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| - Originari di Querceto in Valdelsa, vicino Castelfiorentino, i Tempi compaiono nei documenti piu antichi con il nome di Quercecchiesi. Emigrarono a Firenze nel corso del XIII secolo e sin dai primi anni del Trecento ottennero di essere ammessi agli uffici Maggiori. La famiglia prese il proprio nome da Tempo, dal quale nacquero Donato e Benedetto. Nato intorno al 1314, Benedetto fu notaio dei Signori dal marzo al maggio 1358; incaricato di alcune missioni diplomatiche a Gubbio e a Pistoia, negli ultimi anni della sua vita venne nominato Proconsolo (1377) e console dei Giudici e Notai (nel 1384 e nel 1388). Il prestigio economico e politico raggiunto dalla famiglia nel corso del Trecento e confermato dalla partecipazione di Giovanni e Jacopo di Benedetto ai Tre Maggiori uffici della Repubblica e dal fatto che una delle figlie di Benedetto, Margherita, fu moglie di Bartolomeo degli Ubaldini, potente casa feudale dell'Appennino tosco-romagnolo. Nel corso del secolo XVI la famiglia divenne titolare di una ragione bancaria che teneva il servizio di tesoreria dell'Ordine di Santo Stefano. Nel 1714 i Tempi ottennero da parte di Cosimo III il titolo di marchesi del Barone, con l'erezione in feudo della tenuta omonima presso Montemurlo. Ascritta alla nobita toscana nel 1751, la famiglia si estinse pochi anni dopo.
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| - Originari di Querceto in Valdelsa, vicino Castelfiorentino, i Tempi compaiono nei documenti piu antichi con il nome di Quercecchiesi. Emigrarono a Firenze nel corso del XIII secolo e sin dai primi anni del Trecento ottennero di essere ammessi agli uffici Maggiori. La famiglia prese il proprio nome da Tempo, dal quale nacquero Donato e Benedetto. Nato intorno al 1314, Benedetto fu notaio dei Signori dal marzo al maggio 1358; incaricato di alcune missioni diplomatiche a Gubbio e a Pistoia, negli ultimi anni della sua vita venne nominato Proconsolo (1377) e console dei Giudici e Notai (nel 1384 e nel 1388). Il prestigio economico e politico raggiunto dalla famiglia nel corso del Trecento e confermato dalla partecipazione di Giovanni e Jacopo di Benedetto ai Tre Maggiori uffici della Repubblica e dal fatto che una delle figlie di Benedetto, Margherita, fu moglie di Bartolomeo degli Ubaldini, potente casa feudale dell'Appennino tosco-romagnolo. Nel corso del secolo XVI la famiglia divenne titolare di una ragione bancaria che teneva il servizio di tesoreria dell'Ordine di Santo Stefano. Nel 1714 i Tempi ottennero da parte di Cosimo III il titolo di marchesi del Barone, con l'erezione in feudo della tenuta omonima presso Montemurlo. Ascritta alla nobita toscana nel 1751, la famiglia si estinse pochi anni dopo.
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