dc:description
| - L'AS Messina , istituito come Archivio provinciale, in esecuzione della legge organica sugli archivi del 1° ag. 1843 [Collezione regno Due Sicilie, 1843, n. 8309.] cominciò di fatto a funzionare il 31 luglio 1854. Divenne Archivio provinciale di Stato in virtù del r.d. 22 sett. 1932, n. 1391; assunse la denominazione di sezione di Archivio di Stato con la 1. 22 dic. 1939, n. 2006; conseguì infine l'attuale denominazione in forza del d.p.r. 30 sett. 1963, n. 1409. Fin dalla prima metà del sec. XVII erano conservate in diverse stanze del palazzo del senato di Messina , che sorgeva nella piazza del duomo, " le pubbliche e le private scritture, strumenti, e memorie antiche e moderne; gli archivi della corte stradigotiale e della città insieme " [P. SAMPERI, Iconologia della gloriosa vergine madre di Dio Maria protettrice di Messina, Messina 1644, p. 140.] L'archivio municipale si conservava, invece, in una stanza a pianterreno ai piedi della torre del campanile del duomo. Nel 1679, per ordine del viceré Francesco Benavides, conte di Santisteban, l'archivio fu trasportato in Ispagna, perché in esso si conservavano i privilegi con cui erano state concesse a Messina le prerogative e le franchigie di cui aveva fino allora goduto e di cui veniva privata per la sua rivolta contro il governo spagnolo [I. CARINI, Gli archivi e Le biblioteche di Spagna in rapporto alla storia d'Italia in generale e di Sicilia in particolare, Relazione..., parte I, Palermo 1884, p. 119.] . Inoltre, dal 1673, cominciò a funzionare in Messina uno speciale archivio per la conservazione degli atti notarili. In tale anno, infatti, il senato di Messina adattò ad archivio due stanze del palazzo senatorio e rivolse istanza al viceré, Claudio Lamoral, principe di Ligne, perché ordinasse che in esso fossero depositati, da coloro che ne erano in possesso, gli atti dei notai defunti. Il viceré emanò un bando in proposito il 20 apr. 1673, dando quindici giorni di tempo per la consegna degli atti [B. BUFARDECI-NOCE, Relazione sul passaggio degli atti dei notari defunti nello Archivio di Stato provinciale di Messina, Messina 1887; C. D. GALLO, Annali della città di Messina, I, ivi 1877, pp. 261-262.] Da questo archivio notarile, che fu uno dei primi del genere istituito in Italia, tra il 1895 e il 1896 furono versati 35.096 volumi notarili degli anni 1400-1840 all'Archivio provinciale di Stato che già, dal 1854 in poi, aveva ricevuto gli archivi di uffici e magistrature soppressi e numerosi versamenti di documenti da parte di uffici e magistrature in funzione. Distrutta la città dal terremoto del 1908, il recupero dei fondi archivistici fu totale; la distruzione della maggior parte di essi si verificò, invece, il 25 maggio 1943, quando il deposito più grande dell'Archivio fu colpito da spezzoni incendiari durante una incursione aerea. Le fiamme distrussero circa 100.000 pezzi, compromettendo in maniera grave ed irrimediabile il patrimonio documentario custodito dall'AS Messina , la cui caratteristica è pertanto quella di avere molti fondi lacunosi e frammentari. Andarono distrutti, tra l'altro, gli archivi del consolato del mare e dell'Intendenza borbonica e circa 35.000 volumi notarili.
|