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| - Santa Maria Nova di Treviso, cistercensi
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| - Santa Maria Nova di Treviso, cistercensi
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| - Le cistercensi o manache bianche si insediarono a Treviso, in borgo Santi Quaranta, agli inizi del XIII secolo, probabilmente in seguito alla migrazione di alcune sorelle dal convento di Ognissanti. Nel XIV secolo la comunità ottenne di potersi governare autonomamente e di eleggere una propria badessa, responsabile del governo spirituale ed economico del cenobio. Dopo varie traversie, legate soprattutto alle scorrerie degli Ungari che giunsero a minacciare le mura cittadine, le monache nel 1390 si trasferirono definitivamente in città poco lontano dal monastero benedettino di Ognissanti, dove edificarono la nuova sede monastica. Con d.r.i. 28 luglio 1806 la comunità fu incorporata a Santa Cristina e San Parisio di Treviso e il monastero fu soppresso. Gli edifici, secolarizzati, furono trasformati in opedale militare. Bibliografia: Anagrafe informatizzata degli archivi, 1999; L. PESCE, La chiesa di Treviso nel primo Quattrocento, in «Italia sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica», 1987, 37, pp. 611-615; P.A. PASSOLUNGHI, Il monachesimo benedettino della Marca trevigiana, in «Italia veneta», 1980, 2, pp. 146-149; A. DA MOSTO, L'Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Roma, 1940, t. II, p. 201; G. NETTO, Gli archivi delle corporazioni religiose trevigiane soppresse, in Per una storia del Trevigiano in età moderna: guida agli archivi, a cura di D. GASPARINI, L. PUTTIN, in «Studi trevisani», II (1985), 3, p. 190
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| - Le cistercensi o manache bianche si insediarono a Treviso, in borgo Santi Quaranta, agli inizi del XIII secolo, probabilmente in seguito alla migrazione di alcune sorelle dal convento di Ognissanti. Nel XIV secolo la comunità ottenne di potersi governare autonomamente e di eleggere una propria badessa, responsabile del governo spirituale ed economico del cenobio. Dopo varie traversie, legate soprattutto alle scorrerie degli Ungari che giunsero a minacciare le mura cittadine, le monache nel 1390 si trasferirono definitivamente in città poco lontano dal monastero benedettino di Ognissanti, dove edificarono la nuova sede monastica. Con d.r.i. 28 luglio 1806 la comunità fu incorporata a Santa Cristina e San Parisio di Treviso e il monastero fu soppresso. Gli edifici, secolarizzati, furono trasformati in opedale militare. Bibliografia: Anagrafe informatizzata degli archivi, 1999; L. PESCE, La chiesa di Treviso nel primo Quattrocento, in «Italia sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica», 1987, 37, pp. 611-615; P.A. PASSOLUNGHI, Il monachesimo benedettino della Marca trevigiana, in «Italia veneta», 1980, 2, pp. 146-149; A. DA MOSTO, L'Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Roma, 1940, t. II, p. 201; G. NETTO, Gli archivi delle corporazioni religiose trevigiane soppresse, in Per una storia del Trevigiano in età moderna: guida agli archivi, a cura di D. GASPARINI, L. PUTTIN, in «Studi trevisani», II (1985), 3, p. 190
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| - Santa Maria Nova di Treviso, cistercensi
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| - Santa Maria Nova di Treviso, cistercensi
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