rdf:type
rdfs:label
  • Monastero di Santa Chiara, Castellaneta (Taranto), 1633 -
dc:title
  • Monastero di Santa Chiara, Castellaneta (Taranto), 1633 -
dc:description
  • Il monastero femminile intitolato a Santa Chiara nasce su iniziativa laicale. I prodromi della sua fondazione vanno infatti individuati nel testamento del nobile Nicolò d'Angri, rogato nel 1619, con il quale si stanziava una somma di denaro e alcune proprietà per la costituzione in città di un "Pium Conservatorium Virginum". L'atto ufficiale di fondazione risale comunque al 1633, anno in cui Scipione de Raho nominò suo procuratore l'abate Don Francesco Fayano. Nel contempo il vescovo Antonio De Matteis (1618-1635) adottò opportune misure per consentire l'accesso in conservatorio di un numero di religiose sempre maggiore. Nel 1635, durante l'episcopato di monsignor Ascensio Guerrieri (1635-1645), il monastero ebbe poi a disposizione anche una propria chiesa. Il decreto di riconoscimento della clausura papale da parte della Sacra congregazione dei vescovi e regolari (e quindi la trasformazione in monastero vero e proprio) arrivò nel 1640. Il 25 aprile dello stesso anno il vescovo Guerrieri presiedette alla prima cerimonia di solenne professione dei voti e alla conseguente dichiarazione di clausura. Le monache osservavano la regola di Santa Chiara vivendo in obbedienza, povertà e castità, sostenendosi con la carità popolare. Esse rendevano conto al vescovo dell'amministrazione dei loro beni, ed erano soggette alla sua giurisdizione spirituale. A seguito delle leggi soppressive del 1866 il monastero subì una forte crisi, ma poté contare sul sostegno del vescovo Gaetano Bacile...
dc:date
  • 1633 -
ha date esistenza
ha natura giuridica ente
ha statusProvenienza
abstract
  • Il monastero femminile intitolato a Santa Chiara nasce su iniziativa laicale. I prodromi della sua fondazione vanno infatti individuati nel testamento del nobile Nicolò d'Angri, rogato nel 1619, con il quale si stanziava una somma di denaro e alcune proprietà per la costituzione in città di un "Pium Conservatorium Virginum". L'atto ufficiale di fondazione risale comunque al 1633, anno in cui Scipione de Raho nominò suo procuratore l'abate Don Francesco Fayano. Nel contempo il vescovo Antonio De Matteis (1618-1635) adottò opportune misure per consentire l'accesso in conservatorio di un numero di religiose sempre maggiore. Nel 1635, durante l'episcopato di monsignor Ascensio Guerrieri (1635-1645), il monastero ebbe poi a disposizione anche una propria chiesa. Il decreto di riconoscimento della clausura papale da parte della Sacra congregazione dei vescovi e regolari (e quindi la trasformazione in monastero vero e proprio) arrivò nel 1640. Il 25 aprile dello stesso anno il vescovo Guerrieri presiedette alla prima cerimonia di solenne professione dei voti e alla conseguente dichiarazione di clausura. Le monache osservavano la regola di Santa Chiara vivendo in obbedienza, povertà e castità, sostenendosi con la carità popolare. Esse rendevano conto al vescovo dell'amministrazione dei loro beni, ed erano soggette alla sua giurisdizione spirituale. A seguito delle leggi soppressive del 1866 il monastero subì una forte crisi, ma poté contare sul sostegno del vescovo Gaetano Bacile...
altra denominazione produttore
  • Monastero di Santa Chiara di Castellaneta
scheda provenienza href
scheda SAN
ha luogoProduttore
eac-cpf:hasPlace
ha luogo Sede
è produttore di
ha sottotipologia ente
forma autorizzata produttore
  • Monastero di Santa Chiara, Castellaneta (Taranto), 1633 -
eac-cpf:authorizedForm
  • Monastero di Santa Chiara, Castellaneta (Taranto), 1633 -
record provenienza id
  • sp-26438
sistema provenienza
  • SIUSA
dc:coverage
  • Castellaneta (Taranto)
is ha produttore of
Raw Data in: CSV | RDF ( N-Triples N3/Turtle JSON XML ) | OData ( Atom JSON ) | Microdata ( JSON HTML) | JSON-LD     Browse in: LodLive
This material is Open Knowledge   W3C Semantic Web Technology [RDF Data] Valid XHTML + RDFa
OpenLink Virtuoso version 06.01.3127, on Win32 (i686-generic-win-32), Standard Edition
Data on this page belongs to its respective rights holders.