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| - Il fondo don Agostino Vismara è costituito dall'archivio personale di don Agostino, sacerdote e figura di rilievo nel movimento cattolico e nell'antifascismo bergamasco. Il fondo si è costruito negli anni come memoria privata e strumento di lavoro, in cui spesso è arduo distinguere nettamente i due diversi piani. La conservazione del cospicuo patrimonio di carte è stata assicurata dalla nipote Luisa Vismara - vissuta con lui dal 1947 al 1967, anno della morte di don Vismara -, che ne ha avviato un primo riordino parziale attorno al 1983-1984. Il lavoro, poi interrotto, viene ripreso tra il 1991 e il 1992, periodo in cui decide di versare la totalità delle carte all'Istituto; il riordino viene a questo punto completato con la consulenza dei collaboratori dell'Istituto e, in particolar modo, di Giuliana Bertacchi. Parecchi anni prima, del resto, Luisa Vismara con l'aiuto di Gianni Barachetti della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, aveva provveduto ad estrarre, ordinare e, in certi casi, trascrivere una parte limitata ma preziosa delle carte dello zio, inerente la detenzione in carcere nel 1943-1944, la successiva deportazione a Dachau e l'attività svolta per l'Associazione perseguitati politici antifascisti di Bergamo. A queste carte sono stati uniti biglietti e lettere dal carcere, conservate dai familiari cui erano state indirizzate. La documentazione è stata versata all'Istituto nel 1972. Nel corso degli anni, il complesso dell'archivio ha subito decurtazioni di segno e carattere assai diverso. Una manomissione avvenne in circostanze drammatiche nel novembre del 1943, quando don Vismara venne arrestato. La perquisizione dell'abitazione venne effettuata congiuntamente da tedeschi e fascisti che, nell'occasione, oltre alle carte, asportarono denaro, oggetti e beni di consumo: un vero e proprio saccheggio documentato dalle pratiche di risarcimento conservate nel fondo. Dopo la morte di don Agostino, parecchi faldoni riguardanti l'Opera Bonomelli e la Società Casa mia vennero prelevati da inviati della Curia vescovile di Bergamo. Questa documentazione, assai consistente, immessa nell'Archivio della Curia (Carte Opera Bonomelli), era collocata a parte e raccoglieva probabilmente gli atti formali e ufficiali degli enti in questione, con caratteristiche di organicità e di completezza che non si riscontrano nella pur discreta quantità di carte di analogo argomento rimaste nell'archivio privato del sacerdote. Un'altra decurtazione, di entità assai minore, si dovette verificare nello stesso periodo. Si è rintracciato, infatti, un elenco di documenti che fa pensare a una nota di consegna, firmato da don Giovanni Maria Pizzigalli, collaboratore di don Vismara. Sono stati puntualmente restituiti e reintrodotti nel fondo i numeri sparsi di periodici e la raccolta di ritagli stampa, affidati in prestito a don Luigi Canali della Comunità missionaria del Paradiso. Avviato il riordino, Luisa Vismara si è preoccupata di reintegrare per quanto possibile l'archivio, raccogliendo presso i parenti lettere e scritti dello zio e qualche altro documento significativo, come ad esempio, la raccolta degli articoli di G. Martin Gilbert sul processo di Norimberga, apparsi su "Il Tempo" di Roma tra il 1957 e il 1958. Sono stati inoltre inseriti nel fondo scritti commemorativi dedicati a don Vismara e materiale di documentazione sull'Associazione Opera Agostino Vismara. E' stato possibile rispettare o ripristinare nelle linee essenziali l'ordinamento originario per la maggior parte delle carte, grazie anche alle intestazioni delle cartelle e dei fascicoli, anche se non in tutti i casi corrispondenti al contenuto, che per altro raccoglievano solo una parte delle carte. Il rispetto dell'ordine stabilito da don Vismara spiega una certa disomogeneità quantitativa nella suddivisione interna delle buste, talora frazionata fino al singolo documento. Non si può neppure escludere che la documentazione più corposa sia stata collocata nell'altra sezione dell'archivio - ora presso la Curia vescovile di Bergamo - lasciando invece in questi fascicoli le parti giudicate accessorie o più strettamente personali. Pubblico e privato si intrecciano costantemente specie nella corrispondenza, elemento ragguardevole e caratterizzante dell'intero fondo, che tuttavia non presentava un preciso ordine ed erano rimaste per lo più sparse tra materiali eterogenei. Queste carte sono state raggruppate e ordinate cronologicamente, mentre non si è mutata la collocazione di lettere e carteggi già inseriti in fascicoli di argomento specifico. Biglietti, minute, corrispondenze, annotazioni rispecchiano soprattutto il carattere di strumento di lavoro dell'archivio nel suo farsi, più evidente nella parte anteriore al 1943 che in quella successiva alla liberazione. Le molteplici attività intraprese da don Vismara nel secondo dopoguerra sono meno documentate delle precedenti (scarsi i materiali sulla partecipazione al Consiglio comunale di Bergamo, tra il 1946 e il 1951 e sulla carica di consiglire dell'Eca, ricoperta nel decennio 1946-1956). Numeri sparsi, stralci di periodici, alcuni opuscoli sono stati conservati unitamente alle carte, in un evidente rapporto di integrazione o di corredo. Don Vismara, inoltre aveva collocato accanto alle carte, anzichè in biblioteca, altre pubblicazioni, assegnando ad esse un significato particolare: anche questi materiali a stampa sono stati inseriti nel fondo. Si segnala infine la presenza di un album contenente centodieci fotografie: il documento è conservato presso l'Archivio fotografico dell'Istituto.
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dc:date
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ha conservatore
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ha date complesso archivistico
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ha statusProvenienza
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abstract
| - Il fondo don Agostino Vismara è costituito dall'archivio personale di don Agostino, sacerdote e figura di rilievo nel movimento cattolico e nell'antifascismo bergamasco. Il fondo si è costruito negli anni come memoria privata e strumento di lavoro, in cui spesso è arduo distinguere nettamente i due diversi piani. La conservazione del cospicuo patrimonio di carte è stata assicurata dalla nipote Luisa Vismara - vissuta con lui dal 1947 al 1967, anno della morte di don Vismara -, che ne ha avviato un primo riordino parziale attorno al 1983-1984. Il lavoro, poi interrotto, viene ripreso tra il 1991 e il 1992, periodo in cui decide di versare la totalità delle carte all'Istituto; il riordino viene a questo punto completato con la consulenza dei collaboratori dell'Istituto e, in particolar modo, di Giuliana Bertacchi. Parecchi anni prima, del resto, Luisa Vismara con l'aiuto di Gianni Barachetti della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, aveva provveduto ad estrarre, ordinare e, in certi casi, trascrivere una parte limitata ma preziosa delle carte dello zio, inerente la detenzione in carcere nel 1943-1944, la successiva deportazione a Dachau e l'attività svolta per l'Associazione perseguitati politici antifascisti di Bergamo. A queste carte sono stati uniti biglietti e lettere dal carcere, conservate dai familiari cui erano state indirizzate. La documentazione è stata versata all'Istituto nel 1972. Nel corso degli anni, il complesso dell'archivio ha subito decurtazioni di segno e carattere assai diverso. Una manomissione avvenne in circostanze drammatiche nel novembre del 1943, quando don Vismara venne arrestato. La perquisizione dell'abitazione venne effettuata congiuntamente da tedeschi e fascisti che, nell'occasione, oltre alle carte, asportarono denaro, oggetti e beni di consumo: un vero e proprio saccheggio documentato dalle pratiche di risarcimento conservate nel fondo. Dopo la morte di don Agostino, parecchi faldoni riguardanti l'Opera Bonomelli e la Società Casa mia vennero prelevati da inviati della Curia vescovile di Bergamo. Questa documentazione, assai consistente, immessa nell'Archivio della Curia (Carte Opera Bonomelli), era collocata a parte e raccoglieva probabilmente gli atti formali e ufficiali degli enti in questione, con caratteristiche di organicità e di completezza che non si riscontrano nella pur discreta quantità di carte di analogo argomento rimaste nell'archivio privato del sacerdote. Un'altra decurtazione, di entità assai minore, si dovette verificare nello stesso periodo. Si è rintracciato, infatti, un elenco di documenti che fa pensare a una nota di consegna, firmato da don Giovanni Maria Pizzigalli, collaboratore di don Vismara. Sono stati puntualmente restituiti e reintrodotti nel fondo i numeri sparsi di periodici e la raccolta di ritagli stampa, affidati in prestito a don Luigi Canali della Comunità missionaria del Paradiso. Avviato il riordino, Luisa Vismara si è preoccupata di reintegrare per quanto possibile l'archivio, raccogliendo presso i parenti lettere e scritti dello zio e qualche altro documento significativo, come ad esempio, la raccolta degli articoli di G. Martin Gilbert sul processo di Norimberga, apparsi su "Il Tempo" di Roma tra il 1957 e il 1958. Sono stati inoltre inseriti nel fondo scritti commemorativi dedicati a don Vismara e materiale di documentazione sull'Associazione Opera Agostino Vismara. E' stato possibile rispettare o ripristinare nelle linee essenziali l'ordinamento originario per la maggior parte delle carte, grazie anche alle intestazioni delle cartelle e dei fascicoli, anche se non in tutti i casi corrispondenti al contenuto, che per altro raccoglievano solo una parte delle carte. Il rispetto dell'ordine stabilito da don Vismara spiega una certa disomogeneità quantitativa nella suddivisione interna delle buste, talora frazionata fino al singolo documento. Non si può neppure escludere che la documentazione più corposa sia stata collocata nell'altra sezione dell'archivio - ora presso la Curia vescovile di Bergamo - lasciando invece in questi fascicoli le parti giudicate accessorie o più strettamente personali. Pubblico e privato si intrecciano costantemente specie nella corrispondenza, elemento ragguardevole e caratterizzante dell'intero fondo, che tuttavia non presentava un preciso ordine ed erano rimaste per lo più sparse tra materiali eterogenei. Queste carte sono state raggruppate e ordinate cronologicamente, mentre non si è mutata la collocazione di lettere e carteggi già inseriti in fascicoli di argomento specifico. Biglietti, minute, corrispondenze, annotazioni rispecchiano soprattutto il carattere di strumento di lavoro dell'archivio nel suo farsi, più evidente nella parte anteriore al 1943 che in quella successiva alla liberazione. Le molteplici attività intraprese da don Vismara nel secondo dopoguerra sono meno documentate delle precedenti (scarsi i materiali sulla partecipazione al Consiglio comunale di Bergamo, tra il 1946 e il 1951 e sulla carica di consiglire dell'Eca, ricoperta nel decennio 1946-1956). Numeri sparsi, stralci di periodici, alcuni opuscoli sono stati conservati unitamente alle carte, in un evidente rapporto di integrazione o di corredo. Don Vismara, inoltre aveva collocato accanto alle carte, anzichè in biblioteca, altre pubblicazioni, assegnando ad esse un significato particolare: anche questi materiali a stampa sono stati inseriti nel fondo. Si segnala infine la presenza di un album contenente centodieci fotografie: il documento è conservato presso l'Archivio fotografico dell'Istituto.
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scheda provenienza href
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scheda SAN
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consistenza
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forma autorizzata complesso archivistico
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record provenienza id
| - IT-INSMLI-D01-00015-00-00-00000-000-000
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sistema provenienza
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tipologia complesso
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is è conservatore di
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