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  • Pirelli Giovanni
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  • Pirelli Giovanni
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  • Giovanni Pirelli (Velate, 1918 - Sampierdarena, 1973), figlio di Alberto e di Ludovica Zambeletti, proviene da una tra le più importanti dinastie industriali italiane. La sua educazione è rigorosa, a diciotto anni consegue la licenza liceale, in seguito si iscrive all'università Bocconi ove si laurea nel 1940 in economia e commercio. Nel 1938 entra alla Scuola allievi ufficiali di Bassano del Grappa. Durante la seconda guerra mondiale presta servizio dapprima in Francia, poi in Grecia e Montenegro; trascorre sei mesi a Berlino presso l'Ambasciata italiana, prima di essere inviato in Russia (1942-43) e poi in Francia meridionale. Catturato dopo l'otto settembre 1943 con altri ufficiali in quanto decide di non unirsi ai tedeschi. Riesce a fuggire e a raggiungere la Val d'Aosta attraverso i monti. Partecipa alla Resistenza in val Chiavenna in qualità di commissario politico della 90ª brigata Garibaldi Zampiero, assume il nome di battaglia Pioppo. Nel dopoguerra lavora alla Pirelli di Milano, sino al 1948, quale impiegato di prima categoria: in particolare si occupa del Centro culturale Pirelli, dell'Ufficio stampa e della rivista "Pirelli". Nel 1946 si iscrive al Partito socialista di unità proletaria, alle elezioni del 1948 aderisce al Fronte popolare. Nel 1950 entra nella redazione di "Movimento operaio", nello stesso anno avvia a scrivere su "Avanti!". Al 1950 risale anche la prima fase della ricerca effettuata con Piero Malvezzi che porterà alla pubblicazione dei volumi "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" (Einaudi, 1952) e "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea" (Einaudi, 1954): Giovanni Pirelli trarrà dal primo volume un adattamento teatrale e poi la sceneggiatura per un cortometraggio (realizzato nel 1952, diretto da Fausto Fornari). Nel 1951 Pirelli si trasferisce a Roma, dove entra a far parte della sezione cultura e studi del Psi diretta da Raniero Panzieri. Nel 1953 sposa Marinella Marinelli, relazione che porterà alla nascita di Francesco e di Piero. Negli anni Cinquanta Pirelli collabora alla realizzazione delle sceneggiature per i documentari "I fratelli Rosselli" (1956) e "Il delitto Matteotti" (1959), entrambi con la regia di Nelo Risi. Nel 1955 Pirelli è eletto membro dirigente del Comitato per la pace di Helsinki. Nel 1958 Giovanni Pirelli crea e sostiene l'Istituto Rodolfo Morandi e nel 1961 sarà tra i fondatori e i finanziatori dei "Quaderni rossi" di Raniero Panzieri (inizialmente stampati dalle Edizioni Avanti!). Nel 1962 diviene principale azionista e presidente delle Edizioni Avanti! (cui aveva partecipato sin dal 1953) e procede all'acquisto del 30 per cento azionario della casa editrice Einaudi. Nel 1965 è pubblicato "A proposito di una macchina", primo romanzo di Giovanni Pirelli (edito da Einaudi). Con il 1968 Pirelli sostiene e finanzia la pubblicazione di materiali politici presso le Edizioni Oriente e gli scritti di Panzieri. Nel 1972 Fabbri edita una raccolta di scritti di Pirelli per ragazzi, titolata "Giovannino e i suoi fratelli". Pirelli sostiene con impegno la lotta dei popoli contro la colonizzazione, in particolare il Fronte di liberazione nazionale algerino in Francia: Pirelli avvia a raccogliere testimonianze di prigionieri di guerra algerini sin dal 1960; nel 1962 presenta la mostra fotografica "La nazione Algeria", in seguito si impegna per fare pubblicare in Italia materiale sulla guerra di liberazione algerina. Nel 1961 conosce a Tunisi lo psichiatra e filosofo Frantz Fanon (1925-1961), di cui Pirelli riesce a far pubblicare le opere nel 1971. Nel 1963 fonda il Centro di documentazione Frantz Fanon, struttura che intende indagare e sostenere la lotta dei movimenti di decolonizzazione in Asia, Africa e America latina - animata da Pirelli, Romano Alquati, Franco Borelli, Savino D'Amico e Sergio Spazzali. L'interesse di Giovanni Pirelli per la musica è concretizzato nella collaborazione ai testi de "A floresta è jovem e cheja de vida" di Luigi Nono e poi nel sostegno alla casa discografica Arcophon di Angelo Ephrikian. La collaborazione con le Edizioni del Gallo (costituite nel 1964 da una collana delle Edizioni Avanti!) si intensificano: Pirelli ha interesse verso le attività dirette dalla casa editrice alle fonti orali quali il Nuovo canzoniere italiano e l'Istituto Ernesto de Martino. Giovanni Pirelli muore il 3 aprile 1973 a seguito di un incidente automobilistico. Il fondo Giovanni Pirelli conservato in Istituto è composto da due serie, denominate "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea" e "Documentari". Il fondo è costituito da quindici fascicoli, contenenti materiali interamente in copia fotostatica donati da Francesco e Piero Pirelli, figli di Giovanni, tra 2007 e 2009. Il materiale sulle lettere di condannati della Resistenza europea integra e completa la documentazione presente nel fondo "Piero Malvezzi - Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana ed europea". Il fondo si integra inoltre con il materiale proveniente dal Centro di documentazione Frantz Fanon, acquisito dall'Istituto nel 2010. In relazione all'attività cinematografica di Giovanni Pirelli si segnala che il documentario "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" è visibile sul portale dell'ist <a href="tuto all'indirizzo http://www.italia-liberazione.it/it/cortome">tuto all'indirizzo http://www.italia-liberazione.it/it/cortome</a> raggiofornari.php. Si segnala infine che copie in pellicola dei documentari sono conservate presso la Cineteca italiana di Milano e presso la Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma. La documentazione originale è conservata dalla famiglia.
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  • non indicato
ha conservatore
ha date complesso archivistico
ha statusProvenienza
abstract
  • Giovanni Pirelli (Velate, 1918 - Sampierdarena, 1973), figlio di Alberto e di Ludovica Zambeletti, proviene da una tra le più importanti dinastie industriali italiane. La sua educazione è rigorosa, a diciotto anni consegue la licenza liceale, in seguito si iscrive all'università Bocconi ove si laurea nel 1940 in economia e commercio. Nel 1938 entra alla Scuola allievi ufficiali di Bassano del Grappa. Durante la seconda guerra mondiale presta servizio dapprima in Francia, poi in Grecia e Montenegro; trascorre sei mesi a Berlino presso l'Ambasciata italiana, prima di essere inviato in Russia (1942-43) e poi in Francia meridionale. Catturato dopo l'otto settembre 1943 con altri ufficiali in quanto decide di non unirsi ai tedeschi. Riesce a fuggire e a raggiungere la Val d'Aosta attraverso i monti. Partecipa alla Resistenza in val Chiavenna in qualità di commissario politico della 90ª brigata Garibaldi Zampiero, assume il nome di battaglia Pioppo. Nel dopoguerra lavora alla Pirelli di Milano, sino al 1948, quale impiegato di prima categoria: in particolare si occupa del Centro culturale Pirelli, dell'Ufficio stampa e della rivista "Pirelli". Nel 1946 si iscrive al Partito socialista di unità proletaria, alle elezioni del 1948 aderisce al Fronte popolare. Nel 1950 entra nella redazione di "Movimento operaio", nello stesso anno avvia a scrivere su "Avanti!". Al 1950 risale anche la prima fase della ricerca effettuata con Piero Malvezzi che porterà alla pubblicazione dei volumi "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" (Einaudi, 1952) e "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea" (Einaudi, 1954): Giovanni Pirelli trarrà dal primo volume un adattamento teatrale e poi la sceneggiatura per un cortometraggio (realizzato nel 1952, diretto da Fausto Fornari). Nel 1951 Pirelli si trasferisce a Roma, dove entra a far parte della sezione cultura e studi del Psi diretta da Raniero Panzieri. Nel 1953 sposa Marinella Marinelli, relazione che porterà alla nascita di Francesco e di Piero. Negli anni Cinquanta Pirelli collabora alla realizzazione delle sceneggiature per i documentari "I fratelli Rosselli" (1956) e "Il delitto Matteotti" (1959), entrambi con la regia di Nelo Risi. Nel 1955 Pirelli è eletto membro dirigente del Comitato per la pace di Helsinki. Nel 1958 Giovanni Pirelli crea e sostiene l'Istituto Rodolfo Morandi e nel 1961 sarà tra i fondatori e i finanziatori dei "Quaderni rossi" di Raniero Panzieri (inizialmente stampati dalle Edizioni Avanti!). Nel 1962 diviene principale azionista e presidente delle Edizioni Avanti! (cui aveva partecipato sin dal 1953) e procede all'acquisto del 30 per cento azionario della casa editrice Einaudi. Nel 1965 è pubblicato "A proposito di una macchina", primo romanzo di Giovanni Pirelli (edito da Einaudi). Con il 1968 Pirelli sostiene e finanzia la pubblicazione di materiali politici presso le Edizioni Oriente e gli scritti di Panzieri. Nel 1972 Fabbri edita una raccolta di scritti di Pirelli per ragazzi, titolata "Giovannino e i suoi fratelli". Pirelli sostiene con impegno la lotta dei popoli contro la colonizzazione, in particolare il Fronte di liberazione nazionale algerino in Francia: Pirelli avvia a raccogliere testimonianze di prigionieri di guerra algerini sin dal 1960; nel 1962 presenta la mostra fotografica "La nazione Algeria", in seguito si impegna per fare pubblicare in Italia materiale sulla guerra di liberazione algerina. Nel 1961 conosce a Tunisi lo psichiatra e filosofo Frantz Fanon (1925-1961), di cui Pirelli riesce a far pubblicare le opere nel 1971. Nel 1963 fonda il Centro di documentazione Frantz Fanon, struttura che intende indagare e sostenere la lotta dei movimenti di decolonizzazione in Asia, Africa e America latina - animata da Pirelli, Romano Alquati, Franco Borelli, Savino D'Amico e Sergio Spazzali. L'interesse di Giovanni Pirelli per la musica è concretizzato nella collaborazione ai testi de "A floresta è jovem e cheja de vida" di Luigi Nono e poi nel sostegno alla casa discografica Arcophon di Angelo Ephrikian. La collaborazione con le Edizioni del Gallo (costituite nel 1964 da una collana delle Edizioni Avanti!) si intensificano: Pirelli ha interesse verso le attività dirette dalla casa editrice alle fonti orali quali il Nuovo canzoniere italiano e l'Istituto Ernesto de Martino. Giovanni Pirelli muore il 3 aprile 1973 a seguito di un incidente automobilistico. Il fondo Giovanni Pirelli conservato in Istituto è composto da due serie, denominate "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea" e "Documentari". Il fondo è costituito da quindici fascicoli, contenenti materiali interamente in copia fotostatica donati da Francesco e Piero Pirelli, figli di Giovanni, tra 2007 e 2009. Il materiale sulle lettere di condannati della Resistenza europea integra e completa la documentazione presente nel fondo "Piero Malvezzi - Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana ed europea". Il fondo si integra inoltre con il materiale proveniente dal Centro di documentazione Frantz Fanon, acquisito dall'Istituto nel 2010. In relazione all'attività cinematografica di Giovanni Pirelli si segnala che il documentario "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" è visibile sul portale dell'ist <a href="tuto all'indirizzo http://www.italia-liberazione.it/it/cortome">tuto all'indirizzo http://www.italia-liberazione.it/it/cortome</a> raggiofornari.php. Si segnala infine che copie in pellicola dei documentari sono conservate presso la Cineteca italiana di Milano e presso la Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma. La documentazione originale è conservata dalla famiglia.
scheda provenienza href
scheda SAN
consistenza
  • Buste: 3 Fascicoli: 15
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  • Buste: 3 Fascicoli: 15
forma autorizzata complesso archivistico
  • Pirelli Giovanni
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  • Pirelli Giovanni
record provenienza id
  • IT-INSMLI-A00-01242-00-00-00000-000-000
sistema provenienza
  • INSMLI
tipologia complesso
  • fondo
is è conservatore di of
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