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  • Diocesi di Aosta. Archivio storico diocesano di Aosta
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  • Diocesi di Aosta. Archivio storico diocesano di Aosta
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  • L'archivio vescovile è conservato a partire della metà del XV secolo in una camera costruita appositamente sopra la cappella dei Santi Gervasio e Protasio, trasformata nel 1870 nell'attuale sacrestia delle messe della cattedrale. Monsignor Duc attribuisce questa sistemazione al vescovo Moriset (circa 1431), De Tillier e Besson a Jean de Prangins (1440-1444). Frutaz rileva che Duc riferisce la testimonianza di De Tillier senza discuterla, e ricorda come la fonte di quest'ultimo sia il Catalogus di Vaudan : «Edificavit archivium scripturarum mense sue episcopalis super cappellaniam Sanctorum Gervasii et Prothasii ut diutius conservarentur». Quando Amato Pietro Frutaz lo descrive intorno alla metà del XX secolo, la sede dell'archivio vescovile storico è all'interno del palazzo episcopale, dove «l'archivio occupa una camera nella parte ricostruita dal Solaro», un locale un tempo adibito a carcere. Frutaz richiama le diverse fasi della costruzione del palazzo vescovile, ma non cita la fonte da cui desume la notizia del trasferimento dell¿archivio in episcopio dal XVIII secolo. La recente pubblicazione del Verbal de prise d'état du Palais Épiscopal de la ville d'Aoste - redatto nel dicembre 1783 subito dopo la morte del vescovo Pierre-François de Sales (29 novembre) - permette anzi di affermare che tale trasferimento alla fine del XVIII secolo non è ancora avvenuto. A quando far risalire allora lo spostamento in episcopio delle carte? All'episcopato di Solaro (1784-1804)? Al 1837, quando il vescovo Jourdain fa sostituire la vecchia galleria coperta di collegamento tra il palazzo e la cattedrale con una più durevole struttura in muratura? Il terminus ad quem rimane il 1870, data che al momento appare preferibile, tenuto conto sia delle buone condizioni in cui si presenta l'archivio alla fine del Settecento sia dei lavori per la sistemazione della nuova sacrestia delle messe. Entro il 1870 dunque l'archivio (della mensa) episcopale riattraversa la galleria coperta e viene sistemato in un locale delle vecchie prigioni: Pierre-Étienne Duc lo definisce vieilles archives, probabilmente per distinguerlo dalle archives de la chancellerie, ma altrove usa semplicemente l'espressione archives de l'évêché, e così fanno il vescovo suo cugino e altri. Riteniamo pertanto possibile - allo stato delle cose si tratta di un mera ipotesi, come minimo da affinare - che entrambi gli archivi attuali, sia quello della curia sia quello vescovile storico, se non ab antiquo almeno per il periodo intorno alla metà del XIX secolo, fossero considerati un unico archivio, le archives de l'évêché appunto, e che soltanto in anni relativamente recenti (nel 1940?) la parte più "viva" - originata dalle archives de la chancellerie e ancora chiusa agli studiosi all'inizio del XX secolo - sia stata definitivamente separata dalla parte storica (comunque già identificata come tale da qualche decennio). Questo tuttavia senza postulare che in precedenza tutta la documentazione fosse conservata nello stesso locale, ché anzi esistono molte testimonianze del contrario. Comunque sia, nell'estate 1978 la sede di quello che possiamo ora chiamare archivio vescovile storico viene giudicata «antica ed angusta» e le viene preferito «un locale decoroso ed autonomo» dell'archivio capitolare della cattedrale. L'archivio è ancora lì nell'agosto 2005, al momento del sopralluogo per il censimento degli archivi ecclesiastici della diocesi di Aosta commissionato dalla Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d'Aosta. Nel novembre 2007 è stato nuovamente trasferito in vescovado e occupa attualmente una delle stanze della curia. Questa breve rassegna non può ignorare un ultimo passaggio, quello del dottor Giovanni Thumiger. L'episodio è noto: il ritrovamento nel 1991 tra i documenti dell'archivio vescovile storico della pergamena ritenuta originale della celebre Carta delle franchigie di Aosta. [Tratto da Luca Jaccod, Accessus ad archivum, Aosta, dicembre 2008]
ha tipologia
codice ISIL
  • IT-AO0153
indirizzo
  • Via Mgr de Sales
altro accesso
scheda SAN
ha luogoConservatore
ha sito web
consultazione
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descrizione
  • L'archivio vescovile è conservato a partire della metà del XV secolo in una camera costruita appositamente sopra la cappella dei Santi Gervasio e Protasio, trasformata nel 1870 nell'attuale sacrestia delle messe della cattedrale. Monsignor Duc attribuisce questa sistemazione al vescovo Moriset (circa 1431), De Tillier e Besson a Jean de Prangins (1440-1444). Frutaz rileva che Duc riferisce la testimonianza di De Tillier senza discuterla, e ricorda come la fonte di quest'ultimo sia il Catalogus di Vaudan : «Edificavit archivium scripturarum mense sue episcopalis super cappellaniam Sanctorum Gervasii et Prothasii ut diutius conservarentur». Quando Amato Pietro Frutaz lo descrive intorno alla metà del XX secolo, la sede dell'archivio vescovile storico è all'interno del palazzo episcopale, dove «l'archivio occupa una camera nella parte ricostruita dal Solaro», un locale un tempo adibito a carcere. Frutaz richiama le diverse fasi della costruzione del palazzo vescovile, ma non cita la fonte da cui desume la notizia del trasferimento dell¿archivio in episcopio dal XVIII secolo. La recente pubblicazione del Verbal de prise d'état du Palais Épiscopal de la ville d'Aoste - redatto nel dicembre 1783 subito dopo la morte del vescovo Pierre-François de Sales (29 novembre) - permette anzi di affermare che tale trasferimento alla fine del XVIII secolo non è ancora avvenuto. A quando far risalire allora lo spostamento in episcopio delle carte? All'episcopato di Solaro (1784-1804)? Al 1837, quando il vescovo Jourdain fa sostituire la vecchia galleria coperta di collegamento tra il palazzo e la cattedrale con una più durevole struttura in muratura? Il terminus ad quem rimane il 1870, data che al momento appare preferibile, tenuto conto sia delle buone condizioni in cui si presenta l'archivio alla fine del Settecento sia dei lavori per la sistemazione della nuova sacrestia delle messe. Entro il 1870 dunque l'archivio (della mensa) episcopale riattraversa la galleria coperta e viene sistemato in un locale delle vecchie prigioni: Pierre-Étienne Duc lo definisce vieilles archives, probabilmente per distinguerlo dalle archives de la chancellerie, ma altrove usa semplicemente l'espressione archives de l'évêché, e così fanno il vescovo suo cugino e altri. Riteniamo pertanto possibile - allo stato delle cose si tratta di un mera ipotesi, come minimo da affinare - che entrambi gli archivi attuali, sia quello della curia sia quello vescovile storico, se non ab antiquo almeno per il periodo intorno alla metà del XIX secolo, fossero considerati un unico archivio, le archives de l'évêché appunto, e che soltanto in anni relativamente recenti (nel 1940?) la parte più "viva" - originata dalle archives de la chancellerie e ancora chiusa agli studiosi all'inizio del XX secolo - sia stata definitivamente separata dalla parte storica (comunque già identificata come tale da qualche decennio). Questo tuttavia senza postulare che in precedenza tutta la documentazione fosse conservata nello stesso locale, ché anzi esistono molte testimonianze del contrario. Comunque sia, nell'estate 1978 la sede di quello che possiamo ora chiamare archivio vescovile storico viene giudicata «antica ed angusta» e le viene preferito «un locale decoroso ed autonomo» dell'archivio capitolare della cattedrale. L'archivio è ancora lì nell'agosto 2005, al momento del sopralluogo per il censimento degli archivi ecclesiastici della diocesi di Aosta commissionato dalla Soprintendenza archivistica per il Piemonte e la Valle d'Aosta. Nel novembre 2007 è stato nuovamente trasferito in vescovado e occupa attualmente una delle stanze della curia. Questa breve rassegna non può ignorare un ultimo passaggio, quello del dottor Giovanni Thumiger. L'episodio è noto: il ritrovamento nel 1991 tra i documenti dell'archivio vescovile storico della pergamena ritenuta originale della celebre Carta delle franchigie di Aosta. [Tratto da Luca Jaccod, Accessus ad archivum, Aosta, dicembre 2008]
forma autorizzata conservatore
  • Diocesi di Aosta. Archivio storico diocesano di Aosta
orario
  • Lunedì - Venerdì: 9.00 - 12.00. Poiché gli orari di apertura possono essere soggetti a variazioni, si consiglia di consultare anche il sito dell'Istituzione all'indirizzo sotto indicato
servizi
  • Fotocopie; Fotografie; Copie elettroniche; Microforme; Altro; ; Servizio Guardaroba; Servizi igienici
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