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  • Archivio di Stato di Verona
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  • Archivio di Stato di Verona
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  • Con d.m. 8 apr. 1941, in applicazione della l. 22 dic. 1939, n. 2006, venne istituita in Verona una sezione di Archivio di Stato, poi Archivio di Stato in virtù del d.p.r. 30 sett. 1963, n. 1409Il comune vi trasferì, a titolo di deposito, gli " Antichi archivi veronesi ", che ne costituiscono il nucleo essenziale. Gli Antichi archivi veronesi erano stati istituiti presso la biblioteca comunale di Verona , nell'ex convento dei gesuiti di S. Sebastiano in via Cappello, con delibere del consiglio comunale degli anni 1867 e 1868, essendo bibliotecario l'erudito Cesare Cavattoni. Vi vennero concentrati, oltre all'archivio del comune, diversi fondi pubblici e privati, mentre da parte dello stato vi venivano versati il fondo in prevalenza giudiziario dei rettori veneti, quello finanziario della Camera fiscale e quelli provenienti dalla soppressione delle corporazioni religiose effettuate in regime napoleonico. L'archivio del comune non conserva - se si escludono poche testimonianze - documentazione anteriore al sec. XV, cioè alla dominazione veneziana [Vicende umane e calamità naturali - di alcune delle quali conserviamo notizie - arrecarono infatti, attraverso i secoli, perdite irreparabili alla documentazione, che si era andata mano a mano formando presso i vari uffici cittadini. La prima notizia certa, concernente la conservazione di documenti a Verona, risale al 1184 e riguarda il Liber communis, ossia il cartulario dei diritti e delle giurisdizioni della città sul territorio dipendente e dei rapporti con l'estero. Gli statuti del 1228, prima carta costituzionale cittadina, al cap. CLXVI trattano poi dell'archivio, inteso però come il luogo ove si dovevano custodire contratti e istrumenti del comune. I successivi statuti comunali del 1276, 1328, 1393 e 1450, ampliando e insieme precisando il concetto di archivio, trattano della segrestia, intesa come luogo riservato, nel quale i pubblici ufficiali erano tenuti a versare le scritture al termine del loro ufficio] mancano serie organiche per i periodi del libero comune (1136 [E' la data della prima apparizione documentata dei consoli in Verona] -1259), della signoria scaligera (1260-1387), viscontea (1387-1404) e carrarese (1404-1405). Del periodo medioevale si conservano tuttavia parecchie migliaia di pergamene e altri documenti, specie nei fondi delle corporazioni religiose soppresse, dell'ospedale civile, delle antiche famiglie [Specie per il periodo più antico conviene estendere la ricerca anche agli archivi ecclesiastici della città, in particolare agli archivi del capitolo del duomo e a quelli della curia, il cui patrimonio documentario, per importanza e qualità, non è inferiore a quello dell'Archivio di Stato (solo le pergamene del capitolo ascendono a 12.000 e l'atto più antico è del 780)] Al riordinamento delle serie degli Antichi archivi si provvide tra il 1869 e il 1884, mentre fra il 1881 e il 1926 Gaetano Da Re curò il regesto di circa 5.000 pergamene, fino al 1228. Fu poi Gino Sandri a continuare l'opera anche dopo il deposito degli Antichi archivi nell'Archivio di Stato, fino al 1949. L'ordinamento attuale, che riflette quelli antichi, indulge talora a distinzioni per materia [Un metodo di ordinamento per materia fu quello adottato per il comune, tra il 1587 e il 1591, da Alessandro Canobbio, autore degli Annali della città; il suo metodo fece scuola e fu applicato fino al sec. XIX] sempre tuttavia nel rispetto del principio archivistico di provenienza. La guerra 1940-1945 causò notevoli danni al patrimonio documentario veronese sia per l'occupazione di sedi ad opera di militari e di civili, sia per i bombardamenti aerei [La perdita più grave riguardò l'archivio del comune rimasto presso il municipio, la cui sede fu completamente distrutta dagli spezzoni incendiari. Scomparve così l'intero archivio di deposito del comune (compreso circa fra il 1900 e il 1940), mentre furono fortunosamente salvati l'anagrafe e lo stato civile. Qualche danno subì pure quella parte dell'archivio del Capitolo rimasta in città e sepolta sotto le macerie dell'antica sede della biblioteca capitolare, colpita dalle bombe.] . Ma la parte affidata all'Archivio di Stato, tempestivamente trasportata fuori città, non subì danni salvo che per qualche centinaio di buste di fondi del periodo 1815-1866 (delegazione provinciale e congregazione municipale)Altri numerosi fondi vennero poi versati da uffici statali dopo il trasferimento dell'Archivio in nuova e più idonea sede (1961). Dall'AS Venezia, infine, vennero riportati a Verona i fondi monastici soppressi in periodo veneto, lo stato civile napoleonico, gli atti riservati della delegazione provinciale e dei commissariati distrettuali, una raccolta di disegni del territorio già pertinente al Collegio sopra la custodia del fiume Adige. Nella nuova sede vennero incrementati altresì i depositi di archivi familiari.
è conservatore di
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