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| - I Rovereschi, succeduti nel 1508 ai Montefeltro duchi di Urbino, trasferirono a Pesaro, in veste di nuovi signori della città, forse nella fortezza costruita da Costanzo Sforza, l'archivio del ducato riunito in unica sede. Nel 1631, morto Francesco Maria II della Rovere, la Santa Sede si limitò a trasferire a Roma le sole carte che furono ritenute attinenti ai diritti dello StatoLe altre, riguardanti le vicende della dinastia e i beni allodiali, ereditati da Vittoria, ultima dei della Rovere, rimasero fino al 1638 a Pesaroper essere poi trasferite in parte a FirenzeRimase a Pesaro la documentazione ritenuta necessaria per l'amministrazione delle fattorie e degli altri beni immobili situati nell'ex ducatoFu istituito anzi a tale scopo un apposito Scrittoio, affidato più tardi ai membri della famiglia Gavardini. Venduti da Francesco di Lorena al pontefice anche i beni rovereschi nel 1773, finalmente nel 1795 Reginaldo Tanzini, soprintendente nella segreteria di Stato, fu incaricato di trasferire a Firenze quella parte dell'archivio che era rimasta nella casa pesarese del conte Girolamo Gavardini (vediAS Firenze, Archivi signorili acquisiti, Ducato di Urbino). I documenti rimasti a Pesaro anche dopo quest'ultimo trasferimento costituiscono l'archivio attuale.[...]
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abstract
| - I Rovereschi, succeduti nel 1508 ai Montefeltro duchi di Urbino, trasferirono a Pesaro, in veste di nuovi signori della città, forse nella fortezza costruita da Costanzo Sforza, l'archivio del ducato riunito in unica sede. Nel 1631, morto Francesco Maria II della Rovere, la Santa Sede si limitò a trasferire a Roma le sole carte che furono ritenute attinenti ai diritti dello StatoLe altre, riguardanti le vicende della dinastia e i beni allodiali, ereditati da Vittoria, ultima dei della Rovere, rimasero fino al 1638 a Pesaroper essere poi trasferite in parte a FirenzeRimase a Pesaro la documentazione ritenuta necessaria per l'amministrazione delle fattorie e degli altri beni immobili situati nell'ex ducatoFu istituito anzi a tale scopo un apposito Scrittoio, affidato più tardi ai membri della famiglia Gavardini. Venduti da Francesco di Lorena al pontefice anche i beni rovereschi nel 1773, finalmente nel 1795 Reginaldo Tanzini, soprintendente nella segreteria di Stato, fu incaricato di trasferire a Firenze quella parte dell'archivio che era rimasta nella casa pesarese del conte Girolamo Gavardini (vediAS Firenze, Archivi signorili acquisiti, Ducato di Urbino). I documenti rimasti a Pesaro anche dopo quest'ultimo trasferimento costituiscono l'archivio attuale.[...]
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