro</entry> <entry>Capua</entry> <entry>Capua; Piedimonte (Piedimone d'Alife); Gaeta; Sora; Nola</entry> </row> <row> <entry>Prima d'Abruzzo ulteriore</entry> <entry>Teramo</entry> <entry>Teramo; Penne</entry> </row> <row> <entry>Seconda d'Abruzzo ulteriore</entry> <entry>Aquila (L'Aquila)</entry> <entry>Aquila (L'Aquila); Città Ducale; Sulmona; Avezzano</entry> </row> <row> <entry>Abruzzo citeriore</entry> <entry>Chieti</entry> <entry>Chieti; Lanciano; Vasto</entry> </row> <row> <entry>Molise</entry> <entry>Campobasso</entry> <entry>Campobasso; Larino; Isernia</entry> </row> <row> <entry>Capitanata</entry> <entry>Foggia</entry> <entry>Foggia; San Severo; Bovino</entry> </row> <row> <entry>Terra di Bari</entry> <entry>Bari</entry> <entry>Bari; Barletta; Altamura</entry> </row> <row> <entry>Terra d'Otranto<note>Con decreto 21 aprile 1813 n. 1697 fu costituito il nuovo distretto di Gallipoli.</note> </entry> <entry>Lecce</entry> <entry>Lecce; Mesagne <note>Con il decreto sopra citato il distretto di Mesagne si denominò distretto di Brindisi, con Brindisi capoluogo</note>; Taranto</entry> </row> <row> <entry>Basilicata</entry> <entry>Potenza</entry> <entry>Potenza; Melfi; Matera; Lagonegro</entry> </row> <row> <entry>Calabria citeriore</entry> <entry>Cosenza</entry> <entry>Cosenza; Castrovillari; Paola; Rossano</entry> </row> <row> <entry>Calabria ultra</entry> <entry>Monteleone</entry> <entry>Monteleone; Gerace; Catanzaro; Reggio (Reggio di Calabria)</entry> </row> <row> <entry>Principato citeriore</entry> <entry>Salerno</entry> <entry>Salerno; Campagna; Sala; Vallo (Vallo della Lucania)</entry> </row> <row> <entry>Principato ulteriore</entry> <entry>Avellino</entry> <entry>Avellino; S. Angelo dei Lombardi; Ariano</entry> </row> </tbody> </tgroup> </table> </p> </bioghist>
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