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| - La serie, costituita da 13 buste contenenti 151 fascicoli e suddivisa in tre sottoserie (Noi Donne, Cooperativa Libera Stampa e Rapporto donna informazione), ripercorre la vita della testata storica del movimento femminile, dalla nascita fino alla fine degli anni ’70, tramite testimonianze di riunioni, consigli di amministrazione, documentazione di carattere amministrativo e contabile, verbali di riunioni, copie delle prime edizioni dattiloscritte clandestine del giornale, statistiche sulla diffusione, interventi di promozione e propaganda, note, appunti e relativi alla campagna abbonamenti. Noi Donne assume indiscutibilmente il ruolo della voce dell’associazione, divenendo non solo il «periodico dell’Udi», ma organizzatore della rete interna che sostiene e alimenta i rapporti tra le lettrici, l’Udi e la redazione. Il giornale è politicamente gestito e amministrato dalla segreteria dell’Udi almeno fino alla fine degli anni ’50. Nel giugno del 1944 esce a Napoli il primo numero in veste legale, ma già dal 1943 in molte località del Nord e del Centro-Italia circolavano numerosi fogli clandestini con la testata di Noi Donne. Il centro di elaborazione dei contenuti di questi fogli era la città di Milano, dove nel novembre di quell’anno, si erano costituiti Gruppi di difesa della donna. Inizialmente il giornale è presente in poche edicole e la distribuzione viene assicurata da diffonditrici attiviste dell’Udi, che ne rappresentano le vere colonne portanti del periodico, e ne tengono la contabilità delle vendite e delle rese, prenotano le diffusioni speciali, sostengono la campagna abbonamenti, dando così vita a una circolazione del giornale praticamente senza costi, dedicandogli molta attenzione Successivamente, nel 1969, l’Udi decide di superare un momento di particolare difficoltà, costituendo la Cooperativa Libera Stampa, che assume progressivamente l’intera gestione del periodico. La nascita della Cooperativa è un atto di autonomia politica per il rifiuto di associare Noi Donne ad altre iniziative editoriali. Quasi subito, però, la Cooperativa accentua il significato di autonomia femminile e, già a metà anni ’70, cerca nei periodici femministi, quali Donnawomwanfemme, Quotidiano Donna, Effe, nati nel frattempo, i più naturali alleati e con questi costituisce un’iniziativa che porterà, nel 1981, a una legge sull’editoria (Legge n. 416 del 5 Agosto) che riconosce ai giornali politici delle donne, gestiti da Cooperative, particolari agevolazioni. Contemporaneamente la Cooperativa cerca di costituire la propria base sociale, ma sono troppo intrecciate nella storia e nella tradizione, la vita dell’Udi e quella di Noi Donne. Nel 1982, con l’XI Congresso, l’Udi ridefinisce la propria identità e disarticola il proprio assetto organizzativo, obbligando la Cooperativa a ricercare e costruire nuove sedi per la definizione della sua politica editoriale, ma in un nuovo e, forse più grave, momento di crisi del giornale, la Società Editrice Noi Donne cede parte delle sue quote alla Cooperativa Libera Stampa, che diventa così, agli inizi degli anni ’90, comproprietaria della testata e cessa le sue pubblicazioni nel dicembre 1999.
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dc:date
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ha conservatore
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ha date complesso archivistico
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ha estensione date...esso archivistico
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ha statusProvenienza
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abstract
| - La serie, costituita da 13 buste contenenti 151 fascicoli e suddivisa in tre sottoserie (Noi Donne, Cooperativa Libera Stampa e Rapporto donna informazione), ripercorre la vita della testata storica del movimento femminile, dalla nascita fino alla fine degli anni ’70, tramite testimonianze di riunioni, consigli di amministrazione, documentazione di carattere amministrativo e contabile, verbali di riunioni, copie delle prime edizioni dattiloscritte clandestine del giornale, statistiche sulla diffusione, interventi di promozione e propaganda, note, appunti e relativi alla campagna abbonamenti. Noi Donne assume indiscutibilmente il ruolo della voce dell’associazione, divenendo non solo il «periodico dell’Udi», ma organizzatore della rete interna che sostiene e alimenta i rapporti tra le lettrici, l’Udi e la redazione. Il giornale è politicamente gestito e amministrato dalla segreteria dell’Udi almeno fino alla fine degli anni ’50. Nel giugno del 1944 esce a Napoli il primo numero in veste legale, ma già dal 1943 in molte località del Nord e del Centro-Italia circolavano numerosi fogli clandestini con la testata di Noi Donne. Il centro di elaborazione dei contenuti di questi fogli era la città di Milano, dove nel novembre di quell’anno, si erano costituiti Gruppi di difesa della donna. Inizialmente il giornale è presente in poche edicole e la distribuzione viene assicurata da diffonditrici attiviste dell’Udi, che ne rappresentano le vere colonne portanti del periodico, e ne tengono la contabilità delle vendite e delle rese, prenotano le diffusioni speciali, sostengono la campagna abbonamenti, dando così vita a una circolazione del giornale praticamente senza costi, dedicandogli molta attenzione Successivamente, nel 1969, l’Udi decide di superare un momento di particolare difficoltà, costituendo la Cooperativa Libera Stampa, che assume progressivamente l’intera gestione del periodico. La nascita della Cooperativa è un atto di autonomia politica per il rifiuto di associare Noi Donne ad altre iniziative editoriali. Quasi subito, però, la Cooperativa accentua il significato di autonomia femminile e, già a metà anni ’70, cerca nei periodici femministi, quali Donnawomwanfemme, Quotidiano Donna, Effe, nati nel frattempo, i più naturali alleati e con questi costituisce un’iniziativa che porterà, nel 1981, a una legge sull’editoria (Legge n. 416 del 5 Agosto) che riconosce ai giornali politici delle donne, gestiti da Cooperative, particolari agevolazioni. Contemporaneamente la Cooperativa cerca di costituire la propria base sociale, ma sono troppo intrecciate nella storia e nella tradizione, la vita dell’Udi e quella di Noi Donne. Nel 1982, con l’XI Congresso, l’Udi ridefinisce la propria identità e disarticola il proprio assetto organizzativo, obbligando la Cooperativa a ricercare e costruire nuove sedi per la definizione della sua politica editoriale, ma in un nuovo e, forse più grave, momento di crisi del giornale, la Società Editrice Noi Donne cede parte delle sue quote alla Cooperativa Libera Stampa, che diventa così, agli inizi degli anni ’90, comproprietaria della testata e cessa le sue pubblicazioni nel dicembre 1999.
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scheda provenienza href
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scheda SAN
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ha livelloSuperiore
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consistenza
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forma autorizzata complesso archivistico
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record provenienza id
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sistema provenienza
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tipologia complesso
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is è conservatore di
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is ha livelloSuperiore
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