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  • REGNO DELLE DUE SICILIE (1815 - 1860)
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  • REGNO DELLE DUE SICILIE (1815 - 1860)
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  • 1815 - 1860
ha date contesto storico istituzionale
denominazione cont...ico istituzionale
  • REGNO DELLE DUE SICILIE (1815 - 1860)
descrizione contes...ico istituzionale
  • <p> La legge 8 dic. 1816 <note>Collezione regno Due sicilie, 1816, n. 565</note> stabiliva nell'art. 1 che tutti i " reali domini al di qua e al di là del Faro " costituissero il regno delle Due Sicilie. Con legge 11 dic. 1816 <note>Ibid., n. 567. 3 Ibid., 1818, n. 1059</note> era riconosciuta alla Sicilia una particolare autonomia, anche se veniva confermata l'esigenza dell'unità delle istituzioni politiche. Questa legge prevedeva l'istituzione del luogotenente generale per la Sicilia. Solo però con decreto 9 genn. 1818 <note>Ibid., 1818, n. 1059</note> furono stabilite le norme per l'organizzazione della real segreteria e ministero di Stato presso il luogotenente generale, mentre gli organi collegiali della consulta e della gran corte dei conti furono istituiti rispettivamente nel 1821 e nel 1818. A partire dal 1818 dunque si ebbero via via puntuali disposizioni per l'organizzazione amministrativa e giudiziaria dell'isola. In particolare per gli organi del potere giudiziario, la legge 22 dicembre 1818, n. 1422, aboliva, dal 1° gennaio 1819, tutti i poteri giudiziari operanti a quella data in Sicilia.<lb/> Parallelamente, istituiva in Sicilia, da quella medesima data, in via provvisoria, quattro commissioni: due a Palermo, che sostituivano, l’una la Gran corte civile e criminale, l’altra le curie civile e criminale; una a Messina, per l’esercito delle funzioni proprie di quella regia udienza; una a Catania, con le funzioni della curia di quella città.<lb/> Sempre provvisoriamente, si stabiliva che in ciascun comune vi fosse un solo giudice, con funzioni sia civile che criminale; che i capitani giustizieri proseguissero nelle loro funzioni; che il Consolato di mare e terra di Messina continuasse ad esercitare le proprie attribuzioni.<lb/> Altre norme per l’attuazione di quanto disposto dal sopra citato decreto, venivano dettate con i decreti 12 gennaio 1819, n. 1453, n. 1454, n. 1455 e n. 1464.<lb/> Temperando le disposizioni sull’abolizione dei poteri giudiziari, il decreto 12 gennaio 1819, n. 1465, disponeva che la soppressione del Supremo tribunale di giustizia di Palermo, per quanto riguardava la sua funzione consultiva, prestata alla luogotenenza, doveva intendersi che quella particolare funzione sarebbe stata esercitata da una speciale commissione consultiva che così istituiva in Palermo.<lb/> Il 13 gennaio 1819, il decreto n. 1466, prorogava, sino all’espletamento dei loro incarichi, l’attività dei giudici deputati per le vendite col verbo regio.<lb/> Le commissioni giudiziarie provvisorie di Palermo, Messina e Catania, in base al decreto 9 febbraio 1819, n. 1491, venivano completate con la nomina, in esse, di supplenti.<lb/> Inoltre, il decreto 26 marzo 1819, n. 1643, rilevando che si era determinato un aggravio di lavoro per le due commissioni provvisorie istituite a Palermo, creava un’apposita Commissione straordinaria (costituita da tre giudici, un pubblico ministero, un avvocato dei poveri e un sollecitatore), deputata a giudicare con l’antico procedimento “de mandato”, ma rimettendo, tuttavia, le cause alla prima commissione qualora le parti non accettassero la sentenza “de mandato”.<lb/> Infine, il decreto 31 marzo 1819, n. 1551, confermava la permanenza del giudice di scala e porto franco di Messina, essendo egli giudice di revisione per le sentenze pronunciate da quel consolato, che era stato confermato dai decreti 1° settembre 1817, n. 870, 22 dicembre 1818, n. 1422, e 23 marzo 1819, n. 1529.<lb/> A seguito della nuova, organica legislazione cessarono di funzionare istituti secolari, sostituiti da organi paralleli a quelli già in vigore nelle province napoletane, sia pure con gli adattamenti e le divergenze che verranno segnalate nella descrizione dei singoli fondi. </p> <p> <table> <head>Domini al di qua del Faro (Italia meridionale)</head> <tgroup cols="2"> <thead> <row> <entry>Province</entry> <entry>Capoluoghi</entry> </row> </thead> <tbody> <row> <entry>Napoli</entry> <entry>Napoli</entry> </row> <row> <entry>Terra di Lavoro</entry> <entry>Santa Maria di Capua (poi Santa Maria Maggiore); dal 1820 Caserta</entry> </row> <row> <entry>Abruzzo ulteriore primo</entry> <entry>Teramo</entry> </row> <row> <entry>Abruzzo ulteriore secondo</entry> <entry>Aquila (L'Aquila)</entry> </row> <row> <entry>Abruzzo citeriore</entry> <entry>Chieti</entry> </row> <row> <entry>Molise</entry> <entry>Campobasso</entry> </row> <row> <entry>Capitanata</entry> <entry>Foggia</entry> </row> <row> <entry>Terra di Bari</entry> <entry>Bari</entry> </row> <row> <entry>Terra d'Otranto</entry> <entry>Lecce</entry> </row> <row> <entry>Basilicata</entry> <entry>Potenza</entry> </row> <row> <entry>Calabria ulteriore prima</entry> <entry>Reggio (Reggio di Calabria)</entry> </row> <row> <entry>Calabria ulteriore seconda</entry> <entry>Catanzaro</entry> </row> <row> <entry>Calabria citeriore</entry> <entry>Cosenza</entry> </row> <row> <entry>Principato ulteriore</entry> <entry>Avellino</entry> </row> <row> <entry>Principato citeriore</entry> <entry>Salerno</entry> </row> </tbody> </tgroup> </table> </p> <p> <table> <head>Domini al di là del Faro (Sicilia)</head> <tgroup cols="2"> <thead> <row> <entry>Capoluoghi di Valle</entry> <entry>Capoluoghi dei distretti</entry> </row> </thead> <tbody> <row> <entry>Palermo</entry> <entry>1 Palermo; 2 Cefalù; 3 Corleone; 4 Termini</entry> </row> <row> <entry>Messina</entry> <entry>5 Messina; 6 Castroreale; 7 Mistretta; 8 Patti</entry> </row> <row> <entry>Catania<note>Con decreto 3 febb. 1838, n. 4458 si aggiunse nella valle un quarto distretto ad Acireale</note> </entry> <entry>9 Catania; 10 Caltagirone; 11 Nicosia</entry> </row> <row> <entry>Girgenti (Agrigento)<note>Abolita con decreto 12 giugno 1828, n. 1878 fu ricostituita con decreto 16 dic. 1828, n. 2167</note> </entry> <entry>12 Girgenti; 13 Bivona; 14 Sciacca</entry> </row> <row> <entry>Siracusa, dal 1837 Noto<note>In luogo di Siracusa, con decreto 23 ag. 1837, n. 4209, fu elevata a capoluogo di valle Noto. Con decreto 5 ott. 1838, n. 4859 Siracusa, che era stata declassata a capoluogo di circondario, divenne capoluogo di distretto</note> </entry> <entry>15 Siracusa; 16 Modica; 17 Noto</entry> </row> <row> <entry>Trapani </entry> <entry>18 Trapani; 19 Alcamo; 20 Mazara</entry> </row> <row> <entry>Caltanissetta</entry> <entry>21 Caltanissetta; 22 Piazza; 23 Terranova</entry> </row> </tbody> </tgroup> </table> </p>
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