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| - Massimo, principi di Arsoli, Roma, sec. XI - sec. XX
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| - Massimo, principi di Arsoli, Roma, sec. XI - sec. XX
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| - La famiglia romana deo principi Massimo, considerata la più antica d'Europa, secondo una secolare tradizione discenderebbe dalla gens patrizia dei Fabi la quale, con Quinto Fabio Rulliano avo del Cunctator, aggiunse per senato-consulto della repubblica romana il cognome di Massimo. Tale leggendaria discendenza fu ripresa e accreditata dal primo storico della famiglia, il Panvinio, nel suo "De gente Maxima" del 1556 - pubblicato da Angelo Mai nel 1843 nel tomo IX dello "Spicilegium romanum" - insieme all'appartenenza ai Massimo dei pontefici martiri S. Anastasio I (399-401) e S. Pasquale I (817-824). Il nome dei Massimo compare, nei documenti, fin dai primi dell'anno 1000. Spessissimo, nel corso dei secoli, i membri della famiglia Massimo occuparono le più prestigiose cariche cittadine: conservatori di Roma, edili delle strade, priori dei caporioni. Nel sec. XV, Pietro e Francesco di Massimo, accolsero nelle loro case i primi stampatori in Roma, i due chierici tedeschi Corrado Sweinheim e Arnoldo Pannartz, che vi stamparono nel 1467 il primo libro romano, le "Lettere familiari" di Cicerone, e molte altre edizioni in-folio. Nel sec. XVI, Domenico di Pietro accumulò ricchezze, onori e cariche ma nel sacco di Roma del 1527 le sue ricchezze furono depredate e il suo palazzo occupato dalle soldatesche e bruciato. Luca di Domenico acquistò nel 1544 dai Chigi i castelli di Prossedi e Pisterzo; Lelio figlio di Luca acquistò nel 1558 da Giovanni Carafa il feudo di Roccasecca...
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ha date esistenza
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abstract
| - La famiglia romana deo principi Massimo, considerata la più antica d'Europa, secondo una secolare tradizione discenderebbe dalla gens patrizia dei Fabi la quale, con Quinto Fabio Rulliano avo del Cunctator, aggiunse per senato-consulto della repubblica romana il cognome di Massimo. Tale leggendaria discendenza fu ripresa e accreditata dal primo storico della famiglia, il Panvinio, nel suo "De gente Maxima" del 1556 - pubblicato da Angelo Mai nel 1843 nel tomo IX dello "Spicilegium romanum" - insieme all'appartenenza ai Massimo dei pontefici martiri S. Anastasio I (399-401) e S. Pasquale I (817-824). Il nome dei Massimo compare, nei documenti, fin dai primi dell'anno 1000. Spessissimo, nel corso dei secoli, i membri della famiglia Massimo occuparono le più prestigiose cariche cittadine: conservatori di Roma, edili delle strade, priori dei caporioni. Nel sec. XV, Pietro e Francesco di Massimo, accolsero nelle loro case i primi stampatori in Roma, i due chierici tedeschi Corrado Sweinheim e Arnoldo Pannartz, che vi stamparono nel 1467 il primo libro romano, le "Lettere familiari" di Cicerone, e molte altre edizioni in-folio. Nel sec. XVI, Domenico di Pietro accumulò ricchezze, onori e cariche ma nel sacco di Roma del 1527 le sue ricchezze furono depredate e il suo palazzo occupato dalle soldatesche e bruciato. Luca di Domenico acquistò nel 1544 dai Chigi i castelli di Prossedi e Pisterzo; Lelio figlio di Luca acquistò nel 1558 da Giovanni Carafa il feudo di Roccasecca...
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altra denominazione produttore
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scheda provenienza href
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scheda SAN
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è produttore di
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forma autorizzata produttore
| - Massimo, principi di Arsoli, Roma, sec. XI - sec. XX
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| - Massimo, principi di Arsoli, Roma, sec. XI - sec. XX
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record provenienza id
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sistema provenienza
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