rdf:type
rdfs:label
  • Famiglia Beroaldi (Bologna)
dc:title
  • Famiglia Beroaldi (Bologna)
dc:description
  • Nonostante la presenza del cognome Beroaldi a Bologna si possa rintracciare già nel XII secolo, la dinastia cui discende questo ramo della famiglia ha origine nel 1250 con Umberto Beroaldi. La stirpe fu tra le famiglie che nel 1279 appartennero alla fazione dei Lambertazzi e giurò la pace coi Geremei nella pubblica piazza di Bologna. Tra i più antichi rappresentanti le cronache bolognesi ricordano Bettino di Giovanni di Umberto Beroaldi che nel 1292 fu del consiglio dei 2000 e suo figlio Giovanni, anziano, confinato nel 1355 per essere di fazione guelfa. Nel 1390 nacque Bartolomeo, figlio di Tommaso Beroaldi, ambasciatore a Roma, morto a Siena nel 1445 ed in seguito beatificato.<br />Filippo Beroaldi seniore, figlio di Giovanni, vissuto dal 1453 al 1505, ebbe grande fama come letterato. Dopo aver ricevuto un'accurata formazione classica con il parmense Francesco Puteolano, insegnò nello Studio di Bologna dal 1472 al 1505 dove assunse la cattedra di poetica e retorica, si trasferì a Parma e poi a Parigi, dove rimase un anno. Tornò a Bologna nel 1479 e riprese l'insegnamento presso lo Studio. Nel 1489 fu anziano nel Senato di Tommaso Bentivoglio; sposò nel 1498 Camilla figlia del giureconsulto Vincenzo Paleotti. Divenuto famoso come filologo, ricevette riconoscimenti da parte di umanisti come Poliziano, Ermolao Barbaro, Giovanni Pico della Mirandola. Tra le opere ricordiamo la "Oratio proverbialis" (Bologna, 1499), i Commentari su Apuleio e la "Declamatio philosophi medici, oratoris de excellentia disputantium". Dal matrimonio nacquero quattro figli, ma uno solo, Vincenzo, sopravvisse al padre. Fu anch'egli letterato e abitò col fratellastro Francesco Bolognetti celebre poeta.<br />Il nipote Filippo Iuniore, nato nel 1472 da Niccolò e Bartolomea Formaglini, anch'esso letterato. Fu maestro dello Studio a Bologna, segretario a Roma del cardinale Giovanni de Medici futuro papa Leone X e membro dell'accademia di Pomponio Leto. Morì a Roma nel 1518, due anni dopo esser stato nominato da Leone X prefetto della Biblioteca Vaticana. La sua fama è legata alla pubblicazione (1515) dei primi sei libri degli Annales di Tacito, ma è stata rivalutata di recente anche la sua poesia in latino (gli Epigrammata, di sapore catulliano, e i Carmina, che, riecheggiando per la prima volta nel Rinascimento la lirica oraziana, offrono nel contempo preziose informazioni sulla vita della Roma papale nel primo Cinquecento).<br />Un Beroaldi è citato nel Libro degli Anziani e Consoli di Bologna nel 1475: Luca di Antonio Beroaldi. I Beroaldi si erano esposti sul finire del XV secolo come fautori del partito bentivolesco; ciò valse loro, dopo la restaurazione pontificia, l'allontanamento da cariche politiche e la famiglia non venne quindi compresa nel novero delle famiglie senatorie.<br />La famiglia ricevette ricchezze ed il cognome Barbieri da Nicolò Barbieri, che testò il 27 gennaio del 1595 ordinando una primogenitura ai Beroaldi poichè la sua famiglia era estinta per linea maschile. Fu Maurizio del conte Carlo Maria ad ottenere l'eredità di Niccolò Barbieri sposando la figlia Giuditta. Maurizio assunse così il nome di Niccolò Barbieri. Alla sua morte l'eredità passò al fratello Federico, che a sua volta la passò al figlio Carlo, detto Nicolò Barbieri. La famiglia Beroaldi assunse poi anche il cognome e le ricchezze dei Serafini, famiglia della nobiltà bolognese che abitava nei pressi della chiesa di S. Paolo. Per ottenere queste discendenze e eredità essi sostennero alcune cause di cui restano gli atti nell'archivio. Nel 1639 Carlo Maria Beroaldi sposò Valeria Guidotti; alla morte del padre Valeria portò in famiglia numerosi beni posti nella pieve di Budrio. Questi vennero così ad aggiungersi alle numerose proprietà poste nel comune di S. Marino e Saletto, Villafranca, Minerbio, Gesso, Zenerigolo, alle case a Casalecchio, alle case a Bologna in in strada Castiglione e S. Giovanni in Monte, S. Andrea e via CentoTrecento, ai beni nel comune di Caselle.<br />Carlo Maria ebbe stretti rapporti con francesi; fu cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro dal 1646. Il figlio di Valeria e Carlo, Federico, sposò Camilla Giovagnoni; da questo matrimonio giunsero alla famiglia beni in Castagnolo Minore. Il figlio Carlo Maria nacque nel 1682. Nel corso della sua gioventù dovette spesso abbandonare la città. Egli era riuscito ad inserirsi nelle trame delle guerre di successione europee della prima metà del secolo XVIII. Scelto per il tradizionale orientamento filo-francese della propria famiglia, rafforzato dal fatto che nella prima metà del XVII secolo l'avo Carlo Maria di Jacopo aveva ricevuto il titolo comitale dal duca di Savoia, divenne così incaricato di Francia a Bologna. Nel 1718 sposò Gentile Banzi; il primogenito Giovanni Federico, dopo essere stato alfiere nel reggimento reale italiano di Francia, dal 1746 affiancò il padre nell'attività di incaricato di Francia. A suo favore Carlo Beroaldi diede le dimissioni nel 1750.<br />La famiglia Beroaldi si estinse nel 1806 con la morte di Federico, fratello di Carlotta. Egli testò a favore dei figli della sorella ed i suoi beni vennero a far parte del patrimonio Tozzoni.
dc:date
  • Sec. XIII - 1806
ha date esistenza
ha statusProvenienza
abstract
  • Nonostante la presenza del cognome Beroaldi a Bologna si possa rintracciare già nel XII secolo, la dinastia cui discende questo ramo della famiglia ha origine nel 1250 con Umberto Beroaldi. La stirpe fu tra le famiglie che nel 1279 appartennero alla fazione dei Lambertazzi e giurò la pace coi Geremei nella pubblica piazza di Bologna. Tra i più antichi rappresentanti le cronache bolognesi ricordano Bettino di Giovanni di Umberto Beroaldi che nel 1292 fu del consiglio dei 2000 e suo figlio Giovanni, anziano, confinato nel 1355 per essere di fazione guelfa. Nel 1390 nacque Bartolomeo, figlio di Tommaso Beroaldi, ambasciatore a Roma, morto a Siena nel 1445 ed in seguito beatificato.<br />Filippo Beroaldi seniore, figlio di Giovanni, vissuto dal 1453 al 1505, ebbe grande fama come letterato. Dopo aver ricevuto un'accurata formazione classica con il parmense Francesco Puteolano, insegnò nello Studio di Bologna dal 1472 al 1505 dove assunse la cattedra di poetica e retorica, si trasferì a Parma e poi a Parigi, dove rimase un anno. Tornò a Bologna nel 1479 e riprese l'insegnamento presso lo Studio. Nel 1489 fu anziano nel Senato di Tommaso Bentivoglio; sposò nel 1498 Camilla figlia del giureconsulto Vincenzo Paleotti. Divenuto famoso come filologo, ricevette riconoscimenti da parte di umanisti come Poliziano, Ermolao Barbaro, Giovanni Pico della Mirandola. Tra le opere ricordiamo la "Oratio proverbialis" (Bologna, 1499), i Commentari su Apuleio e la "Declamatio philosophi medici, oratoris de excellentia disputantium". Dal matrimonio nacquero quattro figli, ma uno solo, Vincenzo, sopravvisse al padre. Fu anch'egli letterato e abitò col fratellastro Francesco Bolognetti celebre poeta.<br />Il nipote Filippo Iuniore, nato nel 1472 da Niccolò e Bartolomea Formaglini, anch'esso letterato. Fu maestro dello Studio a Bologna, segretario a Roma del cardinale Giovanni de Medici futuro papa Leone X e membro dell'accademia di Pomponio Leto. Morì a Roma nel 1518, due anni dopo esser stato nominato da Leone X prefetto della Biblioteca Vaticana. La sua fama è legata alla pubblicazione (1515) dei primi sei libri degli Annales di Tacito, ma è stata rivalutata di recente anche la sua poesia in latino (gli Epigrammata, di sapore catulliano, e i Carmina, che, riecheggiando per la prima volta nel Rinascimento la lirica oraziana, offrono nel contempo preziose informazioni sulla vita della Roma papale nel primo Cinquecento).<br />Un Beroaldi è citato nel Libro degli Anziani e Consoli di Bologna nel 1475: Luca di Antonio Beroaldi. I Beroaldi si erano esposti sul finire del XV secolo come fautori del partito bentivolesco; ciò valse loro, dopo la restaurazione pontificia, l'allontanamento da cariche politiche e la famiglia non venne quindi compresa nel novero delle famiglie senatorie.<br />La famiglia ricevette ricchezze ed il cognome Barbieri da Nicolò Barbieri, che testò il 27 gennaio del 1595 ordinando una primogenitura ai Beroaldi poichè la sua famiglia era estinta per linea maschile. Fu Maurizio del conte Carlo Maria ad ottenere l'eredità di Niccolò Barbieri sposando la figlia Giuditta. Maurizio assunse così il nome di Niccolò Barbieri. Alla sua morte l'eredità passò al fratello Federico, che a sua volta la passò al figlio Carlo, detto Nicolò Barbieri. La famiglia Beroaldi assunse poi anche il cognome e le ricchezze dei Serafini, famiglia della nobiltà bolognese che abitava nei pressi della chiesa di S. Paolo. Per ottenere queste discendenze e eredità essi sostennero alcune cause di cui restano gli atti nell'archivio. Nel 1639 Carlo Maria Beroaldi sposò Valeria Guidotti; alla morte del padre Valeria portò in famiglia numerosi beni posti nella pieve di Budrio. Questi vennero così ad aggiungersi alle numerose proprietà poste nel comune di S. Marino e Saletto, Villafranca, Minerbio, Gesso, Zenerigolo, alle case a Casalecchio, alle case a Bologna in in strada Castiglione e S. Giovanni in Monte, S. Andrea e via CentoTrecento, ai beni nel comune di Caselle.<br />Carlo Maria ebbe stretti rapporti con francesi; fu cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro dal 1646. Il figlio di Valeria e Carlo, Federico, sposò Camilla Giovagnoni; da questo matrimonio giunsero alla famiglia beni in Castagnolo Minore. Il figlio Carlo Maria nacque nel 1682. Nel corso della sua gioventù dovette spesso abbandonare la città. Egli era riuscito ad inserirsi nelle trame delle guerre di successione europee della prima metà del secolo XVIII. Scelto per il tradizionale orientamento filo-francese della propria famiglia, rafforzato dal fatto che nella prima metà del XVII secolo l'avo Carlo Maria di Jacopo aveva ricevuto il titolo comitale dal duca di Savoia, divenne così incaricato di Francia a Bologna. Nel 1718 sposò Gentile Banzi; il primogenito Giovanni Federico, dopo essere stato alfiere nel reggimento reale italiano di Francia, dal 1746 affiancò il padre nell'attività di incaricato di Francia. A suo favore Carlo Beroaldi diede le dimissioni nel 1750.<br />La famiglia Beroaldi si estinse nel 1806 con la morte di Federico, fratello di Carlotta. Egli testò a favore dei figli della sorella ed i suoi beni vennero a far parte del patrimonio Tozzoni.
scheda provenienza href
scheda SAN
ha luogoProduttore
eac-cpf:hasPlace
ha luogo Residenza
è produttore di
forma autorizzata produttore
  • Famiglia Beroaldi (Bologna)
eac-cpf:authorizedForm
  • Famiglia Beroaldi (Bologna)
record provenienza id
  • IT-ER-IBC-SP00001-0000129
sistema provenienza
  • IT-ER-IBC
dc:coverage
  • Bologna
is ha produttore of
Raw Data in: CSV | RDF ( N-Triples N3/Turtle JSON XML ) | OData ( Atom JSON ) | Microdata ( JSON HTML) | JSON-LD     Browse in: LodLive
This material is Open Knowledge   W3C Semantic Web Technology [RDF Data] Valid XHTML + RDFa
OpenLink Virtuoso version 06.01.3127, on Win32 (i686-generic-win-32), Standard Edition
Data on this page belongs to its respective rights holders.