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| - Monastero di Santa Maria del Gradaro, benedettini olivetani
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| - Monastero di Santa Maria del Gradaro, benedettini olivetani
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| - Gli Olivetani si istallarono a Santa Maria del Gradaro nel 1454. L'ente, già sede dal XIII secolo di una comunità canonicale mista dell'ordine di San Marco estintasi all'inizio del XV secolo, nel 1430 circa era stato dato in commenda. Nel 1454 Nicolò V accolse la richiesta del marchese di Mantova Ludovico Gonzaga e della moglie Barbara di Brandeburgo. Gli olivetani del Gradaro, sempre in numero e spesso in ristrettezze economiche, ricevettero più volte aiuti da parte dei marchesi mantovani. Il periodo di splendore della comunità del Gradaro si ebbe all'inizio del Cinquecento, col restauro della chiesa monastica e l'acquisizione della parrocchia di Guidizzolo. Le cose peggiorarono nel secolo successivo, in seguito alla guerra di successione di Mantova e all'epidemia di peste del 1630 e le sorti del Gradaro dovettero essere risollevate con l'aiuto di confratelli provenienti da Verona. Nel 1652 la situazione era migliorata e la comunità scampò alle soppressioni decretate da Innocenzo X; i monaci continuarono a vivere al Gradaro fino al 1701. Da quella data al 1708 si trasferirono nella canonica della chiesa parrocchiale di Santo Stefano per lasciare il Gradaro alle monache di Santa Maria Annunziata, trasferitesi dal suburbio in città per ragioni di sicurezza. In seguito alle disposizioni governative del 7 novembre 1774 e del 28 gennaio 1775 del ministro plenipotenziario e vice governatore Firmian, il Gradaro fu demanializzato e i monaci passarono al convento di San Cristoforo, espropriato ai Celestini. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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dc:date
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ha date esistenza
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ha statusProvenienza
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abstract
| - Gli Olivetani si istallarono a Santa Maria del Gradaro nel 1454. L'ente, già sede dal XIII secolo di una comunità canonicale mista dell'ordine di San Marco estintasi all'inizio del XV secolo, nel 1430 circa era stato dato in commenda. Nel 1454 Nicolò V accolse la richiesta del marchese di Mantova Ludovico Gonzaga e della moglie Barbara di Brandeburgo. Gli olivetani del Gradaro, sempre in numero e spesso in ristrettezze economiche, ricevettero più volte aiuti da parte dei marchesi mantovani. Il periodo di splendore della comunità del Gradaro si ebbe all'inizio del Cinquecento, col restauro della chiesa monastica e l'acquisizione della parrocchia di Guidizzolo. Le cose peggiorarono nel secolo successivo, in seguito alla guerra di successione di Mantova e all'epidemia di peste del 1630 e le sorti del Gradaro dovettero essere risollevate con l'aiuto di confratelli provenienti da Verona. Nel 1652 la situazione era migliorata e la comunità scampò alle soppressioni decretate da Innocenzo X; i monaci continuarono a vivere al Gradaro fino al 1701. Da quella data al 1708 si trasferirono nella canonica della chiesa parrocchiale di Santo Stefano per lasciare il Gradaro alle monache di Santa Maria Annunziata, trasferitesi dal suburbio in città per ragioni di sicurezza. In seguito alle disposizioni governative del 7 novembre 1774 e del 28 gennaio 1775 del ministro plenipotenziario e vice governatore Firmian, il Gradaro fu demanializzato e i monaci passarono al convento di San Cristoforo, espropriato ai Celestini. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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scheda provenienza href
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scheda SAN
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ha luogoProduttore
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ha luogo Sede
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è produttore di
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ha sottotipologia ente
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forma autorizzata produttore
| - Monastero di Santa Maria del Gradaro, benedettini olivetani
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eac-cpf:authorizedForm
| - Monastero di Santa Maria del Gradaro, benedettini olivetani
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record provenienza id
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sistema provenienza
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