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| - Congregazione della carità di Cotignola (1808 - 1859)
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| - Congregazione della carità di Cotignola (1808 - 1859)
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| dc:description
| - La Congregazione della carità di Cotignola iniziò la sua attività dal primo marzo 1808, come testimoniato dal dispaccio del Prefetto del Dipartimento del Reno del 22 febbraio 1808, n. 3244, che invitava il Podestà di Cotignola a nominare i membri della congregazione e ad avviarne l'attività. Il dispaccio conteneva anche le istruzioni necessarie per l'avvio e il funzionamento della congregazione: in particolare, in base al R.D. del 23 dicembre 1807, la congregazione doveva essere divisa in commissioni (degli ospedali; degli ospizi e orfanotrofi; delle elemosine; dei monti di pietà). Dal 26 aprile 1808 la congregazione pose la sede dei suoi uffici e del suo archivio nell'edificio del Monte di pietà di Cotignola, che era stato acquistato dal regio Demanio del Regno italico con atto a rogito del notaio Serafino Betti di Bologna. Il primo documento stilato dalla neo istituita congregazione di Cotignola fu del marzo 1808 (protocollato n. 1; classificato tit. I, rub. 1) e conteneva il verbale della prima adunanza, con la nomina dei membri che la componevano (Piersanti [Canattieri], l'arciprete Giovanni Cattani, Fabio Tarlazzi, Stefano Bennoli), del Presidente (nella persona del podestà di Cotignola, Sebastiano Testi), del protocollista (Patrizio Cassani) e del segretario ( Alessandro Cassani). Pochi mesi dopo fu approvato il "Regolamento e piano d'organizzazione della Congregazione di carità del Comune di Cotignola, distretto d'Imola, Dipartimento del Reno, istituita con R. D. del 21 dicembre 1807 ed attivata il 1° marzo 1808", approvato dal Ministero dell'interno il 28 luglio 1808, e inoltrato dal prefetto del Dipartimento del Reno e dal vice prefetto d'Imola il 2 e il 9 agosto 1808 (conservato in copia conforme del 1857). Nel regolamento si stabilì che: la congregazione aveva sede nei locali del S. Monte di Pietà di Cotignola (tit. I, art. 1); era divisa in due sezioni, alla prima furono assegnati l'ospedale, "quando non sia dichiarato di diritto padronale", il Monte di pietà e gli orfanotrofi, e alla seconda gli istituti elemosinieri (tit. I, art. 2); le sezioni si riunivano due volta a settimana (tit. I, art. 9-13); erano assegnati tre membri alla gestione di ciascuna sezione (tit. I, art. 3); la congregazione si riuniva di norma una volta a settimana; la commissione era costituita da due individui, ciascuno dei quali nominato all'interno di una delle due sezioni (tit. I, artt. 5, 8); la congregazione si avvaleva di un segretario, un protocollista, un cassiere (tit. II, artt. 14, 15, 19-33); aveva l'obbligo della tenuta dei registri contabili (tit. II, artt. 17-18); manteneva un solo archivio in cui raccogliere tutte le carte degli stabilimenti e della Congregazione "... tenute sempre separatamente le carte che appartengano a ciascuno de' pii stabilimenti e colla corrispondente classifcazione delle materie" (tit. II, art. 16).<br />La Congregazione della carità non fu soppressa a seguito della Restaurazione, ma il Vescovo di Faenza decise di rispettarne l'istituzione, ponenedola sotto il proprio diretto controllo. Tale situazione durò fino al 1859. Le opere pie che erano state concentrate nella Congregazione nel 1808 rimasero sotto la sua amministrazione, fatta eccezione per le opere pie Testi (Ospedale, Carcerati e doti, Studi), che nel 1822 tornarono sotto la diretta amministrazione della ricostituita Congregazione leopoldina, precedentemente soppressa nel 1809. Le opere pie istituite in Cotignola dopo il 1815, invece, mantennero un'amministrazione autonoma fino al 1859. <br />Nel 1829 il Vescovo di Faenza sospese il segretario della Congregazione di Cotignola, Stefano Testi, e mandò un suo delegato, il canonico Fabio Naldi, con il compito di riformare l'amministrazione della congregazione, di sostituire il segretario Testi con altro provvisorio (fu nominato Giovanni Graziani), di vedere, sigillare e portare al vescovo i libri dell'amministrazione, come testimoniato dal verbale della "seduta straordinaria non posta a protocollo e tenutasi il 22 ottobre 1829 presente il deputato vescovile canonico [Fabio] Naldi di Faenza".<br />Nel 1859 tutte le opere pie di Cotignola, sia quelle amministrate dalla Congregazione della carità, che quelle amministrate dalle congregazioni leopoldina e fabiana e quelle in amministrazione autonoma, furono concentrate prima sotto la Congregazione di carità normata dal Governo provvisorio delle Romagne (decreto del regio commissario d'Azeglio del 25 luglio 1859 e "decreto Cipriani" del 19 agosto 1859) e dal Regno di Sardegna (legge del 20 novembre 1859 e regolamento del 18 agosto 1860), poi sotto la Congregazione di carità dello Stato italiano (legge del 3 agosto 1862, n. 753).
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| dc:date
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| ha qualificazioni relazioni Cpf
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| ha date esistenza
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| ha statusProvenienza
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| abstract
| - La Congregazione della carità di Cotignola iniziò la sua attività dal primo marzo 1808, come testimoniato dal dispaccio del Prefetto del Dipartimento del Reno del 22 febbraio 1808, n. 3244, che invitava il Podestà di Cotignola a nominare i membri della congregazione e ad avviarne l'attività. Il dispaccio conteneva anche le istruzioni necessarie per l'avvio e il funzionamento della congregazione: in particolare, in base al R.D. del 23 dicembre 1807, la congregazione doveva essere divisa in commissioni (degli ospedali; degli ospizi e orfanotrofi; delle elemosine; dei monti di pietà). Dal 26 aprile 1808 la congregazione pose la sede dei suoi uffici e del suo archivio nell'edificio del Monte di pietà di Cotignola, che era stato acquistato dal regio Demanio del Regno italico con atto a rogito del notaio Serafino Betti di Bologna. Il primo documento stilato dalla neo istituita congregazione di Cotignola fu del marzo 1808 (protocollato n. 1; classificato tit. I, rub. 1) e conteneva il verbale della prima adunanza, con la nomina dei membri che la componevano (Piersanti [Canattieri], l'arciprete Giovanni Cattani, Fabio Tarlazzi, Stefano Bennoli), del Presidente (nella persona del podestà di Cotignola, Sebastiano Testi), del protocollista (Patrizio Cassani) e del segretario ( Alessandro Cassani). Pochi mesi dopo fu approvato il "Regolamento e piano d'organizzazione della Congregazione di carità del Comune di Cotignola, distretto d'Imola, Dipartimento del Reno, istituita con R. D. del 21 dicembre 1807 ed attivata il 1° marzo 1808", approvato dal Ministero dell'interno il 28 luglio 1808, e inoltrato dal prefetto del Dipartimento del Reno e dal vice prefetto d'Imola il 2 e il 9 agosto 1808 (conservato in copia conforme del 1857). Nel regolamento si stabilì che: la congregazione aveva sede nei locali del S. Monte di Pietà di Cotignola (tit. I, art. 1); era divisa in due sezioni, alla prima furono assegnati l'ospedale, "quando non sia dichiarato di diritto padronale", il Monte di pietà e gli orfanotrofi, e alla seconda gli istituti elemosinieri (tit. I, art. 2); le sezioni si riunivano due volta a settimana (tit. I, art. 9-13); erano assegnati tre membri alla gestione di ciascuna sezione (tit. I, art. 3); la congregazione si riuniva di norma una volta a settimana; la commissione era costituita da due individui, ciascuno dei quali nominato all'interno di una delle due sezioni (tit. I, artt. 5, 8); la congregazione si avvaleva di un segretario, un protocollista, un cassiere (tit. II, artt. 14, 15, 19-33); aveva l'obbligo della tenuta dei registri contabili (tit. II, artt. 17-18); manteneva un solo archivio in cui raccogliere tutte le carte degli stabilimenti e della Congregazione "... tenute sempre separatamente le carte che appartengano a ciascuno de' pii stabilimenti e colla corrispondente classifcazione delle materie" (tit. II, art. 16).<br />La Congregazione della carità non fu soppressa a seguito della Restaurazione, ma il Vescovo di Faenza decise di rispettarne l'istituzione, ponenedola sotto il proprio diretto controllo. Tale situazione durò fino al 1859. Le opere pie che erano state concentrate nella Congregazione nel 1808 rimasero sotto la sua amministrazione, fatta eccezione per le opere pie Testi (Ospedale, Carcerati e doti, Studi), che nel 1822 tornarono sotto la diretta amministrazione della ricostituita Congregazione leopoldina, precedentemente soppressa nel 1809. Le opere pie istituite in Cotignola dopo il 1815, invece, mantennero un'amministrazione autonoma fino al 1859. <br />Nel 1829 il Vescovo di Faenza sospese il segretario della Congregazione di Cotignola, Stefano Testi, e mandò un suo delegato, il canonico Fabio Naldi, con il compito di riformare l'amministrazione della congregazione, di sostituire il segretario Testi con altro provvisorio (fu nominato Giovanni Graziani), di vedere, sigillare e portare al vescovo i libri dell'amministrazione, come testimoniato dal verbale della "seduta straordinaria non posta a protocollo e tenutasi il 22 ottobre 1829 presente il deputato vescovile canonico [Fabio] Naldi di Faenza".<br />Nel 1859 tutte le opere pie di Cotignola, sia quelle amministrate dalla Congregazione della carità, che quelle amministrate dalle congregazioni leopoldina e fabiana e quelle in amministrazione autonoma, furono concentrate prima sotto la Congregazione di carità normata dal Governo provvisorio delle Romagne (decreto del regio commissario d'Azeglio del 25 luglio 1859 e "decreto Cipriani" del 19 agosto 1859) e dal Regno di Sardegna (legge del 20 novembre 1859 e regolamento del 18 agosto 1860), poi sotto la Congregazione di carità dello Stato italiano (legge del 3 agosto 1862, n. 753).
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| scheda provenienza href
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| scheda SAN
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| ha luogoProduttore
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| eac-cpf:hasPlace
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| ha luogo Sede
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| è produttore di
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| forma autorizzata produttore
| - Congregazione della carità di Cotignola (1808 - 1859)
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| eac-cpf:authorizedForm
| - Congregazione della carità di Cotignola (1808 - 1859)
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| record provenienza id
| - IT-ER-IBC-SP00001-0001479
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| sistema provenienza
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| dc:coverage
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| is ha produttore
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| is ha relazione con Soggetto Produttore
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