dc:description
| - Gli Umiliati ebbero origine nel XII secolo quale aggregazione di laici devoti, uomini e donne, desiderosi di vivere in comunità quanto più possibile simili a quella apostolica, seguendo con particolare rigori i dettami evangelici soprattutto riguardo all'impegno della predicazione anche da parte dei laici e al divieto di giurare. Le autorità ecclesiastiche milanesi mantennero fin da subito un atteggiamento favorevole nei confronti degli Umiliati; la loro diffusione nel territorio ambrosiano e lombardo in generale fu capillare, e nel 1216 si contavano almeno 150 comunità regolari ed un considerevole numero di laici viventi con le proprie famiglie, tutti costantemente impegnati in attività commerciali ed artigianali, tra cui spiccavano la tessitura e, grazie alla disponibilità monetaria ed all'evoluzione della vita economica cittadina, anche l'attività di prestito o comunque di assistenza economica, che a Milano sembra esercitasse la più importante fra le case umiliate, quella di Brera. Nel 1201, infine, papa Innocenzo II riconobbe ufficialmente i tre ordini che li componevano, rispettivamente composti da religiosi veri e propri, da laici viventi in comunità e da laici che avevano scelto la vita coniugale. Verso la fine del Duecento gli Umiliati entrarono in progressiva crisi, sia per motivi esterni - l'influenza politica esercitata dal governo signorile prima e ducale poi - sia interni, dovute alle forti contraddizioni nate in seno all'ordine ed anche al peso che, a quanto sembra, ebbero alcuni maestri generali (ad esempio Gerolamo Landriani, il quale ricoprì la carica dal 1486 al 1525) nel favorirne la completa rovina. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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abstract
| - Gli Umiliati ebbero origine nel XII secolo quale aggregazione di laici devoti, uomini e donne, desiderosi di vivere in comunità quanto più possibile simili a quella apostolica, seguendo con particolare rigori i dettami evangelici soprattutto riguardo all'impegno della predicazione anche da parte dei laici e al divieto di giurare. Le autorità ecclesiastiche milanesi mantennero fin da subito un atteggiamento favorevole nei confronti degli Umiliati; la loro diffusione nel territorio ambrosiano e lombardo in generale fu capillare, e nel 1216 si contavano almeno 150 comunità regolari ed un considerevole numero di laici viventi con le proprie famiglie, tutti costantemente impegnati in attività commerciali ed artigianali, tra cui spiccavano la tessitura e, grazie alla disponibilità monetaria ed all'evoluzione della vita economica cittadina, anche l'attività di prestito o comunque di assistenza economica, che a Milano sembra esercitasse la più importante fra le case umiliate, quella di Brera. Nel 1201, infine, papa Innocenzo II riconobbe ufficialmente i tre ordini che li componevano, rispettivamente composti da religiosi veri e propri, da laici viventi in comunità e da laici che avevano scelto la vita coniugale. Verso la fine del Duecento gli Umiliati entrarono in progressiva crisi, sia per motivi esterni - l'influenza politica esercitata dal governo signorile prima e ducale poi - sia interni, dovute alle forti contraddizioni nate in seno all'ordine ed anche al peso che, a quanto sembra, ebbero alcuni maestri generali (ad esempio Gerolamo Landriani, il quale ricoprì la carica dal 1486 al 1525) nel favorirne la completa rovina. [Descrizione completa consultabile in Lombardia Beni Culturali.]
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