descrizione contes...ico istituzionale
| -
<bioghist>
<p>
Al ritorno delle truppe austriache nel veneto il comandante in capo barone de Hiller emanò l'8 nov. 1813 dal quartier generale in Trento un editto <note>Collezione province venete, 1813-1814, I, parte I, n.1</note> con il quale furono provvisoriamente mantenuti i dipartimenti e in genere tutta l'organizzazione amministrativa e giudiziaria del regno d'Italia e furono provvisoriamente confermati gli impiegati statali e comunali, che passarono alle dipendenze dello stesso generale " commissario principale per le province già occupate " (detto poi negli atti stessi " commissario civile ").<lb/>
Tutti gli uffici passarono quindi alle dipendenze del principe Enrico XV di Reüss-Plauen che ebbe il titolo di " governatore militare e civile " (circolare 18 dic. 1813) <note>Collezione province venete, n. 10</note>.<lb/>
In data 20 apr. 1814 un avviso <note>Ibid., n. 47</note> congiunto del tenente maresciallo barone de Marchal e del generale divisionario conte de Seras annunciò la capitolazione di Venezia: la città venne assoggettata al barone de Marchal comandante le truppe austriache che - per ordine del principe Enrico XV, ora definito " governatore generale civile e militare in italia " - doveva assumere " provvisoriamente la direzione superiore di tutti gli affari sì civili, che militari... ".<lb/>
Dopo la costituzione del regno lombardo-veneto nell'aprile del 1815 il Veneto ebbe un proprio governo, parallelo a quello milanese
</p>
</bioghist>
<bioghist>
<p>
Il 22 marzo 1848 l'autorità austriaca capitolava <note>Raccolta governo provvisorio, t. I, parte I, pp. 56-63</note> e il 23 marzo si formava un governo provvisorio presieduto da Daniele Manin <note>Ibid., pp. 71-72</note>. Questi, il giorno stesso, ripartiva le funzioni governative in otto ministeri: esteri e presidenza, culto e istruzione, giustizia, finanze, guerra, marina, interno e costruzioni, commercio.<lb/>
Il 5 luglio 1848, essendo stata decisa dall'assemblea dei deputati della provincia di Venezia l'annessione al Piemonte, il potere esecutivo venne diviso in sei dipartimenti, che sostituirono i ministeri: presidenza, giustizia e culto; interno, costruzioni e istruzione; finanze; marina; guerra; commercio, arti.<lb/>
Dal 7 all'11 agosto 1848 il potere fu tenuto, a nome del re di Sardegna Carlo Alberto, dai tre regi commissari Vittorio Colli, Luigi Cibrario e Iacopo Castelli, i quali divisero tutta l'amministrazione in tre dipartimenti: guerra, marina, porto, relazioni politiche ecc.; finanze, commercio) industria, poste, ecc.; culto, grazia e giustizia, interno, costruzioni ed istruzione.<lb/>
L'11 agosto i regi commissari, in seguito all'armistizio di Salasco <note>In provincia di Vercelli</note> del 9 agosto 1848, si ritirarono e il 13 agosto il potere venne concentrato nel triumvirato formato da Daniele Manin, Gio. Battista Cavedalis e Leone Graziani. ognuno dei triumviri assunse un dipartimento: il primo, quello della guerra, fu assunto dal Cavedalis; il secondo, della marina, dal Graziani; il terzo, suddiviso nelle cinque sezioni - presidenza e guardia civica; personale, finanze e commercio; passaporti, ordine pubblico; giustizia, istruzione, beneficenza; interno, costruzioni, assemblea - dal Manin.<lb/>
Con decreto del governo provvisorio del 10 marzo 1849, n. 4030 (91) <note>Bollettino governo provvisorio, p. 113</note> i dipartimenti vennero portati a sei: affari esteri e presidenza; finanze, commercio, arti e manifatture; giustizia ed interno; culto, istruzione e beneficenza; marina; guerra. Tale assetto durò fino al 24 ag. 1849, giorno in cui il governo provvisorio delegò i suoi poteri al municipio <note>Bollettino governo provvisorio, p. 195</note> e si sciolse in seguito alla capitolazione firmata a villa Papadopoli il 22 agosto <note>Per questo periodo è indispensabile integrare la ricerca d'archivio consultando le carte Manin presso il civico museo Correr</note>
</p>
</bioghist>
<bioghist>
<p>
Il 24 ag. 1849 il governo provvisorio seguito ai moti del'48 si dimise delegando i suoi poteri al municipio <note>Bollettino governo provvisorio, p. 113</note>. Il governo austriaco - che da Verona governava i territori rimasti sotto il suo dominio mediante un commissario imperiale plenipotenziario - riprese possesso della città con le truppe del generale Gorzkowski che vi assunse il governo civile e militare. Nell'ottobre dello stesso anno venne poi nominato, nella persona del Radetzky, sempre con sede in Verona, un governatore civile generale per gli affari interni del regno lombardo-veneto. Nel novembre vennero quindi attivate a Venezia e a Milano - in luogo dei precedenti governi - le luogotenenze, rispettivamente per le province venete e lombarde, assieme alla ricostituzione di vecchi uffici e alla istituzione di nuovi. Mentre la Lombardia veniva unita al regno di Sardegna nel 1859, il Veneto passò al regno d'Italia a seguito della pace di Vienna del 3 ott. 1866. Per la " pronta attivazione delle nuove autorità politiche " venne istituita, a Venezia come a Milano, una apposita commissione di organizzazione, presieduta appunto dal luogotenente e dipendente dal ministero dell'interno; la commissione agiva di concerto con un'altra commissione di organizzazione giudiziaria, ai sensi dell'ordinanza sovrana 31 dic. 1850 <note>Bollettino Venezia, 1850, n. 19</note>
</p>
</bioghist>
<bioghist>
<head>Le preture nel Lombardo-Veneto</head>
<p>
Si riportano gli elenchi delle preture indicate -provincia per provincia- nelle tabelle annesse rispettivamente alla notificazione del 3 febbraio 1818<note>Raccolta governo Lombardia, 1818, parte I, n. 5</note> per la Lombardia e 4 febbraio 1818<note>Collezione province venete, 1818, n. 28</note> per il Veneto. Non si riporta la divisione in classi delle preture né l’ambito della giurisdizione territoriale delle medesime, che per il Veneto è definito con riferimento al “compartimento territoriale” del 30 novembre1815<note>Ibid, 1815, n. 122</note>. Si segnalano inoltre le variazioni intervenute a seguito del decreto 11 ottobre 1852<note>Bollettino Lombardia, 1852, n. 449; Bollettino Venezia, 1852, n. 334</note>.
<table>
<head>Lombardia</head>
<tgroup cols="2">
<tbody>
<row>
<entry>Milano</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva due preture urbane e otto preture foresi: Monza, Desio, Gallarate, Busto Arsizio, Cassano, Saronno, Vimercate e Melegnano.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figura la pretura di Vimercate.</entry>
</row>
<row>
<entry>Bergamo</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, dodici preture foresi: Breno, Romano, Treviglio, Clusone, Verdello, Zogno, Edolo, Sarnico, Gandino, Lovere, Caprino e Piazza.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 si ebbero due preture urbane; non figura inoltre Verdello e figura invece Trescorre e Almeno San Salvatore.</entry>
</row>
<row>
<entry>Brescia</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, nove preture foresi: Lonato, Salò, Chiari, Verolanuova, Iseo, Leno, Vestone, Orzinuovi e Gardone.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 figurano anche le preture di Montechiari e Gargnano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Como</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, dodici preture foresi: Varese, Lecco, Oggiono, Brivio, Asso, Introbbio, Gavirate, Luino, Gravedona, Cantù, Menaggio e San Fedele.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Oggiono, Introbbio e Cantù e figura invece Bellano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Cremona</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, cinque preture foresi: Soresina, Casalmaggiore, Pizzighettone, Casalbuttano e Piadena.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non vi furono variazioni.</entry>
</row>
<row>
<entry>Lodi e Crema</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana in Lodi, cinque preture foresi: Crema, Codogno, Casal Pusterlengo, San Colombano e Sant’Angelo.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figura la pretura di San Colombano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Mantova</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, dieci preture foresi: Gonzaga, Bozzolo, Castiglione delle Stiviere, Viadana, Revere, Canneto, Sermide, Goito, Ostiglia e Sabbionetta.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figura Goito e figurano invece Asola, Volta e San Benedetto.</entry>
</row>
<row>
<entry>Pavia</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, tre preture foresi: Corte Olona, Abbiategrasso e Binasco.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non vi furono variazioni.</entry>
</row>
<row>
<entry>Valtellina</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia della Valtellina (di Sondrio nel 1852) aveva, oltre alla pretura urbana, quattro preture foresi: Tirano, Morbegno, Chiavenna e Bormio.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non vi furono variazioni.</entry>
</row>
</tbody>
</tgroup>
</table>
<table>
<head>Veneto</head>
<tgroup cols="2">
<tbody>
<row>
<entry>Venezia</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva due preture urbane e nove preture foresi: Ariano, Cavarzere, Chioggia, Dolo, San Donà, Loreo, Mestre, Portogruaro (con una cancelleria in Caorle) e Murano.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Ariano, Loreo e Murano e fugura invece Mirano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Belluno</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, sei preture foresi: Agordo, Auronzo, Pieve di Cadore, Feltre, Fonzaso e Mel.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non vi figurano le preture di Fonzaso e Mel.</entry>
</row>
<row>
<entry>Friuli</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia del Friuli (di Udine nel 1852) aveva, oltre alla pretura urbana, diciassette preture foresi: Aviano, Codroipo, San Daniele, Faedis, Gemona, Latisana, Maniago, Moggio, Palma, Cividale, Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Tolmezzo, Travesio, Tarcento e San Vito.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Faedis e Travesio.</entry>
</row>
<row>
<entry>Padova</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, undici preture foresi: Battaglia, Campo San Piero, Conselve, Este, Mirano, Monselice, Montagnana, Noale, Piazzola, Piove e Teolo.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Battaglia, Mirano, Noale e Piazzola e figura invece Cittadella.</entry>
</row>
<row>
<entry>Polesine</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia del Polesine (di Rovigo nel 1852) aveva, oltre alla pretura urbana, sei preture foresi: Adria, Badia, Crespino, Lendinara, Massa e Occhiobello.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 figurano anche la pretura di Loreo e Ariano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Treviso</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, nove preture foresi: Asolo, Castelfranco, Ceneda, Conegliano, Motta, Montebelluna,Oderzo, Serravalle e Valdobiadene.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figura Montebelluna e figura invece Biadene</entry>
</row>
<row>
<entry>Verona</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre alla pretura urbana, undici preture foresi: Badia Calavena, Caprino, Cologna, San Pietro Incariano, Isola della Scala, Legnago, Malcesine, Sanguinetto, Soave, Villafranca e Zevio.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Badia Calavena, Malcesine, Sanguinetto e Zevio e figurano invece Bardolino e Tregnago.</entry>
</row>
<row>
<entry>Vicenza</entry>
<entry>Nel 1818 la provincia aveva, oltre la pretura urbana, dodici preture foresi: Arzignano, Asiago, Barbarano, Bassano, Camisano, Cittadella, Lonigo, Malo, Marostica, Schio, Thiene e Valdagno.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1852 non figurano Camisano, Cittadella e Malo.</entry>
</row>
</tbody>
</tgroup>
</table>
</p>
</bioghist>
<bioghist>
<head>I distretti nel Lombardo-Veneto</head>
<p>
Si riportano i soli distretti - con le province di appartenenza - elencati nelle tabelle annesse alla notificazione 12 febbraio 1816<note>Raccolta governo Lombardia, 1816, parte I, n. 25</note> per la Lombardia e alle notificazioni 30 novembre 1815<note>Collezione province venete, 1815, n. 122</note> e 8 luglio 1818<note>Ibid.,1818, n. 106</note> per il Veneto. Si segnalano poi le variazioni intervenute nel 1853 a seguito dell’ordinanza del ministero dell’Interno 7 maggio 1853<note>Bollettino Lombardia e Bollettino Venezia, 1853, parte I, n. 80</note>, comune ai due governi.<lb/>
A meno di evidenti errori di stampa (es. Malusine invece di Malcesine) i nomi delle località sono stati riportati così come compaiono nelle tabelle annesse ai due provvedimenti di legge citati, avvertendo che nell’ordinanza del 1853 - come del resto già in leggi precedenti - la scrittura di alcuni di essi presenta delle varianti.
<table>
<head>Lombardia</head>
<tgroup cols="2">
<tbody>
<row>
<entry>Milano</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I e II Milano, III Bollate, IV Saronno, V Barlassina, VI Monza, VII Verano, VIII Vimercate, IX Gorgonzola, X e XI Milano, XII Melegnano,XIII Gallarate, XIV Cuggiono Maggiore, XV Busto Arsizio, XVI Somma.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 è elencato il nuovo distretto di Carate mentre non sono più menzionati i distretti di Milano X e XI e di Verano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Bergamo</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I Bergamo, II Zogno, III Trescorre, IV Almeno San Salvatore, V Ponte San Pietro, VI Alzano Maggiore, VII Caprino, VIII Piazza, IX Sarnico, X Treviglio, XI Martinengo, XII Romano, XIII Verdello, XIV Clusone, XV Gandino, XVI Lovere, XVII Breno, XVIII Edolo.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non sono più menzionati Alzano Maggiore, Martinengo e Verdello e figura invece Bergamo II.</entry>
</row>
<row>
<entry>Brescia</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I Brescia, II Ospitaletto, III Bagnolo, IV Montechiari, V Lonato, VI Gardone, VII Bovegno, VIII Chiari, IX Adro, X Iseo, XI Verolanuova, XII Orzinovi, XIII Leno, XIV Salò, XV Gargnano, XVI Preseglie, XVII Vestone.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non sono più menzionati Bovegno, Adro e Preseglie.</entry>
</row>
<row>
<entry>Como</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I e II Como, III Bellagio, IV Menaggio, V San Fedele, VI Porlezza, VII Dongo, VIII Gravedona, IX Bellano, X Taceno, XI Lecco, XII Oggiono, XIII Canzo, XIV Erba, XV Angera, XVI Gavirate, XVII Varese, XVIII Cuvio, XIX Arcisate, XX Maccagno, XXI Luvino, XXII Tradate, XXIII Appiano, XXIV Brivio, XXV Missaglia, XXVI Mariano.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 è elencato il nuovo distretto di Cantù mentre non sono più menzionati Dongo, Taceno, Erba, Cuvio, Maccagno e Mariano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Cremona</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I Cremona, II Soncino, III Soresina, IV Pizzighettone, V Robecco, VI Pieve D’Olmi, VII Casalmaggiore, VIII Piadena, IX Pescarolo.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 è elencato il nuovo distretto di Sospiro mentre non sono più menzionati Pieve D’Olmi e Pescarolo.</entry>
</row>
<row>
<entry>Lodi e Crema</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia (capoluogo Lodi) comprendeva i seguenti distretti: I Lodi, II Zelo Buon Persico, III Sant’Angelo, IV Borghetto, V Casalpusterlengo, VI Codogno, VII Pandino VIII e IX Crema.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non è più menzionato Zelo Buon Persico.</entry>
</row>
<row>
<entry>Mantova</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti:I Mantova, II Ostiglia,III Roverbella, IV Volta, V Castiglione delle Stiviere, VI Castel Goffredo, VII Canneto, VIII Marcaria, IX Borgoforte, X Bozzolo, XI Sabbionetta, XII Viadana, XIII Suzzara, XIV Gonzaga, XV Revere, XVI Sermide, XVII Asola.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non sono più menzionate Roverbella, Castel Goffredo, Marcaria, Borgoforte, Sabbionetta e Suzzara.</entry>
</row>
<row>
<entry>Pavia</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia comprendeva i seguenti distretti: I Pavia, II Bereguardo, III Belgioioso, IV Corte Olona, V Rosate, VI Binasco, VII Landriano, VIII Abbiategrasso.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non figurano Rosate e Landriano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Valtellina</entry>
<entry>Nel 1816 la provincia (di Sondrio nel 1853) comprendeva i seguenti distretti: I Sondrio, II Ponte, III Tirano, IV Morbegno, V Traona, VI Bormio, VII Chiavenna.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 non sono più menzionati come appartenenti alla provincia – ora detta di Sondrio – i distretti di Ponte e Traona.</entry>
</row>
</tbody>
</tgroup>
</table>
<table>
<head>Veneto</head>
<tgroup cols="2">
<tbody>
<row>
<entry>Venezia</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia furono i seguenti: I Venezia, II Mestre, III Dolo, IV Chioggia, V Loreo, VI Ariano, VII San Donà, VIII Portogruaro.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 la provincia comprendeva gli stessi distretti.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Loreo ed Ariano ed aggiunto Mirano.</entry>
</row>
<row>
<entry>Belluno</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia furono i seguenti:I Belluno, II Longarone, III Pieve di Cadore, IV Auronzo, V Agordo, VI Fonzaso, VII Feltre, VIII Mel.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 la provincia comprendeva gli stessi distretti.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 fu soppresso Mel.</entry>
</row>
<row>
<entry>Friuli</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia del Friuli (di Udine nel 1853) furono i seguenti: I Udine, II San Daniele, III Spilimbergo, IV Travesio, V Maniago, VI Aviano, VII Sacile, VIII Pordenone, IX San Vito, X Codroipo, XI Latisana, XII Palma, XIII Cividale, XIV San Pietro, XV Faedis, XVI Moggio, XVII Paluzza, XVIII Rigolato, XIX Ampezzo, XX Tolmezzo, XXI Gemona, XXII Tarcento.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 furono soppressi Travesio e Tarcento con conseguente spostamento della numerazione ed aggiunto Tricesimo come XXI distretto.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Faedis, Paluzza e Tricesimo ed aggiunto Tarcento.</entry>
</row>
<row>
<entry>Padova</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia furono i seguenti: I Padova, II Mirano, III Noale, IV Campo San Piero, V Piazzola, VI Teolo, VII Battaglia, VIII Montagnana, IX Este, X Monselice, XI Conselve, XII Piove.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 la provincia comprendeva gli stessi distretti.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Mirano (passato alla provincia di Venezia), Noale, Piazzola, Teolo e Battaglia ed aggiunto Cittadella (già nella provincia di Vicenza).</entry>
</row>
<row>
<entry>Polesine</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia del Polesine (di Rovigo nel 1853) furono i seguenti: I Rovigo, II Lendinara, III Badia, IV Massa, V Occhiobello, VI Crespino, VII Adria.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 fu aggiunto Polesella come VII distretto ed Adria divenne VIII.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 fu soppresso Crespino ed aggiunto Ariano (già nella provincia di Venezia).</entry>
</row>
<row>
<entry>Treviso</entry>
<entry>Nel 1815 di distretti della provincia furono i seguenti: I Treviso, II Oderzo, III Conegliano, IV Serravalle, V Ceneda, VI Valdobiadene, VII Montebelluna, VIII Asolo, IX Castelfranco.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 fu aggiunto Motta che divenne distretto III col conseguente spostamento dei successivi sette distretti.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Serravalle e Motta.</entry>
</row>
<row>
<entry>Verona</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia furono i seguenti: I Verona, II Villafranca, III Isola della Scala, IV Sanguinetto, V Legnago, VI Cologna, VII Zevio, VIII San Bonifacio, IX Illasi, X Badia Calavena, XI San Pietro Incariano, XII Caprino.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 fu aggiunto Bardolino come XIII distretto.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Zevio, Illasi, Badia Calavena ed aggiunto Tregnago.</entry>
</row>
<row>
<entry>Vicenza</entry>
<entry>Nel 1815 i distretti della provincia furono i seguenti: I Vicenza, II Camisano, III Cittadella, IV Bassano, V Marostica, VI Asiago, VII Thiene, VIII Schio, IX Malo, X Valdagno, XI Arzignano, XII Lonigo, XIII Barbarano.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1818 la provincia comprendeva gli stessi distretti.</entry>
</row>
<row>
<entry/>
<entry>Nel 1853 furono soppressi Camisano (passato alla provincia di Padova), Cittadella e Malo.</entry>
</row>
</tbody>
</tgroup>
</table>
</p>
</bioghist>
|