descrizione contes...ico istituzionale
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<p>Soprattutto in virtù del precoce sviluppo dell'attività marinara, Pisa acquista fin dal sec. XI un notevole rilievo politico: insieme ai genovesi combatte per mare i saraceni, estende la sua presenza commerciale nell'Italia meridionale, intensifica i tradizionali rapporti con la Corsica, penetra in Sardegna. Schieratasi dalla parte di Enrico IV riceve un privilegio che conferma le consuetudini marittime Pisane. Nello stesso documento è fatta menzione della elezione di magistrature cittadine (1081) mentre degli stessi anni è una carta sarda ove per la prima volta sono menzionati consoli Pisani (1080-1085).<lb/>
Nel XII secolo Pisa stabilisce colonie nell'Africa settentrionale, a Giaffa, a Tiro, a Laodicea, ad Antiochia, a Costantinopoli, a Ragusa, a Zara. Ma il settore di intervento di gran lunga più importante rimane il Mediterraneo occidentale e, in particolare, la Sardegna e la Corsica. Contemporaneamente estende all'interno il proprio contado. Il potere politico del comune, esercitato dai consoli, si articola in organi ed istituti nuovi: il senato, o consiglio di credenza, il podestà, il console di giustizia cui viene affidata l'amministrazione della giustizia. Sorgono pure, verso la metà del secolo, le prime arti.<lb/>
Durante la prima metà del XIII secolo le organizzazioni popolari si danno una propria rappresentanza politica eleggendo il capitano del popolo e la magistratura degli anziani, destinata a diventare il più importante organo deliberativo del comune. Sul finire del secolo Pisa subisce una crisi politica a causa del rafforzarsi, per mare, di Genova, Venezia e Barcellona e della egemonia di Firenze: sconfitti per mare alla Meloria dai genovesi (1284), i Pisani sono costretti più tardi a cedere i propri possedimenti in Sardegna e in Corsica mentre le vittorie guelfe li privano, sulla terraferma, di territori e castelli.<lb/>
Nel XIV secolo, a brevi momenti durante i quali Pisa torna ad assumere un proprio ruolo politico (discese di Enrico VII e di Carlo IV), si alternano lunghi periodi durante i quali le lotte interne sono determinate soprattutto dalla diversa politica che si intende seguire nei confronti di Firenze: si succedono più o meno fortunati governi signorili (Uguccione della Faggiola, Castruccio Castracane, i Donoratico, Giovanni dell'Agriello, Pietro Gambacorta, Iacopo e Gherardo da Appiano). Nel 1406, dopo che Gherardo da Appiano aveva venduto a Gian Galeazzo Visconti la città, Firenze, che da tempo mirava al possesso di Pisa e di Porto Pisano, occupa la città riducendola sot to il proprio dominio e ponendo fine al periodo della " prima libertà ".<lb/>
Soprattutto gli interessi economici Pisani vengono a soffrire dell'assoggettamento politico della città a Firenze e, nonostante alcuni favorevoli provvedimenti di Lorenzo de' Medici, si apre per Pisa una lungo periodo di decadenza. Sul piano interno la vita politica cittadina gode di scarsa autonomia: sostituiti gli anziani con i priori, Firenze esercita il suo potere dapprima mediante i Dieci di Pisa, poi, dal 1426, mediante i consoli del mare.<lb/>
Nel 1494 la discesa di Carlo VIII offre ai Pisani l'opportunità di riacquistare la propria autonomia politica. Ma il periodo della " seconda libertà " si chiude nel 1509 con il definitivo assoggettamento a Firenze
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