rdf:type
rdfs:label
  • Comune di Porretta Terme
sameAs
dc:title
  • Comune di Porretta Terme
dc:description
  • Porretta Terme, anticamente Bagni della Porretta, è un Comune situato nell'Alta Valle del fiume Reno, tra gli Appennini che separano la Provincia di Bologna da quella di Pistoia. Celebre per le sue acque termali, Porretta ha una storia antichissima come stazione termale, tanto che, sulla base di studi e testimonianze accumulate nel tempo e sulla base di ritrovamenti archeologici, si può desumere che queste acque fossero conosciute ed utilizzate fin dai tempi degli antichi romani. Nel 1888, infatti, durante le varie sistemazioni ed ampliamenti degli stabilimenti termali che sorgono sul Rio Maggiore, vennero ritrovati importanti reperti archeologici risalenti all'epoca romana. Tra i vari ritrovamenti, quello più famoso, è un'effige di marmo, un mascherone raffigurante il volto di un leone, da cui un tempo scaturiva l'acqua curativa, fatto risalire al I° secolo d.C. e che è tutt'ora il simbolo delle terme porrettane. Nonostante la presenza di diverse testimonianze di epoca romana, nulla si conosce di preciso della vera storia di Porretta Terme nell'epoca antica e nell'Alto Medioevo, così si inizia a far risalire la storia vera e propria a partire dal XII secolo, quando compaiono i primi documenti che citano esplicitamente il nome di Porretta al centro delle lotte comunali tra i Bolognesi ed i Pistoiesi per il controllo di questo territorio di confine e per lo sfruttamento delle sue acque, di cui al Comune bolognese certamente non sfuggivano l'importanza economica e sociale. L'origine stessa del nome di "Porretta" è molto discussa e non è facile stabilirne l'etimo corretto. Una corrente di pensiero vuole la derivazione del toponimo Porretta dal participio passato del verbo latino porrigo, che significa spargere, porgere, mentre altri deriverebbero la sua etimologia dal Castel Poredo, luogo dove si coltivano i porri. Più recentemente è stata posta una ulteriore ipotesi derivando la parola porrecta dal participio passato del verbo porricio che significa offrire in voto, offrire in sacrificio, legandolo quindi alle offerte votive che venivano realmente lasciate presso le acque curative (1). A partire dal XIII secolo la località di Porretta passa alle dipendenze del Comune di Bologna e le sorgenti rimangono di proprietà delle comunità confinanti di Capugnano e di Granaglione che si trovano entrambe lungo il corso del Rio Maggiore e rimarranno tali fino al 1418. Il Comune di Bologna, a partire dal 1249 fino alla fine del secolo successivo, dovette prendere una serie di iniziative per favorire la viabilità e l'insediamento di nuove strutture abitative nei pressi delle terme, incentivando gli abitanti dei vicini paesi di Granaglione, Capugnano e Castelluccio (2). Tutto questo per favorire ed agevolare l'arrivo ed il soggiorno dei malati che si recavano alle terme, le quali avevano raggiunto una certa fama e ritrovato un nuovo interesse grazie anche alla scoperta di nuove fonti che sembra sia avvenuta proprio in questo periodo. Legata a questo ritrovamento e a questa rinascita è la leggenda riportata da tutti gli storici del passato, riguardante la scoperta casuale di queste sorgenti salutari in seguito alla guarigione di un bue malato il quale, vicino alla morte, era stato lasciato libero dal padrone e dopo essersi abbeverato alle acque delle sorgenti lungo il Rio Maggiore era riuscito a guarire ritornando dopo alcuni giorni alla stalla completamente guarito. In ricordo di questo avvenimento, reale o immaginario, Porretta Terme ha adottato nel suo stemma la figura del bue che sta bevendo in un ruscello. La fortuna di Bagni della Porretta crebbe rapidamente tanto che nel 1447 Papa Niccolo V la eresse in Contea e ne investì la signoria al nobile bolognese Niccolò Sanuti e ai suoi discendenti diretti, in modo che il futuro conte avesse la possibilità e l'autorità di fare edificare nuove abitazioni e di mantenere in efficenza i bagni, ma soprattutto rispose ad un preciso disegno strategico del pontefice di spartizione e controllo economico del territorio. Nel 1482 però il Sanuti morì senza eredi ed allora Papa Sisto IV gli fece succedere fin dal 1471 il Conte Dott. Girolamo Ranuzzi e la sua discendenza mascolina. L'arrivo dei Ranuzzi a Porretta segna un momento fondamentale per la storia di questa località e delle sue terme, infatti il dominio dei conti durò ininterrotto per più di tre secoli, e portò sviluppo e benessere. Nel 1797 con l'avvento del dominio napoleonico i Conti Ranuzzi abbandonarono pacificamente i loro possedimenti e la contea passò sotto la diretta giurisdizione della Repubblica Cispadana e Bagni della Porretta acquisiva una posizione di rilievo dal punto di vista politico-amministrativo, entrando a far parte del Dipartimento delle Terme, nel quale fu centro per alcuni anni di una Pretura giudiziaria, la quale stendeva la sua giurisdizione su tutta la montagna bolognese e gran parte di quella modenese. Nel 1805, nell'ambito delle operazioni di riassetto amministrativo del napoleonico Regno d'Italia, Porretta divenne sede del II Cantone del Distretto di Vergato, all'interno del Dipartimento del Reno. Il Cantone comprende i Comuni di: Porretta con Capugnano, Badi con Suviana, Belvedere, Casio e Casola, Gaggio Montano con Bondiana, Granaglione e Rocca Corneta. Nel 1810, Porretta divenne sede non soltanto di Cantone, ma anche di Distretto: il territorio del Comune rimase immutato, comprendendo come nel 1805, oltre a Porretta anche Capugnano. Quindi ora al Cantone della Porretta fanno capo i Comuni di Casio, Granaglione, Belvedere, Gaggio Montano e Montese (ciascuno con i propri "aggregati") e al Distretto omonimo, infine, appartengono il Cantone di Castiglione (oggi Castiglione dei Pepoli) e quello di Vergato. Nel 1814 venne restaurato il dominio pontificio, Porretta divenne capoluogo di Comune e di Governatorato cui sottostavano le comunità di Casio-Casola, Granaglione, Gaggio Montano e Belvedere e vi risiedeva un Governatore di second'ordine, un Priore municipale e una brigata di gendarmeria (3). Importanti opere pubbliche nel campo termale e delle infrastrutture furono compiute nella prima metà dell'800: in particolare, nel 1816 iniziò la costruzione della strada porrettana che terminò nel 1847 e nel 1856 si cotruì la ferrovia portata a termine in sette anni. Nel 1859 terminò il dominio pontificio e Bagni della Porretta entrò a far parte del nuovo Regno d'Italia, il Governatorato assunse il nome di Giusdicenza prima e di Mandamento poi, pur conservando la medesima giurisdizione e restando sempre capoluogo e residenza di un Pretore. Da questo momento, grazie anche ad una maggiore stabilità politica e all'apertura delle nuove vie di comunicazione, Porretta subì un grande sviluppo, sia per quanto riguarda gli impianti termali, sia dal punto di vista economico e sociale. Infatti, dal 1900 in poi l'economia porrettana andò rafforzandosi e oltre all'agricoltura, che era stata l'attività principale della maggior parte della popolazione, compaiono i primi stabilimenti industriali, in maggioranza operanti nel settore metalmeccanico. Anticamente sorgevano lungo il corso del fiume Reno e dei due torrenti Silla e Panigale, alcune ferriere per la lavorazione del ferro e di altri minerali, tuttavia ancora a carattere artigianale, nel corso del '900 sorsero invece numerose fabbriche, tra cui un ruolo di primo piano ebbero le Officine Meccaniche F.lli Daldi e Matteucci fondate sul finire degli anni '20 e che influenzarono l'economia non solo di Porretta ma di tutta la valle. Il periodo fra le due guerre vide la realizzazione del nuovo municipio, sorto al posto del settecentesco teatro comunale, in Piazza Vittorio Emanuele II, oggi Piazza della Libertà (4), e anche, per intervento del podestà Nanni Costa, nominato nel 1930, la modifica della denominazione di Bagni della Porretta in Porretta Terme con Regio decreto 7 agosto 1931, n. 1115, perchè non si creasse più confusione nè equivoci nell'identificare la città termale (5). (1) Facci M., Guidanti A., Zagnoni R., "Le Terme di Porretta nella storia della medicina. Vol. I, Dall'Età Antica al Settecento", Porretta Terme 1995, pp.32-33; (2) Masotti M.G., "Porretta Terme: storia di un centro montano", Comune di Porretta Terme, 1985, pag. 29; (3) Lorenzini D., "Guida dei Bagni della Porretta e dintorni", Porretta 1886, pp. 32-36; (4) Homes B., Digiuni P., Zagnoni R., "Porretta Terme. Forma Urbis", ed. Nuèter, Porretta Terme 2005, pag. 25; (5) Facci M., Borri A., "Porretta dall'Unità alla Repubblica (1859-1948)", ed. Nuèter, Porretta Terme 1998, pag.232.
dc:date
  • 1806 - 1965
ha date esistenza
ha statusProvenienza
abstract
  • Porretta Terme, anticamente Bagni della Porretta, è un Comune situato nell'Alta Valle del fiume Reno, tra gli Appennini che separano la Provincia di Bologna da quella di Pistoia. Celebre per le sue acque termali, Porretta ha una storia antichissima come stazione termale, tanto che, sulla base di studi e testimonianze accumulate nel tempo e sulla base di ritrovamenti archeologici, si può desumere che queste acque fossero conosciute ed utilizzate fin dai tempi degli antichi romani. Nel 1888, infatti, durante le varie sistemazioni ed ampliamenti degli stabilimenti termali che sorgono sul Rio Maggiore, vennero ritrovati importanti reperti archeologici risalenti all'epoca romana. Tra i vari ritrovamenti, quello più famoso, è un'effige di marmo, un mascherone raffigurante il volto di un leone, da cui un tempo scaturiva l'acqua curativa, fatto risalire al I° secolo d.C. e che è tutt'ora il simbolo delle terme porrettane. Nonostante la presenza di diverse testimonianze di epoca romana, nulla si conosce di preciso della vera storia di Porretta Terme nell'epoca antica e nell'Alto Medioevo, così si inizia a far risalire la storia vera e propria a partire dal XII secolo, quando compaiono i primi documenti che citano esplicitamente il nome di Porretta al centro delle lotte comunali tra i Bolognesi ed i Pistoiesi per il controllo di questo territorio di confine e per lo sfruttamento delle sue acque, di cui al Comune bolognese certamente non sfuggivano l'importanza economica e sociale. L'origine stessa del nome di "Porretta" è molto discussa e non è facile stabilirne l'etimo corretto. Una corrente di pensiero vuole la derivazione del toponimo Porretta dal participio passato del verbo latino porrigo, che significa spargere, porgere, mentre altri deriverebbero la sua etimologia dal Castel Poredo, luogo dove si coltivano i porri. Più recentemente è stata posta una ulteriore ipotesi derivando la parola porrecta dal participio passato del verbo porricio che significa offrire in voto, offrire in sacrificio, legandolo quindi alle offerte votive che venivano realmente lasciate presso le acque curative (1). A partire dal XIII secolo la località di Porretta passa alle dipendenze del Comune di Bologna e le sorgenti rimangono di proprietà delle comunità confinanti di Capugnano e di Granaglione che si trovano entrambe lungo il corso del Rio Maggiore e rimarranno tali fino al 1418. Il Comune di Bologna, a partire dal 1249 fino alla fine del secolo successivo, dovette prendere una serie di iniziative per favorire la viabilità e l'insediamento di nuove strutture abitative nei pressi delle terme, incentivando gli abitanti dei vicini paesi di Granaglione, Capugnano e Castelluccio (2). Tutto questo per favorire ed agevolare l'arrivo ed il soggiorno dei malati che si recavano alle terme, le quali avevano raggiunto una certa fama e ritrovato un nuovo interesse grazie anche alla scoperta di nuove fonti che sembra sia avvenuta proprio in questo periodo. Legata a questo ritrovamento e a questa rinascita è la leggenda riportata da tutti gli storici del passato, riguardante la scoperta casuale di queste sorgenti salutari in seguito alla guarigione di un bue malato il quale, vicino alla morte, era stato lasciato libero dal padrone e dopo essersi abbeverato alle acque delle sorgenti lungo il Rio Maggiore era riuscito a guarire ritornando dopo alcuni giorni alla stalla completamente guarito. In ricordo di questo avvenimento, reale o immaginario, Porretta Terme ha adottato nel suo stemma la figura del bue che sta bevendo in un ruscello. La fortuna di Bagni della Porretta crebbe rapidamente tanto che nel 1447 Papa Niccolo V la eresse in Contea e ne investì la signoria al nobile bolognese Niccolò Sanuti e ai suoi discendenti diretti, in modo che il futuro conte avesse la possibilità e l'autorità di fare edificare nuove abitazioni e di mantenere in efficenza i bagni, ma soprattutto rispose ad un preciso disegno strategico del pontefice di spartizione e controllo economico del territorio. Nel 1482 però il Sanuti morì senza eredi ed allora Papa Sisto IV gli fece succedere fin dal 1471 il Conte Dott. Girolamo Ranuzzi e la sua discendenza mascolina. L'arrivo dei Ranuzzi a Porretta segna un momento fondamentale per la storia di questa località e delle sue terme, infatti il dominio dei conti durò ininterrotto per più di tre secoli, e portò sviluppo e benessere. Nel 1797 con l'avvento del dominio napoleonico i Conti Ranuzzi abbandonarono pacificamente i loro possedimenti e la contea passò sotto la diretta giurisdizione della Repubblica Cispadana e Bagni della Porretta acquisiva una posizione di rilievo dal punto di vista politico-amministrativo, entrando a far parte del Dipartimento delle Terme, nel quale fu centro per alcuni anni di una Pretura giudiziaria, la quale stendeva la sua giurisdizione su tutta la montagna bolognese e gran parte di quella modenese. Nel 1805, nell'ambito delle operazioni di riassetto amministrativo del napoleonico Regno d'Italia, Porretta divenne sede del II Cantone del Distretto di Vergato, all'interno del Dipartimento del Reno. Il Cantone comprende i Comuni di: Porretta con Capugnano, Badi con Suviana, Belvedere, Casio e Casola, Gaggio Montano con Bondiana, Granaglione e Rocca Corneta. Nel 1810, Porretta divenne sede non soltanto di Cantone, ma anche di Distretto: il territorio del Comune rimase immutato, comprendendo come nel 1805, oltre a Porretta anche Capugnano. Quindi ora al Cantone della Porretta fanno capo i Comuni di Casio, Granaglione, Belvedere, Gaggio Montano e Montese (ciascuno con i propri "aggregati") e al Distretto omonimo, infine, appartengono il Cantone di Castiglione (oggi Castiglione dei Pepoli) e quello di Vergato. Nel 1814 venne restaurato il dominio pontificio, Porretta divenne capoluogo di Comune e di Governatorato cui sottostavano le comunità di Casio-Casola, Granaglione, Gaggio Montano e Belvedere e vi risiedeva un Governatore di second'ordine, un Priore municipale e una brigata di gendarmeria (3). Importanti opere pubbliche nel campo termale e delle infrastrutture furono compiute nella prima metà dell'800: in particolare, nel 1816 iniziò la costruzione della strada porrettana che terminò nel 1847 e nel 1856 si cotruì la ferrovia portata a termine in sette anni. Nel 1859 terminò il dominio pontificio e Bagni della Porretta entrò a far parte del nuovo Regno d'Italia, il Governatorato assunse il nome di Giusdicenza prima e di Mandamento poi, pur conservando la medesima giurisdizione e restando sempre capoluogo e residenza di un Pretore. Da questo momento, grazie anche ad una maggiore stabilità politica e all'apertura delle nuove vie di comunicazione, Porretta subì un grande sviluppo, sia per quanto riguarda gli impianti termali, sia dal punto di vista economico e sociale. Infatti, dal 1900 in poi l'economia porrettana andò rafforzandosi e oltre all'agricoltura, che era stata l'attività principale della maggior parte della popolazione, compaiono i primi stabilimenti industriali, in maggioranza operanti nel settore metalmeccanico. Anticamente sorgevano lungo il corso del fiume Reno e dei due torrenti Silla e Panigale, alcune ferriere per la lavorazione del ferro e di altri minerali, tuttavia ancora a carattere artigianale, nel corso del '900 sorsero invece numerose fabbriche, tra cui un ruolo di primo piano ebbero le Officine Meccaniche F.lli Daldi e Matteucci fondate sul finire degli anni '20 e che influenzarono l'economia non solo di Porretta ma di tutta la valle. Il periodo fra le due guerre vide la realizzazione del nuovo municipio, sorto al posto del settecentesco teatro comunale, in Piazza Vittorio Emanuele II, oggi Piazza della Libertà (4), e anche, per intervento del podestà Nanni Costa, nominato nel 1930, la modifica della denominazione di Bagni della Porretta in Porretta Terme con Regio decreto 7 agosto 1931, n. 1115, perchè non si creasse più confusione nè equivoci nell'identificare la città termale (5). (1) Facci M., Guidanti A., Zagnoni R., "Le Terme di Porretta nella storia della medicina. Vol. I, Dall'Età Antica al Settecento", Porretta Terme 1995, pp.32-33; (2) Masotti M.G., "Porretta Terme: storia di un centro montano", Comune di Porretta Terme, 1985, pag. 29; (3) Lorenzini D., "Guida dei Bagni della Porretta e dintorni", Porretta 1886, pp. 32-36; (4) Homes B., Digiuni P., Zagnoni R., "Porretta Terme. Forma Urbis", ed. Nuèter, Porretta Terme 2005, pag. 25; (5) Facci M., Borri A., "Porretta dall'Unità alla Repubblica (1859-1948)", ed. Nuèter, Porretta Terme 1998, pag.232.
scheda provenienza href
scheda SAN
ha luogoProduttore
eac-cpf:hasPlace
ha luogo Sede
è produttore di
forma autorizzata produttore
  • Comune di Porretta Terme
eac-cpf:authorizedForm
  • Comune di Porretta Terme
record provenienza id
  • IT-ER-IBC-SP00001-0000061
sistema provenienza
  • IT-ER-IBC
dc:coverage
  • Piazza Libertà 13
is ha produttore of
Raw Data in: CSV | RDF ( N-Triples N3/Turtle JSON XML ) | OData ( Atom JSON ) | Microdata ( JSON HTML) | JSON-LD     Browse in: LodLive
This material is Open Knowledge   W3C Semantic Web Technology [RDF Data] Valid XHTML + RDFa
OpenLink Virtuoso version 06.01.3127, on Win32 (i686-generic-win-32), Standard Edition
Data on this page belongs to its respective rights holders.