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  • Bolla della crociata
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  • Bolla della crociata
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  • Istituto non nuovo nella storia della Chiesa, fu, per la prima volta nel regno di Napoli, ottenuto non senza difficoltà da Ferdinando IV di Borbone al fine di contrastare la pirateria attraverso contributi volontari, da offrirsi da regnicoli in cambio di benefici spirituali e da destinarsi alla marina regia. Fu concessa da Pio VI con due documenti dati in forma di breve, il Catholicae Ecclesiae del 21 nov. 1777 e il Quamvis Pastoralis del 20 nov. 1778, in cui era previsto che il governo borbonico inviasse annualmente del denaro alla reverenda fabbrica di S. Pietro, a titolo di tangente sul prodotto della crociata. Rinnovata anche in periodo francese, i suoi proventi vennero peraltro destinati ad opere di beneficenza. La restaurazione borbonica ripristinò i fini originari della crociata; come già detto, il rescritto 10 mar. 1832 affidò la riscossione dei relativi proventi, che prima affluivano al real tesoro, all'amministrazione generale del registro e bollo. Di fatto però si mantenne un prevalente impiego in opere di beneficenza delle somme ricavate, come del resto avvenne dopo l'unità, quando, soppressa la bolla con circolare n. 502 del 7 dic. 1861 del ministero delle finanze, si ordinò contestualmente la riscossione degli arretrati da parte della cassadei ricevitori distrettuali. Proseguita clandestinamente ad onta della soppressione, rimase peraltro confinata nel solo ambito ecclesiastico.
dc:date
  • [1815-1860]
ha contesto storico istituzionale
ha date esistenza
ha statusProvenienza
abstract
  • Istituto non nuovo nella storia della Chiesa, fu, per la prima volta nel regno di Napoli, ottenuto non senza difficoltà da Ferdinando IV di Borbone al fine di contrastare la pirateria attraverso contributi volontari, da offrirsi da regnicoli in cambio di benefici spirituali e da destinarsi alla marina regia. Fu concessa da Pio VI con due documenti dati in forma di breve, il Catholicae Ecclesiae del 21 nov. 1777 e il Quamvis Pastoralis del 20 nov. 1778, in cui era previsto che il governo borbonico inviasse annualmente del denaro alla reverenda fabbrica di S. Pietro, a titolo di tangente sul prodotto della crociata. Rinnovata anche in periodo francese, i suoi proventi vennero peraltro destinati ad opere di beneficenza. La restaurazione borbonica ripristinò i fini originari della crociata; come già detto, il rescritto 10 mar. 1832 affidò la riscossione dei relativi proventi, che prima affluivano al real tesoro, all'amministrazione generale del registro e bollo. Di fatto però si mantenne un prevalente impiego in opere di beneficenza delle somme ricavate, come del resto avvenne dopo l'unità, quando, soppressa la bolla con circolare n. 502 del 7 dic. 1861 del ministero delle finanze, si ordinò contestualmente la riscossione degli arretrati da parte della cassadei ricevitori distrettuali. Proseguita clandestinamente ad onta della soppressione, rimase peraltro confinata nel solo ambito ecclesiastico.
scheda provenienza href
scheda SAN
ha luogoProduttore
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ha luogo Sede
è produttore di
ha sottotipologia ente
forma autorizzata produttore
  • Bolla della crociata
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  • Bolla della crociata
record provenienza id
  • SP067530
sistema provenienza
  • GGASI
dc:coverage
  • Napoli
is ha produttore of
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