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  • Archivio di Stato di Pavia
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  • Archivio di Stato di Pavia
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  • L'AS Pavia fu istituito con d. m. 15 apr. 1959 e aperto al pubblico il 23 giugno 1962. La documentazione conservata ha inizio, con una certa consistenza, dal sec. XVI. Per il medioevo utili notizie possono trarsi dall'archivio notarile e da quello dell'università, che sono i più rilevanti tra quelli presenti nell'Archivio di Stato. Hanno nuociuto alla conservazione unitaria del materiale archivistico dell'attuale provincia - che reintegra all'incirca l'antica dimensione geografica del comune e del principato - oltre alle distruzioni [Distruzioni di carte si ebbero durante la restaurazione della " repubblica di S. Siro " alla scomparsa dell'ultimo dei Visconti e, un secolo dopo, da parte delle truppe del Lautrec. Alle devastazioni quattrocentesche e cinquecentesche si susseguirono le spoliazioni settecentesche e ottocentesche. Sono conservati presso l'archivio della curia vescovile di Pavia documenti notarili e dello Studium ticinese che avrebbero dovuto essere riposti altrove; infatti, in forza del regolamento notarile del 17 giu. 1806, si imponeva che i rogiti dei notai e dei cancellieri vescovili passassero all'archivio notarile. La consegna fu fatta il 21 dicembre 1810, ma " la cattiva condizione nella quale si trovava l'archivio curiale produsse il buon effetto che non tutti poterono essere consegnati " (così scriveva nel 1858 il Terenzio, cancelliere della curia). La stessa ragione fece sì che la sollecitazione del ministro Bovara (26 nov. 1810), con cui si ordinava che " il vescovo consegnasse alla Università tutti gli atti di laurea e tutte le carte relative a funzioni del pubblico studio " non fosse del tutto assecondata (cfr. P. TERENZIO, cenno intorno l'archivio vescovile di Pavia, estratto dallo Stato del clero diocesano dell'anno 1858..., Pavia)] anche la disseminazione delle carte pavesi seguita agli avvenimenti politici del '700 e dell'800 che smembrarono l'antico territorio. con le guerre di successione passarono infatti al Piemonte, insieme alle terre della Lomellina, dell'Oltrepò, del Vigevanasco e del Siccomario, anche le carte, ancora presenti negli AS Novara e AS Torino. Nel 1813 poi veniva ordinato il trasferimento di materiale archivistico all'archivio diplomatico milanese. Successivamente veniva autorizzata la conservazione di quanto rimaneva presso l'archivio diplomatico pavese, istituito dal comune già dal 1799; ma poi, con dispaccio del 2 genn. 1842, il governo ordinava un nuovo trasferimento di carte. E solo una parte, la meno consistente, dei documenti inviati a Milano, fu poi restituita alla sede d'origine.
è conservatore di
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